L’Aquila,5 dicembre Sei milioni di euro per la ricerca in agricoltura in Abruzzo: con la riprogrammazione del “Piano sviluppo e coesione Abruzzo” nelle fasi che vanno dal 2000 al 2006 e dal 2013 al 2020, la Regione ha destinato la importante somma alla riqualificazione e al rilancio del Crua, il Consorzio di Ricerca Unico d’Abruzzo, con sede ad Avezzano(Aq), da anni in crisi e senza attività, per il quale è in atto un tentativo di salvataggio anche davanti ai giudici.Lo ha deciso la Giunta regionale su proposta del vicepresidente della Regione con delega all’Agricoltura Emanuele Imprudente, con la quale è stato finanziato il progetto “ Ri.Cr.e.a” – Riqualificazione del CRUA per Ecosistemi Agroambientali”.Il CRUA sarà referente unico del progetto, in quanto ente regionale, e si avvarrà della collaborazione, come soggetti partner, della Regione Abruzzo, del socio del consorzio il Comune di Avezzano, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZS), dell’Università degli Studi di Teramo e dell’Università degli Studi dell’Aquila, per qualificare ancor più i risultati che si intendono raggiungere.”Un’ottima notizia per l’agricoltura abruzzese e soprattutto per la Marsica: sei milioni di euro immediatamente disponibili – commenta Imprudente -, rappresentano un passaggio cruciale per il ruolo che il CRUA potrà assolvere, a favore della ricerca applicata al comparto agricolo, diventando cioè un sito strategico non solo per l’Abruzzo, ma per il Mezzogiorno d’Italia, vocato alla creazione e alla diffusione di innovazione tecnologica, e nel ruolo di incubatore di impresa nel settore agroambientale”.
Entrando nello specifico, il progetto “ Ri Cr.e.a” ha come obiettivi la valorizzazione degli scarti e sottoprodotti di produzione nelle filiere dell’olio di oliva, dei vegetali, dei cereali, del vino e del latte, per il recupero di componenti con proprietà di funzionalità ed attività salutistica e importanza nutrizionale, per la produzione di farine proteiche vegetali da utilizzare come mangimi per uso zootecnico e a scopo alimentare, e ancora lo studio e produzione di microrganismi anche con tecniche di ingegneria metabolica, per la riconversione di sottoprodotti o reflui della lavorazione ad alto contenuto organico, per la produzione di biopolimeri, infine azioni integrate per il monitoraggio e gestione delle acque per la prevenzione della contaminazione da sostanze pericolose (chimiche, biologiche), minimizzando l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti.Nella nuova delibera si sottolinea che “la riprogrammazione proposta non comporta modifiche finanziarie tra le aree tematiche del Piano di Sviluppo e coesione”.(