Sulmona, 13 novembre- Lo voglio dire subito. A me l’iniziativa della Fondazione Ferrovie Italiane, con la collaborazione del Comune di Sulmona, ed altre associazioni che ha promosso e realizzato nella serata di ieri un apposito convegno in città sul ruolo del turismo ferroviario è piaciuta per la sua originalità ,la qualità delle relazioni, le proposte che sono emerse, le prospettive riservate a Sulmona.
La massiccia partecipazione di gente inoltre sta a testimoniare che insieme si puo’ lavorare e si puo’ sognare. Già perché finora a Sulmona, complice una politica insignificante, troppo chiacchierona e poco competitiva solo oggi si comincia a credere con piu’ convinzione sulla possibilità che questa importante infrastruttura puo’ garantire per il turismo locale, del territorio e fors’anche delle regioni interessate prime fra tutte Umbria,Abruzzo e Molise.
Luigi Cantamessa, Direttore Generale della Fondazione Fs italiane si è intrattenuto a parlare del turismo ferroviario come opportunità di rilancio culturale ed economico per i territori ed i borghi con un nuovo modello di mobilità Slow. Poi si chiesto “ Puo’ chiudere una ferrovia che da oltre cento anni collega un certo numero di regioni e che riesce ad interessare ogni anno un numero sempre piu’ alto di persone?” E la “ città dei ferrovieri” come Sulmona considerata da sempre nodo ferroviario strategico in Abruzzo, proprio per la sua centralità, puo’ restare ai margini di questo sforzo che si sta producendo?
Poi la storia piu’ recente è sotto gli occhi di tutti. Come non ricordare quando nel maggio del 2014 la tratta Sulmona-Castel di Sangro ha visto la sua riapertura da parte di Fondazione Fs italiane che aveva avviato il grosso progetto di rilancio dei treni sulla linea utilizzando materiale rotabile d’epoca e il coinvolgimento di molti operatori economici, associazioni culturali abruzzesi e molisane. E come non ricordare l’impegno convinto dell’allora Presidente del Parco Majella, Franco Jezzi, che credeva molto nel progetto e si attivò per unire i comuni del territorio abruzzese attraversati dalla linea ferroviaria ( alto Sangro) nonostante le ironie e gli sfottò di amici e avversari politici che invece non credevano affatto nell’iniziativa?.
Ma l’incontro di ieri sera che avvia una forma nuova di programmazione nel comparto turistico ha insegnato anche altra cosa. La politica e la forza dei territori non s’inventa a caso. Va ideata, studiata,definita e poi applicata.E nessuno pensi che la promozione turistica possa essere quella ideata dalla Regione che crede che portando in vacanza per molti anni ( cinque rinnovabili) una squadra di calcio nell’alto Sangro il territorio possa avere ricadute molto positive. Sciocchezze colossali, molto costose, che dividono i territori e non fa politica promozionale. Ma questa è la politica regionale del momento e questa viene imposta.
Secondo noi i territori, piccoli o grandi, debbono essere invece i protagonisti delle politiche di sviluppo, a cominciare da quella turistica, che vanno confrontate e raccordate con quella regionale e poi applicate. Ma se la Regione ha le sue responsabilità, i territori inoperosi o assenti hanno le proprie. Provare per credere.
Quante volte negli ultimi anni gli amministratori pubblici , operatori economici,politici si sono incontrati come ieri sera al Teatro comunale per parlare di futuro, di scelte, di lavoro comune, di coesione territoriale per andare poi insieme in Regione a confrontarsi con il Governo regionale ( o anche il Consiglio) per individuare il percorso piu’ utile da seguire per il Centro Abruzzo?
E quando qualche sindaco di un piccolo comune è andato a bussare in Regione per qualche aiuto è stato quasi sempre posizione di debolezza o per rapporto clientelare con questo o quel politico di turno.
La verità è che la politica in Centro Abruzzo non ha mai lavorato con questo metodo tanto che non si trova traccia in questa direzione. Il solo elemento di riferimento resta il documento di Giuseppe De Rita e prodotto dal Censis per conto della Comunità Montana Peligna presentato a Sulmona il 12 febbraio 1992 dal Presidente dell’ente Franco Iezzi denominato “ L’area sulmonese nell sviluppo del Centro Abruzzo: ruoli, vocazioni,prospettive”
Sono passati trent’anni, sono successe tante cose in Abruzzo e nel mondo, il nostro territorio ha espresso tanti rappresentanti della politica nelle istituzioni a tutti i livelli ( dai consigli comunali, a quelli provinciali,regionali,in Parlamento) ma dalle nostre parti la politica è rimasta immobile,a polemizzare sempre, a pensare solo ad apparire anche per banalità ma nessuno ha pensato di costruire una politica diversa capace di alimentare nuove speranze per la nostra gente.E questo francamente non piu’ pensabile. Buona domenica a tutti
Asterix
1 Commento
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Buon viaggio…dalla figlia di un Ferroviere… che ebbe due grandi amori : il suo lavoro e la sua famiglia.