Sulmona, 27 ottobre– In Italia il periodo storico contemporaneo insito fra la fine della prima guerra mondiale, ed il discorso tenuto da Benito Mussolini il 3 gennaio 1925 alla Camera dei deputati, dopo l’assassinio del deputato socialista segretario del Partito Socialista Unitario Giacomo Matteotti, rapito a Roma da cinque uomini appartenenti alla polizia politica Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola, Augusto Malacria, Amleto Poveromo, il dieci giugno 1924, mentre Giacomo Matteotti percorre il lungotevere Arnaldo Da Brescia poiché si sta recando a Montecitorio, ritrovato morto il sedici agosto del 1924 in località macchia della Quartarella nei pressi del Verano, segna l’inizio in Italia del regime fascista il quale si conclude di fatto la notte fra il 24 e 25 luglio 1943, quando i 28 membri del Gran Consiglio del fascismo, votando l’ordine del giorno Grandi, procedono a destituire Benito Mussolini. Anno 1922: un secolo fa si ha l’avvenimento il quale sarà destinato a mutare l’Italia da monarchico liberale in monarchico fascista. Il 28 ottobre 1922, cento anni or sono, ha luogo la marcia su Roma, la quale vedrà in seguito il conferimento di formare il nuovo governo a Benito Mussolini, futuro capo del fascismo. Sarà organizzata dal Partito Nazionale Fascista (PNF) con l’intento di favorire l’ascesa al potere di Benito Mussolini alla guida del futuro esecutivo in Italia.
L’avvenimento terminerà il 30 ottobre 1922 quando, Sua Maestà Re Vittorio Emanuele III, procede a conferire l’incarico a Benito Mussolini di formare il nuovo governo. La marcia su Roma è preceduta dal congresso fascista il quale si tiene a Napoli, nel quale prendono parte almeno15000 persone, alle quali in seguito se ne uniranno altre migliaia. Il programma della manifestazione prevede la suddivisione in dodici zone; in molte città italiane si avranno reazioni armate, alle quali seguiranno scontri che provocheranno morti e feriti. In molte città d’Italia si hanno scontri e azioni di opposizioni all’iniziativa fascista. Il 28 ottobre 1922 le squadre fasciste ormai sono alle porte di Roma, ed iniziano e dirigersi verso la capitale senza incontrare alcuna ferma opposizione; alle ore nove del mattino dello stesso giorno viene presentato al Re il decreto per lo stato d’assedio, il quale è presentato dal ministro dell’Interno Giovanni Facta, ma il sovrano rifiuterà di firmare. Tale rifiuto, tale diniego, lascerà libera azione da parte dei fascisti, i quali non incontreranno alcuna resistenza lungo il loro cammino verso Roma. Giovanni Facta, in questo momento storico contemporaneo, è stato anche Presidente del Consiglio dei Ministri, presiedendo il Governo Facta I, ricoprendo la carica istituzionale dal 26 febbraio 1922 sino al luglio dello stesso anno. In seguito è nominato ad agosto per il secondo governo, votato alla Camera il primo agosto 1922, il quale termina il 27 ottobre 1922.
Quando Giovanni Facta, viene a sapere che i fascisti stanno predisponendo la marcia su Roma, prende la decisione di proporre al Re di firmare lo stato d’assedio, al fine di determinare e creare una resistenza alle squadre fasciste che giungeranno a Roma, ma il sovrano non firmerà tal provvedimento. Ancora oggi, per gli storici ricercatori di archivio, resta un mistero cosa sia accaduto quella notte durante il colloquio fra Giovanni Facta e il Re d’Italia. La mattina seguente Giovanni Facta insieme all’intero governo, rassegna le dimissioni nella persona del Re d’Italia. Giovanni Facta non rivelerà mai cosa accade quella notte durante il suo colloquio con il Re, né rivelerà mai i contenuti della lunghissima conversazione. Benito Mussolini è contattato al fine di informarlo che deve recarsi a Roma, al fine di ricevere l’incarico di formare un nuovo governo in Italia. La mattina del 30 ottobre 1922 le squadre fasciste sono ormai giunte vicinissime a Roma; in mattinata Benito Mussolini giunge in città al fine di ricevere dal Re l’incarico di formare un nuovo governo. Intanto le violenze nel paese non cessano, con la situazione la quale si fa sempre più tesa e preoccupante. Il paese vive un momento di forte tensione e paura, con gli scontri che non accennano a diminuire. Ricordiamo i quadrumviri della marcia su Roma i quali sono stati Emilio De Bono, Cesare De Vecchi, Michele Bianchi, Italo Balbo, i quali saranno al fianco di Benito Mussolini. Nel corso dell’era fascista il 28 ottobre diventerà giorno festivo per le scuole, mediante la circolare del 25 dicembre 1926 emanata dal capo del Governo. In seguito, sempre con l’intento di ricordare la Marcia su Roma, Benito Mussolini nel X dell’era fascista ordina ai Prefetti di procedere a che, tutti i centri urbani dei Comuni, debbano avere una strada non secondaria avente il nome di Roma. La marcia su Roma è avvenimento storico che porterà l’Italia ad avere la dittatura, con l’avventura fascista che durerà vent’anni, la quale terminerà alla fine della seconda guerra mondiale. In Italia il due e tre giugno 1946 si ha il referendum Monarchia Repubblica all’esito del quale, fra luci ed ombre, si avrà la vittoria della Repubblica nei confronti della Monarchia. La Marcia su Roma ha avuto anche trasposizioni cinematografiche, televisive. Molte le pubblicazioni di libri fra i quali ricordiamo la lunga notte del 28 ottobre 1922, il golpe fascista del 1922, dell’autore G. F. Venè, la Marcia su Roma di G. Albanese, sol per citarne alcuni. La marcia su Roma ancora oggi, a distanza di un secolo dagli avvenimenti che l’hanno contrassegnata, continua ad essere argomento di analisi, dibattiti, confronti fra gli storici.
Andrea Pantaleo
Le fotografie scattate sono tratte dal libro la Nascita del Fascismo 1919 – 1925 autore Eva Paola Amendola edito dalla casa editrice Editori Riuniti
1 Commento
Del fascistissimo Alessandro Sardi cosa possiamo dire?