Sulmona,21 agosto– “L’Abruzzo da cinque anni è fermo e non può correre il rischio di restare ancora più indietro rispetto alle altre regioni, l’autonomia differenziata, come l’ha messa nero su bianco le forze governative di centrodestra è un problema serio, per questo chiediamo alla Regione di attivarsi e a Marsilio di smettere di fare l’uomo di partito e di chiedere al Governo Meloni il ritiro del Disegno di legge AS 615 sull’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, perché penalizza la regione che lui amministra” e che il Governo regionale assuma ogni iniziativa istituzionale adeguata in sede di Conferenza Stato- Regioni per garantire i percorsi costituzionalmente previsti affinché vengano riconosciuti a tutti gli stessi diritti e servizi”, queste le richieste dei consiglieri dei gruppi di opposizione del Pd, Legnini Presidente, Abruzzo in comune e Gruppo misto e Movimento 5 Stelle, contenute in una mozione presentata all’esecutivo.
“Chiediamo un tavolo istituzionale per trovare un accordo concordato e condiviso con tutte le Regioni, le Province e i Comuni che hanno visioni diverse sull’argomento e una rigorosa applicazione dell’art. 119 della Costituzione, soprattutto in merito alla determinazione dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi che devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale – sottolineano i consiglieri – È necessario agire prima dell’avvio del processo di autonomia differenziata e tenendo conto dei limiti storici delle Regioni più in difficoltà e farlo anche attraverso l’istituzione di un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante, come indicato dal terzo comma dell’art. 119 della Costituzione.
Bisogna confrontarsi seriamente su un modello di sviluppo che può rappresentare una pesante ipoteca sul futuro della nostra regione, evitando di lasciarsi passare sul capo idee, decisioni e oneri che saranno gli abruzzesi a pagare, com’è già capitato, ad esempio con la velocizzazione della tratta ferroviaria Roma-Pescara, tanto per citare l’esempio più recente. Per imprimere allo sviluppo nazionale una velocità unica, la via da percorrere non è quella di fare un’autostrada a più corsia, ma di dare pari condizioni a tutti, un orizzonte che non abbiamo visto affatto in questo percorso che la destra intende portare avanti, di fatto frammentando il Paese, come in altri tempi alcune delle forze oggi al governo proponeva di fare. Non è pensabile che ciò accada, né l’Abruzzo, che già sconta ritardi e latitanze a causa della lentezza e della mancanza di visione dimostrata in questi cinque anni dal centrodestra, può permettersi di correre un tale rischio”.