Le considerazioni e le riflessioni di Maria Clotilde Iavarone Presidente di ” Orsa Pro Natura Peligna”
Sulmona,10 ottobre- La località “Case Pente”, del comune di Sulmona, in cui è stata autorizzata la costruzione della Centrale di Compressione e Spinta, funzionale per il Metanodotto “Linea Adriatica, è pienamente inserita dal PATOM ( Piano d’Azione Nazionale per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano) nello scenario che vede alcuni territori come cruciali ai fini dell’espansione demografica e territoriale dell’orso bruno marsicano.
Qui di seguito si riportano parti della relazione finale del Patom: <Aggiornamento della cartografia di riferimento del PATOM su presenza edistribuzione potenziale dell’orso bruno marsicano nell’Appennino centralessa
Il presente studio si delinea nell’ambito della convenzione stipulata tra Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e Unione Zoologica Italiana (UZI), in data 20.12.2014 e per la durata di 12 mesi, relativa alla “Preservazione e valorizzazione degli ecosistemi e di alcune specie di fauna selvatica particolarmente protette”. In particolare, nell’ambito di tale convenzione (Art. 4,comma 2), l’UZI si è impegnata a redigere una cartografia aggiornata sulla distribuzione potenzialedell’orso bruno marsicano nell’Appennino centrale.In particolare, la popolazione di orso presente nel PNALMappare connessa con il resto degli Appennini solo in corrispondenza di due zone principali:
- la val Roveto, in direzione nord‐ovest, in cui si evidenzia un solo corridoio che connette l’area del PNALM con il margine orientale dei Simbruini,
- una serie di corridoi frammentati che connettono i versanti nordorientali del PNALM con il Parco Nazionale della Majella da una parte (passando per la Riserva del M.te Genzana), e con il Parco Regionale del Velino‐Sirente. >
Si fa notare che il corridoio che connette il versante nordorientale del PNALM con il Parco della Maiella, passando per la Riserva del M.te Genzana è proprio la zona di CASE PENTE, Colle Mitra, Colle Macerre e, nella pianura, versante sinistro del Fiume Vella. Così continua la Relazione:
<Al fine di facilitare l’espansione dell’areale vanno intensificati gli sforzi di conservazione siaall’interno che all’esterno delle aree protette; in questo senso priorità assoluta va data alle zone che ancora mostrano aree di idoneità sufficientemente ampie e continuative da poter ospitare subase annuale almeno una femmina in età riproduttiva, qui definite come aree critiche diconservazione.
La gestione di queste aree critiche di conservazione ( ne sono state individuate 15) dovrà essere coerente al loro interno, indipendentemente dalla amministrazione di competenza e dalla loro appartenenza o meno al sistema attuale di aree protette, e dovrà essere pianificata in maniera tale da assicurare priorità alla conservazione dell’orso rispetto agli altri interessi e attività antropiche (che dovranno essere pianificate e regolamentate di conseguenza)>< nonostante l’incoraggiante disponibilità di aree idonee su vasta scala, interventi strutturali dimiglioramento e ripristino dell’idoneità ambientale sembrano essere requisiti importanti di unrinnovato impegno di conservazione dell’orso bruno marsicano. Tali interventi devono essere prioritariamente mirati a ridurre l’attuale frammentazione di alcune aree idonee particolarmentestrategiche, e quindi aumentare sia numero che distribuzione delle aree critiche di conservazione (e in ultima istanza il numero di effettivi che potrebbero vivere su scala appenninica); gli interventi dimiglioramento ambientale non si limitano ad interventi strutturali (sull’habitat) ma devonoincludere anche una regolamentazione più puntuale e severa dell’accesso e delle attività ad operadell’uomo.>
Si vuole riportare anche alcune dichiarazioni della “Relazione sullo stato dell’areale dell’Orso bruno marsicano” sottoscritte dai direttori del Parco Maiella dott. Luciano Di Martino, dal direttore del PNALM dott. Luciano Sammarone e dal direttore della Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto-Gizio dott. Antonio Di Croce :
<L’orso bruno marsicano, storicamente confinato nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e della sua zona di protezione esterna, sta mostrando negli ultimi anni evidenti segni di espansione della sua popolazione. Fuori dal territorio di presenza storica (core area) si avventurano più facilmente e frequentemente individui maschi, in special modo i giovani in dispersione, molto meno le femmine, che sono essenziali per l’espansione territoriale e per una crescita numerica necessaria a ridurre il pericolo di estinzione. Tuttavia, maggiori evidenze di presenza di orsi nell’areale periferico sono arrivate negli ultimi 6 anni, con la documentazione di 10 femmine con piccoli (n= 19 cuccioli) e la presenza di almeno 13 femmine adulte al di fuori della core area (Fig 1). Segnali incoraggianti che vanno nella direzione delineata dal Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso bruno marsicano (PATOM) (cfr. “Rapporto Orso marsicano 2019” – Natura Protetta n.23 Edizioni del Parco 2020).
