Le incidenze degli aggiustamenti censuari sul totale delle variazioni registrate in Abruzzo nel 2020 sono state altissime e tutte di gran lunga superiori a quelle dell’anno 2019 per cui tutto lascia supporre che gli aggiustamenti rilevati si riferiscano anche ad anni precedenti. La riflessione emerge dall’ultima analisi sviluppata dal sulmonese prof. Aldo Ronci che da anni analizza aspetti sociali, economici, demografici (e non solo) delle diverse realtà dei territori regionali. Questa volta si sofferma sulle recenti risultanze dei dati Istat che hanno suscitato, almeno sul piano metodologico, una serie di interrogativi sul decremento della popolazione abruzzese .Ecco perché
Sulmona, 27 marzo – Fino al 2011 il Censimento della popolazione si è svolto ogni 10 anni. Dal 2018 l’Istat ha introdotto innovazioni metodologiche e tecniche che prevedono lo svolgimento del censimento permanente su un campione di popolazione che cambia ogni anno.
Il Censimento Permanente permette di avere informazioni sulla popolazione sempre aggiornate evitando il ben noto disallineamento tra dato censuario e dato anagrafico che veniva a crearsi quando le anagrafi soffrivano le difficoltà di aggiornamento continuo tra un censimento e l’altro.
A seguito della diffusione dei dati del censimento permanente della popolazione riferiti al 31 dicembre 2018, l’Istat ha effettuato la ricostruzione delle serie di popolazione intercensuarie e dei dati del bilancio demografico comunale della popolazione residente degli anni 2002‐2018.
Il conteggio della popolazione fatto su quella “abitualmente dimorante”, spiega Ronci, effettuato sulla base dei “segnali di vita amministrativi” e comporta un aggiustamento statistico che potrà essere: un saldo censuario positivo o negativo a seconda che la differenza tra le unità conteggiate sarà in aggiunta o sarà in detrazione rispetto alla popolazione iscritta in anagrafe.
Negli 2018 e 2019 l’Istat, per reperire i dati del censimento temporaneo, ha dato corso alle indagini campionarie Areale e da Lista mentre per il conteggio 2020, a causa della pandemia da Covid‐19, ha optato per l’impiego esclusivo di archivi amministrativi e registri statistici come fonti di dati per la definizione della popolazione censuaria.
La nuova metodologia ha individuato le unità che, pur non iscritte in anagrafe, sono da considerare nella popolazione residente (abitualmente dimorante), includendo nel conteggio anche i non iscritti in anagrafe ma con segnali di vita “forti” ricavati dalle fonti amministrative (correzione della sotto‐copertura anagrafica) ed escludendo coloro che, pur essendo formalmente iscritti in anagrafe, non hanno pi segnali di dimora abituale (correzione della sovra‐copertura anagrafica).
Ma comunque, come vedremo di seguito, il cambio di metodologia ha fatto segnare dei risultati così esagerati che rendono poco consigliabile l’analisi demografica relativa al solo anno 2020 in quanto le incidenze degli aggiustamenti censuari sul totale delle variazioni registrate in Abruzzo sono state altissime e tutte di gran lunga superiori a quelle del’anno 2019 per cui tutto lascia supporre che gli aggiustamenti rilevati per l’Abruzzo nel 2020 si riferiscano anche ad anni precedenti.
Nel 2020 l’Abruzzo subisce una flessione di 12.929 abitanti ma l’aggiustamento dovuto al censimento permanente di ben 4.376 unit che incide per il 34% sul decremento totale, incidenza questa che pari tre volte quella italiana che stata dell’11%. Il 34% oltre che essere un valore molto elevato anche pari a cinque volte l’incidenza dell’anno 2019 che aveva segnato appena il 7%.
Anche nelle province abruzzesi le incidenze degli aggiustamenti censuari sul totale delle flessioni sono state elevate ed hanno oscillato dal 29% di Pescara al 40% dell’Aquila e comunque sono state di gran lunga superiori a quelle dell’anno precedente. In valori assoluti i decrementi sono stati di 4027 abitanti all’Aquila, di 3.625 a Chieti, di 2.796 a Teramo e di 2.481 a Pescara.
Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia le incidenze hanno raggiunto picchi elevatissimi: il 71% a Teramo, il 72% a Chieti e addirittura il 97% all’Aquila, basti pensare che all’Aquila gli aggiustamenti sono stati 649 su un totale di 670 decrementi e a Teramo gli aggiustamenti sono stati 1.088 su un totale di 1.522. Ad ogni modo , anche in questo caso le incidenze 2020 sono state tutte di gran lunga superiori a quelle 2019.