Anche la politica, in maniera bipartisan cerca di correggere gli “orrori” della Giunta regionale
Sulmona, 3 luglio– Continua la battaglia per il pluralismo, la democrazia e la libertà associativa portata avanti da Arci Caccia, Enalcaccia, Liberacaccia ed Italcaccia in Abruzzo. Si è svolta proprio in questi giorni in Regione, una votazione per noi molto importante, infatti, il Gruppo del PD nel Consiglio Regionale dell’Abruzzo, tramite il Consigliere Dino Pepe, ha presentato un emendamento per modificare la legge che ha tagliato la partecipazione delle libere Associazioni venatorie negli ATC.
Un tentativo di raccogliere le sollecitazioni nostre e delle altre Associazioni venatorie nazionali che hanno partecipato al ricorso contro l’atteggiamento arrogante e prevaricatore della FIdC e della Giunta. Esprimiamo sostegno e solidarietà all’iniziativa legislativa, e ringraziamento a chi l’ha promossa e a chi l’ha sostenuta, che ha trovato il supporto di quelle forze politiche che si erano pronunciate favorevolmente alla modifica, infatti l’emendamento, pur respinto, ha incassato il voto favorevole di PD e Lega, segno che, anche nella maggioranza e quindi nella Giunta, qualcuno ha raccolto le nostre tesi.
Esprimiamo rammarico, si legge in una nota, invece, per la posizione assunta dal Movimento 5 Stelle che si è accodato alla parte più antidemocratica della Giunta e alla Federcaccia, associazione nemica del dialogo e del confronto anche con il mondo ambientalista e agricolo, quest’ultimo oggetto delle stesse scelte discriminanti che hanno colpito noi. Non ci arrenderemo per questo stop e la battaglia continuerà sia sul piano politico che legale, in difesa del diritto in Abruzzo e non solo. Il percorso che ci porterà all’udienza del TAR dell’Aquila del 13 dicembre, ci vedrà impegnati nella costruzione di una piattaforma con le altre Associazioni Venatorie per effettuare un lavoro di sensibilizzazione dei cacciatori di tutto il territorio.
La questione, infatti, non è solo regionale e gli ATC sono stati occupati, con altre leggi e stratagemmi anche in altre parti d’Italia. Difenderemo le libere associazioni nazionali riconosciute dalla legge 157/92 a cui è allergico il ministro dell’agricoltura, che si è arrogato il diritto di abrogare una legge che il Parlamento ha votato e poi solo sospeso. A Roma come in Abruzzo la caccia per questi signori è interessante solo quando è al voto, come dimostrato in questi anni. Vogliamo rinnovare l’appello all’unità del mondo venatorio, questa volta rivolgendoci ai cacciatori perché si realizzi un’unione dal basso di tutti i cacciatori, uniti contro la politica che vuole occupare le associazioni con la benedizione della solita Federcaccia.