“Il Pd non è di sinistra. Va rinominato, da molto tempo è un partito centrista”, “il Pd è il frutto di diverse trasformazioni del partito comunista”, “all’interno ci sono ancora persone e memorie di sinistra ma la sua non è una politica di sinistra”. Così, in un’intervista a La Stampa, Luciana Castellina, parla della crisi dem. “Non credo che il Pd sia riformabile come partito di sinistra – evidenzia -. Non ne ha più la cultura né le persone. Il mio partito è Sinistra Italiana. È minoritario. Mi piacerebbe che
fosse di maggioranza ma vorrei innanzitutto che facesse cose di sinistra”. Secondo Castellina “in tutta l’Europa la sinistra è in crisi come sempre avviene nei momenti di grandi cambiamenti della storia – commenta -. Il modello democratico e di sinistraera fondato su un grande aumento della produzione industriale e in una redistribuzione delle risorse che avrebbe dovuto creare una società più equa. Se questo non si avvera ci sono le premesse per dare vita a una situazione di disagio che produce forze di tipo autoritario e populista”.
Parlando di Meloni premier: “Non basta essere donna, dipende da come eserciti la tua identità. Non serve avere una donna a Palazzo Chigi se dice che le donne devono occuparsi della riproduzione – sottolinea -. Non mi importa di avere tre donne in più in Parlamento, non è una questione decisiva. Il problema è che occuparsi della riproduzione non è un lavoro pagato oriconosciuto e questo accade perché si punta all’uguaglianza. Ci dicono che le donne manager sono aumentate. Poi si vanno a leggere meglio i dati e ci si rende conto che gli uomini manager hanno quasi tutti i figli, le donne si fermano al 30%. Se peroccupare la casella di manager devo rinunciare alla mia differenza, non è il ruolo la battaglia da combattere ma ilriconoscimento della differenza”