Vittorie, spallate e cazzotti del Camoscio d’Abruzzo. Vita, morte e miracoli del brigante della due ruote, ma anche trionfi e cadute di un ciclista che ha rappresentato il riscatto sociale per un’intera generazione di italiani. Si presenta così “Vito Taccone. Il camoscio d’Abruzzo”, libro d’esordio del giornalista Federico Falcone, uscito il 1° febbraio per Radici Edizioni e, forte dell’immediato successo, andato subito in seconda ristampa.
Verrà presentato venerdì 25 marzo, dalle 18, alla libreria Colacchi dell’Aquila. Prenderanno parte all’incontro l’autore, l’assessore allo sport del Comune dell’Aquila, Vito Colonna, l’assessore alla Cultura, Fabrizia Aquilio e il giornalista Giovanni Chilante, per l’occasione anche moderatore dell’incontro. L’evento rientra nell’ambito degli eventi della rassegna “L’Aquila città europea dello sport”.
“Negli anni Sessanta Vito Taccone è stato tra gli uomini e gli sportivi più amati dagli italiani, specialmente nel Meridione dove, ovunque andasse, veniva accolto come un novello Napoleone. Proveniva da un grave stato d’indigenza famigliare, non era istruito, non sapeva parlare in italiano, non era bello e non conosceva formalità. Ma quando saliva sulla bicicletta era una furia, non mollava un centimetro, si batteva con ardore e arringava le folle. Era amato proprio per questo, per la sua determinazione e per il suo coraggio, ma soprattutto perché era l’archetipo dell’italiano medio di quegli anni”, spiega l’autore del libro, il giornalista Federico Falcone.