Sulmona,8 ottobre– “Dopo aver aperto le porte alle ruspe della Snam senza muovere un solo dito in difesa della Regione, Marsilio svela finalmente il suo vero volto: quello di sensale della multinazionale del gas. Marsilio Iscariota si tenga pure per sé i 30 denari con cui ha tradito l’Abruzzo. Non c’è denaro che possa ripagare la devastazione ambientale, i danni alla salute, all’economia locale e i rischi per la sicurezza dei cittadini. Se ha ancora un residuo di dignità svolga il compito per cui è stato eletto e, anziché continuare ad ingannare i Sindaci, dia subito mandato agli avvocati della Regione affinché impugnino il provvedimento con cui il governo ha schiacciato la democrazia e le sacrosante ragioni del territorio.
Sono i dati pubblicati dallo stesso governo che dimostrano la totale inutilità della centrale e del metanodotto. Gli stoccaggi sono pieni al 90 per cento in anticipo rispetto allo scorso anno; l’Italia dispone di maggiori quantitativi di gas rispetto al 2021, tanto che lo rivende ad altri paesi Europei”. Lo scrivono stamani i Comitati Cittadini per l’ambiente e i reappresentanti del Coordinamento NoHb del Gas commentando il significato dell’incontro che il Presidente della Regione ha avuto con i rappresentanti dei Comuni
“Le infrastrutture metanifere interne- si legge ancora nel documento-sono sovradimensionate e lo saranno sempre di più nei prossimi anni per via della forte crescita delle energie rinnovabili e della improcrastinabile necessità di abbandonare i combustibili fossili se vogliamo salvare il clima e con esso la vita sul pianeta terra.
Autorizzare un’opera non vuol dire che essa sarà comunque realizzata. Vi sono esempi diversi al riguardo:
il grande metanodotto IGI – Poseidon, da Israele all’Italia, è stato autorizzato oltre 15 anni fa ma i lavori non sono mai partiti, come pure il raddoppio del gasdotto Sulmona-Oricola autorizzato molti anni fa ma mai messo in cantiere.
La battaglia non è conclusa: per il metanodotto deve ancora essere effettuato il fondamentale studio dell’INGV lungo tutto il tracciato e, per la centrale, devono ancora essere eseguiti gli scavi archeologici preventivi.
Ricordiamo che la Soprintendenza ha affermato che già dalla ricognizione archeologica effettuata dalla Snam nel 2019 – che ha individuato materiale archeologico antico sull’intera area di epoca italica e romana -, si può ipotizzare una delocalizzazione dell’opera.
Il nostro auspicio è che i Comuni non cedano al ricatto del tintinnio del denaro, non forniscano al carnefice la corda con cui impiccare il territorio “