il libro di Massimo Di Prospero, davvero una bella iniziativa editiorale, che piace e fa riflettere
Sulmona,10 ottobre-Il sociologo Maurice Halbwachs pensava all’essere umano come al frutto di una memoria collettiva: quando si ricorda non si è mai soli. In un’epoca virtualmente complessa come quella che stiamo vivendo, il concetto della dimenticanza sembra alquanto ostico dati i post sui social e i continui ricordi propinati quotidianamente da Facebook. Ma, come siamo arrivati fin qui? Quale popolo ci ha preceduto? Quanti passi sono stati percorsi prima del nostro arrivo?
L’Associazione Culturale e Sportiva Athena di Sulmona è nata dalla volontà di riscoprire il valore pure del ricordo, della salvaguardia della storia del territorio. Una vocazione che ha permesso la nascita di un percorso di studi di carattere scientifico sul villaggio di Sagizzano. Il primo passo verso la consapevolezza culturale ha avuto luogo presso le sedi amministrative della città di Ovidio con la richiesta di restituire memoria toponomastica alla località; con lo sguardo rivolto ad un possibile “cammino lento” costellato dai luoghi stimati da Celestino V.
Da questo amore per la terra peligna viene concepito “Storie di una montagna – Sagizzano, villaggio scomparso” a cura di Massimo Di Prospero.
L’architettura testuale presenta al suo interno dei saggi argomentativi che producono attente analisi, anche antropologiche grazie ad esperti nel settore tra cui V.Teti, sui territori abruzzesi e sardi (Sagizzano e Sitzamus). Queste due regioni rivelano interessanti similitudini, a partire dall’aspetto agropastorale passando per i luoghi di transumanza, fino ad arrivare all’architettura con i cosiddetti Tholos; strutture di pietra a secco, espressione popolare del Nuraghe sardo.
Tornando al concetto di memoria collettiva e sociale, ad avvalorare la tesi del valore territoriale è il dott. Marco Milanese (Direttore del Museo dei villaggi scomparsi e abbandonati) il quale crede fermamente nell’attivazione di una forma di protezione di siti e aree di tale natura.
Dalla memoria si crea la vita, dai passi già percorsi si formano i cammini futuri. La storia è la conditio sine qua non di una vera politica del presente e del futuro. Le rovine dei villaggi scomparsi, i sentieri ormai persi delle nostre montagne sono esistenza imperitura.
Il testo ripercorre l’identità sociale del territorio donando consapevolezza ai lettori sull’importanza della valorizzazione di elementi naturali e antropizzati, delle tradizioni oralmente tramandate e della sedimentazione del sapere di una comunità che merita riscatto storico e culturale.
Con L’avanzare delle pagine ci si addentra sempre più negli abissi della storia, quella raccontata solo da esperti ed ora condivisa con i figli dell’Abruzzo. Interessanti le ricostruzioni archeologiche e le relative dissertazioni socio antropologiche che si muovono sinuosamente fra la staticità del percorso storico cronologico.
Non possono mancare il profilo di Ovidio, disegnato perfettamente tra le sue favole nei luoghi Morronesi e Antonio De Nino con le sue acritiche testimonianze, seppur perplesse. A seguire, Panfilo Serafini, Ignazio Di Pietro, le bolle corografiche di Lucio III e di Clemente III. Molte altre autorevoli personalità hanno nominato nei propri scritti il villaggio scomparso, donando, inconsapevolmente, una fonte inesauribile di memoria alle future generazioni.
Nel libro si prefigurano i saggi di Fabio Valerio Maiorano, Deputato Deputazione Abruzzese di Storia patria; Giancarlo Guzzardi, fotografo, pubblicista e guida montana; Maria Luisa Orlandi, archeologa e presidente associazione culturale Experio di Ortona a Mare; Ezio Mattiocco, Vice Presidente Deputazione Abruzzese di Storia Patria; Franco Cavallone, Socio Deputazione Abruzzese di Storia Patria; Marco Milanese, Direttore- Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della formazione (Università di Sassari), Ordinario di Archeologia medievale e Direttore Museo dei villaggi abbandonati; Francesco Sonis, Professore e storico locale della Sardegna; Padre Mariano Dell’Omo, Direttore e Paleografo archivio Abbazia Montecassino.
Chiara Del Signore