On. Joe Volpe *
TORONTO – La popolazione del Canada è aumentata di oltre dieci volte dall’unificazione (Confederazione, 1867) delle colonie sotto il dominio britannico nel Nord America, quando contava circa 3.600.000 abitanti in totale – appena più grande di Toronto e il 50% delle dimensioni dell’odierna GTA.
L’immigrazione (e i conseguenti tassi di natalità) è stato un fattore importante, se non preminente, in quella crescita. Considerata fino a tempi relativamente recenti un fenomeno demografico, l’immigrazione ha cominciato a prendere il posto che le spetta come politica economica. L’Italia (popolazione circa 27,3 milioni secondo Statista nel 1867) e gli italiani rappresentarono una parte significativa di quella crescita socioeconomica. Ancora oggi, secondo il censimento del 2021, circa il 4,5% della popolazione si identifica ancora come di origine italiana (la Diaspora), circa 1,4 milioni di residenti.
Il rovescio della medaglia di questi numeri è che rappresentano un fenomeno demografico di persone e delle loro famiglie che hanno lasciato l’Italia – per una serie di ragioni – per costruirsi un futuro altrove.
Oggi, come riportato da Francesco Veronesi (nell’edizione di venerdì), nel suo intervento sul rapporto annuale di Migrantes, organizzazione italiana che monitora i flussi migratori, nel mondo sono circa 5.933.000 quelli che mantengono ancora il passaporto italiano, circa il 7,25% dei diaspora.
Il 3 novembre 2023, uno dei nostri collaboratori periodici, Goffredo Palmerini, ha avuto occasione di preparare e tenere una presentazione accademica all’Assemblea CRAM (alla quale ha partecipato anche un ex sindaco di Hamilton, Larry Di Ianni) tenutasi all’Aquila, in Abruzzo, sull’argomento. Uno dei dati che emergono da quella presentazione è il numero impressionante che indica che, durante il periodo sopra indicato, sono emigrati ben 29 milioni di italiani da quello che abbiamo imparato a chiamare il Belpaese. È una storia che vale la pena raccontare.
Vale la pena leggere il lavoro di Palmerini sull’argomento. Abbiamo ricevuto il permesso di ristamparlo in una serie di divisioni adeguate (dieci in totale) adatte al consumo in un quotidiano. Forniremo anche una traduzione in inglese per ogni colonna in modo che gli italiani di seconda e terza generazione possano comprendere più facilmente il significato del fenomeno. Goffredo Palmerini non potrà essere ritenuto responsabile né della fedeltà delle traduzioni né della suddivisione di ogni brano della serie. Queste modifiche vengono apportate per riflettere la fluidità dell’originale.
Ricorre questa settimana il decennale del rilancio del Corriere Canadese. La nostra redazione ha preparato questo “progetto letterario” per celebrare quell’evento. Ringraziamo Goffredo Palmerini per la sua gentile concessione.
- Editore ‘Corriere Canadese’