Castel di Sangro, 29 maggio– Ad un anno dalla prima mobilitazione, le lavoratrici e i lavoratori impegnati nel servizio mensa dell’ospedale di Castel di Sangro, nonostante i ripetuti impegni presi dalla ASL1, si trovano nuovamente davanti ad un futuro incerto e ad al concreto rischio della perdita del posto di lavoro.
Lavoratrici e lavoratori, anche monoreddito, impegnati da moltissimi anni in questo servizio essenziale, potrebbero dal 1 di giugno perdere l’unica fonte del sostentamento proprio e della propria famiglia non avendo avuto, ad oggi, alcuna notizia dagli attuali datori di lavoro, Orienta spa e SIAI srl, titolari degli appalti che forniscono il personale alla ASL1. Lo rilevano oggi in una nota Andrea Frasca (Filcams Cgil L’Aquila) e Diego Di Francesco (Nidil Cgil L’Aquila). “Le scriventi organizzazioni sindacali hanno ripetutamente cercato una interlocuzione, sia con le aziende appaltatrici sia con la ASL1, allo scopo di chiarire il futuro lavorativo del personale, senza avere risposte. Ricordiamo che la Committente ASL1, nel luglio del 2022 – si legge in documento- assicurò le parti sociali, attraverso un verbale di accordo, rispetto alla garanzia occupazionale di tutto il personale impegnato nell’appalto e per tutto il tempo che sarebbe stato necessario all’espletamento della procedura di gara per il servizio di ristorazione che riguarda tutti i presidi ospedalieri della provincia aquilana e che è stata già bandita da qualche mese dall’ARIC. Invece, ad oggi, le scriventi organizzazioni non hanno ricevuto alcuna risposta alle pur legittime richieste di rassicurazioni sulla prosecuzione del servizio e dei contratti dei lavoratori e, per questo motivo, in data odierna è stato proclamato lo stato di agitazione sindacale dei lavoratori interessati. La ASL1 non sembra valutare adeguatamente la professionalità dei lavoratori e l’importanza del servizio che essi quotidianamente garantiscono, ignorando le possibili nefaste conseguenze della propria inerzia. Chiediamo, pertanto, che la Committenza si faccia pieno carico delle proprie responsabilità sociali in ordine alla salvaguardia del personale impiegato nel servizio, fornendo ampie garanzie sull’erogazione dei servizi ai pazienti e garantendo una reale tutela occupazionale dei lavoratori”.