Sulmona,8 marzo- Le segreterie regionali FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e DIRER hanno dovuto prendere atto che il tentativo di conciliazione, fra parte sindacale e parte pubblica esperito ieri presso la Prefettura dell’Aquila in seguito alla proclamazione dello stato di agitazione del personale dipendente della Regione Abruzzo, si è concluso, per indisponibilità dei rappresentanti dell’amministrazione, negativamente. Quindi nonostante che anche la Prefettura, dopo aver ascoltato lungamente le parti, abbia riconosciuto,. Si legge nel documento dei sindacati, che oltre alle questioni procedurali e formali sussistono anche questioni sostanziali e contenutistiche e suggerito in chiave conciliativa alla Parte Pubblica alcune misure tra le quali quella di attivare l’Organismo paritetico previsto sui progetti di organizzazione, oltre ad una immediata convocazione del tavolo per risolvere lo stato di agitazione, il Direttore Generale non ha ritenuto di procedere, come chiedevamo, a sospendere l’efficacia degli atti già adottati per ristabilire almeno un confronto corretto e trasparente di merito sui tanti aspetti in questione.
A poco valgono le rassicurazioni di parte datoriale circa l’ascolto che sarà dato alle rappresentanze sindacali se gli atti sono già stati adottati seppur in violazione di norme di Legge e contrattuali. La Giunta regionale quindi sceglie di non dialogare correttamente con le Organizzazioni sindacali ed insiste nel dire che si andrà, a tempo debito, alla costituzione dell’Agenzia del lavoro aprendo quindi una nuova stagione di conflitto nell’Ente regionale che avrebbe invece bisogno di maggior benessere organizzativo e continuità della struttura amministrativa per gestire le attività istituzionali anche nell’ambito della programmazione dei Fondi comunitari così importanti e fondamentali per la nostra regione. Appare ancora nel sito istituzionale della Regione Abruzzo, spiegano ancora i sindacati, l’annuncio del 15 maggio 2020 dell’allora Assessore al personale relativo alla Riorganizzazione della macchina regionale di allora, anche in quel caso condotta senza il dovuto confronto con le organizzazioni sindacali, quale svolta epocale con prospettive di rilancio e progettuali di lungo respiro “Un lavoro complesso, durato circa un anno, ma necessario per riformare realmente la complessa e articolata macchina regionale. Si è concluso ieri, con l’approvazione in Giunta delle ultime delibere necessarie, il percorso di riorganizzazione della struttura della giunta regionale”.
Potremmo gattopardianamente dire che “tutto cambia perché nulla cambi” in Giunta regionale: soffocata tra nomine e cambi di vertice, concentrata sui rapporti di potere nella maggioranza, svilimento delle lavoratrici e dei lavoratori, del ruolo e delle prerogative sindacali, nel goffo tentativo di apparire innovativi ma in realtà non avendo affatto a cuore una idea nuova di sviluppo per questa regione e senza alcun rispetto per le donne e gli uomini che sono chiamati con le loro competenze e la loro professionalità a dar corpo alla programmazione ed alla erogazione dei servizi. Chi nel corso del tempo ha assunto la responsabilità politica e gestionale di talune decisioni, oggi è ormai in altri luoghi, i dipendenti invece sono sempre qui e noi con loro, non saremo complici e chiederemo, attraverso tutte le forme di proposta e protesta legittime, le modifiche che riteniamo necessarie per le lavoratrici ed i lavoratori ma anche per questa nostra Regione