Sulmona, 16 nov,Con 100 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare ( 429 detenuti presenti rispetto ai 329 previsti e ben 25 in più rispetto allo scorso anno) il carcere di massima sicurezza di Sulmona si erge a maglia nera nello scenario del tanto discusso sovraffollamento carcerario e non solo.Rispetto allo scorso anno Il dato posto in controtendenza rispetto a quello caratterizzante l’istituto penitenziario dell’Aquila ( 157 detenuti presenti a fronte dei 236 previsti e 19 in meno rispetto al 2021) e la Casa circondariale di Avezzano ( presenti 44 detenuti a bassa pericolosità su una capienza regolamentare di 53 e ben 22 detenuti in meno rispetto allo scorso anno) getta numerosi interrogativi su quello che rappresenta l’attualità dell’istituto peligno e su quello che potrebbe rappresentare il suo futuro.La denuncia arriva da Mauro Nardella (Uil Pa Polizia Penitenziaria)Pesano su di esso la cronica carenza organica dei poliziotti penitenziari, spiega ancora Nardella, seppur da considerarsi in un contesto generale di grave e preoccupante disavanzo numerico; la caratteristica di avere al suo interno detenuti tutti di elevata pericolosità; la pericolosa promiscuita’ in esso insistente di collaboratori di giustizia e detenuti di alta sicurezza
.La UIL da tempo si sta battendo per allontanare dal reclusorio di sulmonese la categoria dei collaboratori.Ci si era quasi riusciti allorquando, alla venuta dell’allora capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Bernardo Petralia, la speranza che tale richiesta fosse accolta aveva quasi acquisito i connotati di certezza salvo poi volatizzarsi in occasione “dell’abdicazione” di Petralia a favore dell’attuale responsabile delle carceri Reinoldi. A peggiorare la situazione vi è la spada di Damocle del nuovo padiglione la cui apertura rappresenta davvero un’incognita oltre che un problema considerata la situazione descritta.Dopo la risposta data da provveditorato in ordine al quesito posto dal cartello sindacale regionale sembrerebbe che almeno la questione legata alla caserma agenti e che rischiava la chiusura sembra essere per il momento rientrataInsomma, nella provincia aquilana ci si ritrova a dover fare i conti con realtà penitenziarie molto diverse tra loro e con sfaccettature legate al peso organizzativo del posto in cui si opera che condizionano e non poco gli umori dei vari interlocutori penitenziari chiamati così come lo sono e a parità di stipendio a svolgere il loro compito professionale ( ad Avezzano e L’Aquila non si hanno notizie di aggressioni a poliziotti penitenziari mentre sono più di 10 quelli malmenati a Sulmona).Per farla breve, conlude la Uil, per quanto attiene il mondo penitenziario, in provincia dell’Aquila si vive in un ambito agrodolce e purtroppo, come nel caso di Sulmona, amaro.