Sulmona,23 aprile- Parlare dei propri guai o presunti tali resta la forma di sopravvivenza più riuscita alle piccole e grandi tragedie che interessano le esistenze. Se ci si fosse illusi di poter dimorare sul pianeta terra facendo a meno di un abbraccio, di una pacca sulla spalla, di una chiacchera con un vicino o con un barbone, si è incorsi in un infernale errore. A tutt’oggi, questi “angeli custodi” dei rapporti non hanno intenzione di mollare lo scettro. Per grazia ricevuta!
A condurci per mano all’interno di un condominio, che non si distingue per le fantasiose e ingestibili contese durante le assemblee, bensì per la sopraggiunta solitudine dei suoi inquilini è Antonella Frontani. Questa autrice, con lettore al seguito, entra al civico 7 di via Armando Diaz a Torino e come un parroco che si accinge a benedire le case, dopo le ricorrenze pasquali, si fa aprire tutti gli usci. Un’operazione delicata, compiuta a passo di jazz, incontrando lezioni di pilates, temendo versioni di latino, ammirando opere d’arte e arredi di prestigio.
Se una vita si viene a trovare nella condizione di dover sussistere alla propria indigenza non è detto che non abbia, mai, posseduto le origini più ambite e più gradite. Approdare su un marciapiede, vivere fra i cartoni, insieme a una briciola di cane che si chiama Briciola, può solo significare che il dolore e la sofferenza ha avuto la meglio. Affinché questo dolore non sia definitivo e non abbia l’ultima parola, da quel marciapiede, guardando le andature degli altri, si può fare per gli altri. Ed è esattamente per gli altri che fa Batman, il barbone che suona divinamente il sax e che con testardaggine intesse affinché Tommaso e il suo ricco padre, accettino di miscelare i loro mondi, fatti di interessi e orizzonti differenti.
Tanto è tenera la penna di Antonella Frontani in Quando le stelle vengono meno, da affidare ad una piccola foca di peluche, il pretesto per l’inizio tra Tommaso e Egle, che pur vivendo una al piano di sopra dell’altro e avendo un prezioso amico in comune, ignorano di poter scambiarsi l’amore e sia per garantire a Martina che la sua foca Mimì avrà una stanza o addirittura una casa tutta sua in una nuova vita che verrà, perché la vita, poi alla fine, torna a venire!
Il controllo dei bilanci aziendali, le telefonate di lavoro e le scadenze non sono la vita vera, sono palliativi…
…non ci sfiora mai il dubbio che la nostra esistenza sia solo un insopportabile sequenza di gesti inutili…
Non bisogna vivere superficialmente o in solitudine, bisogna circondarsi di arte e di bellezza e si deve possedere la propensione a condividerla, proprio come fa Nevio…
…adora l’arte che ha saputo custodire la forza dello sguardo femminile nel tempo, la potenza del gesto aggraziato; la malizia e la pietà che solo gli occhi di una donna possono consegnare alla storia…
Tutti i personaggi di Quando le stelle vengono meno si evidenziano per le loro insoddisfazioni, alcuni di loro nascondono i loro momenti bui ricorrendo ad artefatti di astuzia. Quasi a sfidare i passanti che non possono immaginare o non vogliono indagare le cause dei patimenti.
Ma d’altronde i passanti, se non hanno orecchio, possono ignorare anche la sublime melodia che esce da un sax…
…sorprendente come la sordità dell’anima si ripercuota sull’udito rendendoci stanze vuote ed insonorizzate…bunker irraggiungibili…
Le incomprensioni in una famiglia divorano ogni giorno centimetri di condivisione e di crescita comune. I desideri di un genitore non sono i cavalli di battaglia dei figli e quindi i giorni si passano al letto a smaltire le canne della sera precedente e non vi è vita dorata che tenga. Ed ecco in soccorso, fra le righe, la possibilità di fallire, di incorrere in errori. L’autrice introduce questo concetto con l’ausilio del pensiero filosofico di Popper.
Benefico e miracoloso scoprire che la soluzione ai patimenti può giungere da una domestica, da una segretaria, da un barbone, da un’amante comprensiva o da un vicino omosessuale avanti negli anni e in affanno per il suo giovane marito.
Un romanzo in cui la bellezza della natura è annoverata fra i protagonisti, si dispone di un Po che è frate confessore del tutto di tutti. Neppure l’inquinamento ne sfianca il suo ruolo e la sua vocazione, scorre fiero ed è talmente prorompente e deciso da scongiurare le idee malsane di uno dei protagonisti di Quando le stelle vengono meno.
Gli affetti hanno bisogno di spazi in cui manifestarsi, desiderano mettersi in mostra perché sono vanitosi, non possono restare chiusi nelle prigioni che le incomprensioni e le aspettative costruiscono intorno a loro. Per questo fanno baccano, sfiancano, si ribellano fino ad averla vinta. Dedicarsi ad un legame necessità di guardare con altri occhi…
…ha imparato a guardare il mondo attraverso i miei occhi, e se lui dovesse lasciarmi, si porterebbe via anche la mia vista. Diventerei cieco in attesa di morire…
Il luogo e il modo in cui si forma un minerale ne detta le caratteristiche definitive, ogni roccia viene forgiata dalle viscere della terra fino a divenire eruzione o deposito di fondali marini. Difficile stabilire quale sia il percorso più formante, l’importante è essere!
A stringere può capitare che…
…lo sguardo più lucido sul mondo sia quello di un uomo allo sbando…
Uno scritto che riscatta la dignità umana di ogni essere, mostrando l’inutilità, a giusta ragione, della posizione economica, dei ruoli sociali, dei circoli che si frequentano o dei titoli accademici. La dignità è sempre paritaria, i sogni sono sempre legittimi e le scelte possono mutare al mutare dei propri desideri. L’essenziale è essere sé stessi.
Cesira Donatelli
QUANDO LE STELLE VENGONO MENO di Antonella Frontani
(Edito Garzanti)