Il PATOM, infatti, ha individuato un territorio nell’Appennino Centrale, esteso dal Parco del Matese a quello dei Sibillini, (Fig.2) nel quale l’habitat idoneo potrebbe consentire la vita almeno a 70 femmine e a oltre 200 orsi complessivi. È questo l’orizzonte futuro per evitare l’estinzione dell’orso marsicano.
Da: “Rapporto Orso marsicano 2019” – Natura Protetta n.23 Edizioni del Parco 2020
In questo contesto, l’area di interesse, Località “Case Pente” del Comune di Sulmona, è pianamente inserita nello scenario che vede alcuni territori come cruciali ai fini dell’espansione demografica e territoriale auspicata e prevista dal PATOM. L’area in questione, infatti, risulta essere un corridoio ecologico di fondamentale importanza, tra la rete di aree protette, ai fini della realizzazione di un contesto di meta-popolazione per la specie (nuclei riproduttivi separati e distinti, in contesti geografici anche distanti, ma collegati da aree di corridoio), condizione necessaria ed indispensabile per diminuire l’attuale rischio di estinzione. Molti individui nel corso degli ultimi anni, dimostrano di utilizzare in maniera sistematica questi territori, non solo per gli spostamenti ma anche per alcune attività stagionali.>
Infatti, solo nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio, a metà tra il Parco nazionale della Majella e il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, territorio di importanza cruciale per la conservazione e l’espansione della popolazione di Orso bruno marsicano, nel corso del 2019 sono stati censiti geneticamente 13 orsi rilevati solo nello scorso anno nel Comune di Pettorano sul Gizio individui, di cui 7 individui nuovi per la popolazione, perché mai censiti prima altrove. Tutti questi dati, raccolti dai monitoraggi condotti dal Personale della riserva negli ultimi anni, sia autonomamente, che all’interno della Rete di Monitoraggio orso Bruno marsicano, rivelano una crescente presenza in questi territori, così come in quelli limitrofi e contigui. Un fenomeno che si è accentuato negli anni recenti con i seguenti segni di presenza: 40 nel 2017, 107 nel 2018 e 338 nel 2019.
<E’ evidente che la strategia del PATOM sta trovando in questi territori una delle conferme più importanti, con la presenza stabile di alcune femmine fuori dalla core area storica del PNALM.
