Sulmona,5 luglio- Presentata anche in Abruzzo la proposta di legge per il “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della legge ottobre 1992, n. 421”, perché la Regione la sostenga per la presentazione alle Camere. Si tratta di un provvedimento che mira a un adeguamento della spesa sanitaria, in particolare, si intende modificare l’articolo 1 del decreto vigente, introducendo due commi aggiuntivi: nel primo si stabilisce che l’importo delle risorse finanziarie destinate al servizio sanitario nazionale sia determinato in misura non inferiore al 7,5 per cento del PIL dell’anno precedente, al netto del tasso di inflazione annuale e sia adeguato all’indice di vecchiaia e all’aspettativa di vita della popolazione; nel secondo si differisce l’entrata in vigore della citata disposizione allo scopo di consentire l’armonizzazione complessiva del sistema di finanziamento della spesa sanitaria”. E’ quanto riferisce il capogruppo Pd Silvio Paolucci che spiega: “Attraverso questa proposta si evita che i cittadini paghino con una riduzione di risorse il loro diritto alla sanità, alle prestazioni sanitarie già fortemente provato dai rallentamenti provocati dalla pandemia, e per questo costretti, per chi può, a pagare di tasca propria per la cura e la prevenzione. Il Pd sta presentando questa Pdl in varie regioni perché diventi legge, l’Abruzzo non deve essere da meno, se davvero vuole tutelare il diritto alla salute, dimostrando di essere dalla parte della comunità-utente.
La modifica serve in ragione dei quasi 40 miliardi di tagli degli ultimi anni. Per altro l’incremento del biennio 2020-2022 (11,2 miliardi)- spiega ancora Paolucci- è stato assorbito dalla gestione della pandemia e questo comporta che la spesa sanitaria, a ragione dei minori oneri connessi alla gestione dell’emergenza epidemiologica, sia destinata a scendere costantemente nel corso del triennio 2023-2025.Con la legge di bilancio 2023 il governo Meloni non ha aggiunto risorse a quelle previste e il mancato adeguamento del fondo si sta traducendo in un taglio reale come nella migliore tradizione del centrodestra, nonostante i rincari energetici e l’incremento del costo dei prezzi che invece incidono sulla comunità e anche sul diritto alla salute. Per questo ci auguriamo che questa proposta abbia l’assenso di Marsilio e della maggioranza di centrodestra in regione. Proprio con riferimento alla predetta manovra, la Corte dei conti ha rilevato che la previsione della spesa sanitaria in termini di contabilità economica raggiungerebbe i 133,8 miliardi, ponendosi in tal modo al di sotto di quella prevista per il 2022 (133,9 miliardi) e confermando, dunque, che la spesa sanitaria, in termini di prodotto, è in riduzione nel prossimo biennio (-1,1% in media l’anno). È questo un fattore preoccupante perché si traduce in “meno salute” e pone l’Italia al di sotto della media dei Paesi OCSE e al di sotto del livello di “accettabilità”, con inevitabili ripercussioni sulla qualità e l’efficacia dell’assistenza sanitaria e sull’aspettativa di vita, come studi e ricerche hanno già documentato in rapporti accreditati. A questo stato di fatto si aggiunge il grave ritardo nell‘erogazione delle prestazioni, anche ordinarie, nonché nel riassorbimento delle liste d’attesa, cresciute esponenzialmente con la pandemia. Questa situazione di scompenso, va riequilibrata, per evitare che a pagare non siano ancora i cittadini.