Sulmona,9 agosto- “Apprendiamo con sdegno e rabbia dell’imminente trasferimento del Servizio di Endoscopia del P.O. di Sulmona presso la ex struttura ospedaliera di Pescina. Decisione assunta dalla Direzione Strategica della ASL Avezzano-Sulmona-L’Aquila priva di logicità e di nuovo in spregio verso una intera comunità che per l’ennesima volta subisce decisioni che offendono il territorio, già deprivato da troppo tempo dell’attenzione che merita”. E’ quanto sostengono in una nota Francesco Marrelli e Antony Pasqualone della Cgil della Provincia dell’Aquila.
Da quanto si apprende dalla disposizione emanata dalla ASL, in merito agli interventi del PNRR/PNC dedicati alle strutture denominate “Ala vecchia” e “Ala Bolino” del Presidio Ospedaliero di Sulmona- spiegano i due sindacalisti- sarebbe stata individuata come più idonea allocazione strutturale per il predetto servizio l’ex struttura ospedaliera di Pescina, senza individuare alcuna soluzione interna all’Ospedale di Sulmona, considerato che all’interno della cd. Ala Bolino, attraverso una programmazione attenta e puntuale, sarebbero state, e lo sono tutt’ora, facilmente rinvenibili sufficienti spazi per l’allocazione dei servizi attualmente ancora allocati nella vecchia ala ospedaliera. Condizione quest’ultima che garantirebbe il mantenimento del Servizio di Endoscopia sul territorio, unico presente nel distretto sanitario Peligno-Sangrino che consta di circa 65.000 residenti.
Invece la ASL sceglie di nuovo di ridurre i servizi, depauperando il nosocomio e comprimendo così in diritto alla salute. Di nuovo siamo costretti a denunciare la mancanza di programmazione e pianificazione con decisioni assunte in modo unilaterale senza conoscere il territorio e senza assumersi alcuna responsabilità dei danni che tale scelta produrrà, anche nella mancata valorizzazione del patrimonio immobiliare che sta a dimostrare una totale disattenzione sull’edilizia sanitaria.
Ancora una volta è il P.O. di Sulmona e, conseguentemente tutte le lavoratrici e lavoratori nonché l’intera cittadinanza, che subiscono, loro malgrado, gli effetti di una manifesta inadeguatezza di chi è incaricato a gestire i servizi sanitari e le prestazioni da erogare.
Ci troviamo a dover ribadire ancora una volta, si legge ancora nella nota, un concetto fondamentale come quello del diritto alla salute, alla prevenzione ed alle cure, a cui tutte e tutti devono poter accedere, soprattutto in un territorio che vede, anno dopo anno, un andamento demografico impietoso, dove la crisi economica morde pesantemente ed è continuo l’arretramento dei servizi pubblici.
Chiediamo che venga immediatamente revocata la disposizione relativa al trasferimento del servizio di Endoscopia, ricercando tutte le idonee soluzioni più confacenti alle esigenze territoriali e all’utenza, anche attraverso il coinvolgimento di Istituzioni e Politica locale e regionale.
E’ ormai acclarato che i servizi alle comunità debbano essere il più possibile di prossimità, invece la Direzione strategica della ASL si permette di trasferire attività sanitarie da un luogo ad un altro quando, al contrario, avrebbe dovuto potenziare tutte le strutture sanitarie dedicate alla prevenzione ed alla cura.
Ci dichiariamo, sin da ora, pronti alla mobilitazione e a qualsiasi legittima azione di lotta e protesta al fine di garantire e difendere i diritti delle lavoratrici, dei lavoratori e della cittadinanza tutta. Siamo stanchi di subire tagli ai servizi sanitari pubblici da parte di chi con questo deliberato atto incauto vuole intenzionalmente sferrare l’ennesimo colpo di mannaia su un territorio che merita invece ripresa, rispetto e valorizzazione”.