Sulmona, 24 giugno– L’apologia del Consigliere, nonché capogruppo del Pd, Mimmo Di Benedetto appare come un tentativo, mal riuscito, di giustificare l’evidente situazione di imbarazzo. L’integerrimo Di Benedetto è stato in realtà chiamato a rispondere della opportunità politica e non sulla questione o meno di legittimità dell’appalto del servizio di refezione.
Siamo ben consapevoli che un consigliere non può incidere su una procedura di gara, lo prescrive la legge e non Di Benedetto, ma al contempo conosciamo l’etica della trasparenza che dovrebbe scandire i tempi della politica. Quella famosa trasparenza e quella idea di essere al di sopra di ogni sospetto che il Pd e Di Benedetto hanno tanto predicato nelle omelie da campagna elettorale, che hanno consentito loro di governare la città, e che oggi, invece, appaiono mutate.
Ci preme, inoltre, sottolineare come, in futuro, il permanere del Consigliere Di Benedetto tra i banchi di maggioranza possa rappresentare motivo di disagio nei rapporti tra l’Ente ed il prossimo possibile gestore del servizio di refezione scolastica. Chiediamo, quindi, che, al fine di sgomberare il campo da qualsiasi imbarazzo, Di Benedetto rimetta il suo mandato da Consigliere comunale, lasciando spazio al primo dei non eletti, in nome della trasparenza e di un codice etico che dovrebbe appartenere a tutti noi amministratori.
Così in una nota alcuni consiglieri di opposizione a Palazzo San Frabncesco ( Di Rienzo,Di Rocco,La Porta,PetrellaProietti,Santilli) |