A dimostrazione della valenza di queste aree di presenza non più sporadica ed occasionale (ma di presenza stabile e di passaggio, in alcuni periodi dell’anno), come quello della località “Case Pente”, i dati in possesso della Rete di Monitoraggio Orso bruno marsicano di Abruzzo e Molise, istituita dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, dimostrano e confermano il trend registrato negli ultimi anni, dal momento che anche nel corso del 2020, nei mesi di Ottobre e Novembre, diversi individui di orso, tra cui la femmina F 1.99 (individuata tramite analisi genetica e videotrappolaggio), hanno frequentato il sito in questione, compreso nel territorio di Sulmona e Pacentro, attirati dalle abbondanti risorse trofiche disponibili, in particolare dai numerosi alberi da frutta e dalla abbondante fruttificazione di ghiande. L’orsa F 1.99 ha inoltre predato diversi animali da cortile presenti nell’area e ha utilizzato il corso del fiume Vella come area di rifugio.>
<L’area è sempre stata utilizzata negli anni dagli orsi che vivono all’interno del Parco Nazionale della Majella e l’aumento notevole nel numero di individui che frequentano il Parco registrato in maniera scientifica e sistematica a partire dal 2012, con oltre 15 diversi individui e almeno 3 femmine riproduttive, ha determinato un utilizzo sempre più significativo del territorio in oggetto da parte di questa specie ad altissimo rischio di estinzione.>
Gli auspici degli esperti del PATOM incaricati dal Ministero della Tutela dell’Ambiente e del Territorio e del Mare (MATTM) quali <priorità alla conservazione dell’orso rispetto agli interessi e le attività antropiche>, oppure: <gli interventi di miglioramento ambientale non si limitano a interventi strutturali (sull’habitat) ma devono includere anche una regolamentazione più puntuale e severa dell’accesso e delle attività ad opera dell’uomo> che probabilità di realizzazione hanno se viene costruita nel bel mezzo dell’area una Centrale di Compressione e Spinta di gas metano, con relativi inquinamenti luminosi, acustici, con presenza continua antropica, emissioni inquinanti e tutto ciò che comporta la costruzione di gasdotti previsti?
Nell’anno 2019, il Direttore del Parco Maiella, in risposta alla amministrazione comunale di Sulmona che aveva chiesto un parere tecnico-scientifico sull’impianto della centrale a Case Pente, nelle conclusioni così si esprimeva :
<Questo Ente non è stato chiamato a esprimere il proprio parere, in qualità di Ente gestore delle aree Natura 2000 sopra richiamate, in ordine al procedimento di VIA nazionale che ai sensi del d.lgs. 152/06,art.10, comma 3 contiene la Valutazione di Incidenza Ambientale ex art.5 del DPR n. 357797 e fa notare che nei confronti della fauna di interesse comunitario che gravita nella zona il decreto VIA di autorizzazione dell’opera non contiene le misure di mitigazione, né misure di compensazione né azioni di monitoraggio degli impatti nelle fasi di esercizio della centrale di compressione>.
Nell’anno 2020 l’Associazione “Orsa Pro Natura Peligna” si è fatta promotrice di un progetto di modifica dei limiti dell’Area di Protezione “C” del Parco Maiella chiedendo alle amministrazioni dei Comuni di Sulmona, Pettorano, Pacentro e Cansano di tutelare il territorio compreso tra la zona ZSC IT7110100 (M. Genzana), la zona ZPS IT7140129 “Parco Nazionale Maiella”e la zona SIC IT7140203 “Maiella”, territorio frequentato dall’orso bruno marsicano e non protetto. La sola Amministrazione Comunale di Sulmona ha risposto producendo la delibera di Giunta N.263 del 30/12/2020, inviata al’Ente Parco , con la quale aderiva al progetto.
L’associazione Orsa Pro Natura Peligna esprime amarezza e stigmatizza i comportamenti incoerenti di un Paese che, Giano Bifronte, istituisce Parchi, Riserve, attua le Direttive Europee mediante leggi e leggine, incarica esperti di ogni tipo per la tutela dell’ambiente, della fauna, della flora, del paesaggio, della sicurezza e salute dei cittadini e contemporaneamente attua provvedimenti in contrasto con le volontà precedentemente espresse.
Maria Clotilde Iavarone
(presidente “Orsa Pro Natura Peligna”)