Sulmona, 15 dicembre- Di sicuro un effetto positivo l’ultimo report diffuso nei giorni scorsi dal prof. Aldo Ronci sulle ragioni che hanno portato ad una perdita di popolazione cosi’ consistente in Abruzzo , nelle aree interne ed in modo particolare a Sulmona ( – 2.540 abitanti con tanti giovani fuggiti altrove) avvenuta negli ultimi otto anni lo ha prodotto perchè comincia a far riflettere molti. Ma anche le proiezioni dell’Istat , poco incoraggianti, per prossimi dieci anni e fino al 2031 della nostra città qualcosa, pur nella disattenzione generale della politica e delle forze sociali, comunque hanno prodotto. Tutti gli indicatori a cui studiosi ed esperti hanno fatto riferimento sono allarmanti. La perdita di popolazione nel 2031 porterà Sulmona sotto la soglia dei ventimila abitanti ( 19.690) “che fanno tornare indietro la città- secondo le previsioni Istat- di quasi un secolo così com’era agli inizi del novecento”
Insomma fatti e cifre che hanno riacceso i riflettori sul nostro territorio che non cresce piu’ anzi torna indietro perché la politica da qualche decennio non esiste piu’ da queste parti, dove tante distrazioni hanno procurato guasti irreparabili, dove l’orgoglio civico dei sulmonesi si è smarrito, la programmazione regionale ha fallito la sua missione strategica, quella territoriale si è fermata verso la fine degli anni settanta quando allo studio del Censis prodotto da Giuseppe De Rita, dicembre 1991, che pure disegnava un percorso praticabile. Eppure nessuno, negli anni successivi, ha inteso raccogliere quei suggerimenti ed agire di conseguenza. Ed è inutile ora ripetere il copione dello scaricabarile attribuendo alla politica del passato responsabilità che invece appartegono a tutti.
Già a tutti perché da queste parti forze politiche e coalizioni diverse si sono alternate negli ultimi venti anni ovunque dal comune alla Provincia,alla Regione,al Parlamento, Governo. A cominciare dal 2009 quando all’indomani del terremoto q Sulmona non fu inserita nell’area del cratere sismico con la promessa del riconoscimento. di area di crisi complessa. E invece? E che dire della vicenda del riconoscimento del Polo di attrazione e del declassamento dell’Ospedale di primo livello? Chi non ricorda la battaglia portata avanti dallo stesso Ronci e da una pattuglia di giovani sulmonesi che cercavano attraverso iniziative diverse di sensibilizzare l’opinione pubblica a lottare per quell’obiettivo? Eppure tanti amministratori ed esponenti di primo piano della politica locale non si avvicinavano nemmeno ai banchetti per firmare le petizioni. Sono passati diversi anni e la città secondo il focus dell’Istat sulle aree interne del luglio 2022 avendo perso l’Ospedale di I livello si ritrova ad esse comune periferico di Avezzano
E chi non ricorda che l’Abruzzo proprio in quegli anni, come altre diciotto Regioni italiane, fu Commissariata dal Governo per il debito della sanità ma fu anche tra le prime quattro Regioni ad uscire da quella esperienza e in condizioni di poter riprendere il cammino in maniera spedita attraverso il potenziamento delle strutture sanitarie. Ed invece cosa è successo negli ultimi quattro anni?
E che fine ha fatto il progetto di riorganizzazione della rete ospedaliera che i governanti di oggi, che ieri facevano i moralisti, continauano a sostenere che è cosa fatta. Lo avevano strombazzato anche alla vigilia delle amministrative di Sulmona ( quasi due anni fa). E invece? E il discorso potrebbe continuare a lungo. Dal problema dell’occupazione che non c’è piu’, a quello dei trasporti che mortifica ogni giorno di piu il territorio con tagli, disservizi e scelte sbagliate sulla pelle dei lavoratori e pendolari.A quello della giustizia, dei servizi. Perfino le cose minime che potrebbe fare la Regione come la riapertura di Palazzo Portoghesi dopo oltre tre anni continua a restare chiuso.Oggi la cosa piu’ irritante è la debolezza della politica locale che non sa ancora aprire un confronto serio con la Regione su nulla. Ma su cosa? Qui il discorso diventa piu’ complesso perché al tavolo a Palazzo dell’Emiciclo bisogna andare con idee chiare e proposte concrete come fanno tutti i territori per cogliere obiettivi possibili. Ma per fare questo bisogna lavorare con il territorio e con esperti delle diverse problematiche. A Sulmona e al centro Abruzzo non servono piu’ chiacchiere a vuoto,occorre agire e presto se proprio non vogliamo ritrovarci come cento anni fa. Buona giornata a tutti
Asterix
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https://www.ilpost.it/2022/02/18/tangentopoli-cause-conseguenze/
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https://www.periodicodaily.com/saturnalia-antica-roma/
https://www.parlarediscienza.com/sol-invictus-il-sole-che-vince-le-tenebre/
https://www.cercoiltuovolto.it/index.php/don-luigi-maria-epicoco-commento-al-vangelo-del-16-dicembre-2022/
Tra… nove giorni,,,