Sulmona, 19 marzo- Porsi domande è un efficace modo per ridimensionare l’ingiustificata onnipotenza umana. Frequentando Aion ci si imbatte, immediatamente, in una dimensione ignota e sconosciuta. Leon Hart, in qualità di protagonista delle vicende narrate, è portato a porsi mille quesiti. Indaga il silenzio, il vuoto, la luce, la paura e pur non riuscendo a darsi delle risposte soddisfacenti prende consapevolezza dell’importanza della mente e della ragione.
Condurre d’improvviso un uomo, come tanti, in una galassia nuova, privo di strutture e di entità significative comporta la necessità che quest’ultimo si rielabori ex novo. Nulla è scontato e tanto meno repentino. Dovrà capire che la sua nudità non viene neppure notata, prenderà dimestichezza con il concetto che la morte capita è che vi è un dopo, un seguito pieno di sorprese ma mai totalmente scollegato da ciò che è stato.
Fabio Privitera in Aion rappresenta, con sensibilità e acuta dimestichezza, le vicende di un uomo che senza una ragione evidente viene catapultato in un altrove, inizialmente sconosciuto e insignificante. In un gergo specifico un Kenayòn terrestre che privato di ogni ricordo e di ogni soggettività si trova ad essere Enayòn vuoto e trasparente in cerca dei contenuti smarriti o dimenticati.
A chi non è capitato di conversare affettuosamente o per fede con un angelo custode? A Leon la vita ultraterrena, senza lasciare nulla al caso, assegna Chet. Commovente la motivazione, che senza grandi proclami arriva durante la narrazione e toglie il fiato. Entrate in Aion è come decidere di intraprendere uno screening completo di ciò che si è stato, di ciò che si impara ad essere e di ciò che si vorrà essere…
…la tua vita, quella l’hai scelta tu giorno dopo giorno ed è essa che racconta al resto del mondo chi sei davvero ed è questo che ti manca: la tua storia, i ricordi del tuo vissuto…
La condotta di ogni percorso umano non si azzera, risiede nell’animo e lo rende profumato…
…tutto quello che ognuno vive in modo pieno ed emotivo si imprime nell’anima e ne altera, nelle sue parti, il campo energetico.
Tutti spavaldi nel dare un nome alle emozioni, pochi realizzano che si è in grado di battezzarle perché le si è vissute, fino al momento in cui non si attraversano certi sentieri, non se ne conosce la vegetazione tipica.
Esiste nel mondo un sapere che racchiude l’intero creato, nel fatto di specie è denominato l’Atlante delle Conoscenze, stupefacente scoprire che il corallo cambia colore in funzione delle emozioni che percepisce. Fabio Privitera insegna l’importanza del tempo, che non va sprecato, ma va messo a coltura, va riciclato, tutto finalizzato alla trasformazione, al miglioramento.
Ogni civiltà sviluppa un sapere, apporta miglioramenti e conferisce contributi nuovi. La dimensione in cui Leon approda è un insieme di piramidi piene di luci ognuna rappresenta un mondo e i saperi ad esso appartenuti. La conoscenza è accessibile per livelli, tutti i saperi sono 343, uno per ogni civiltà.
Un viaggio nel nuovo che scava nei dubbi del passato donando risposte, chiarimenti su affetti mancati…
…ecco tutto questo è rinascere su Aion 9803…serve a disinstallare quelli schemi appresi durante la propria vita sulla Terra e accettare la verità più profonda, per affrontare la nuova vita qui…
Tale immensità può prescindere da un Creatore? Sicuramente no, è la forza motrice, è il Creatore e il creato…
…ma io non sono ovunque, sono l’ovunque, sono qualunque cosa, sono chiunque…
L’attuale contesto terrestre tende a vanificare il concetto di felicità, perseguirla è da sempre impresa ardua, camminando le pagine di Aion si arriva a comprendere la sfacciataggine che può possedere la felicità, Ella arriva senza bussare, quando meno te lo aspetti e ti paga pure gli arretrati.
Lo scrittore Fabio Privitera ha congeniato un floema fibroso e nutriente, avversario di chi crede di saper condurre la vita facendo a meno degli altri. Gli altri sono essenziali, tanto da infrangere le regole per cercarli, andando contro i propri carcerieri, persino in una galassia lontana e sconosciuta.
Se si aprisse a caso una pagina di Aion si noterebbe, di certo, una parola di “comune abuso” e repentino sarebbe il desiderio di stringerle la mano per approfondirne la conoscenza. Il mondo, i mondi presenti nel mondo, non si basano sul principio dell’indifferenza, ma si fregiano della possibilità di conoscere l’ignoto, riaffiorando dall’oblio.
Una lettura formativa, ostacolo puro all’approssimazione, vanga adatta ai terreni aridi, medicina per chi avesse l’ambizione di definirsi onnipotente!
Cesira Donatelli
AION riaffiorare dall’oblio di Fabio Privitera
(Edizioni Effetto)