Sulmona, 9 gennaio- Com’era facile prevedere il provvedimento adottato dalla Giunta regionale con la delibera n° 1 del 3 gennaio 2024 la Giunta Regionale ha approvato il nuovo piano di dimensionamento scolastico, che ha di fatto previsto sette accorpamenti così ripartiti: tre in Provincia dell’Aquila, due in quella di Chieti, due in quella di Pescara e zero in quella di Teramo. Nello specifico per la provincia di Pescara sono stati unificati i due istituti comprensivi di Penne, il “Giardini” e il “Ciulli Paratore”, e l’istituto comprensivo 1 di Pescara è stato accorpato all’Istituto comprensivo 7 ha creato tante polemiche e scontenti sull’intero territorio regionale.
Il provvedimento, secondo il Consigliere dem, disattende però ampiamente le proposte di razionalizzazione emerse dai tavoli provinciali, a cui hanno partecipato sindacati, ufficio scolastico ed enti provinciali. In base ai nuovi parametri imposti dal decreto interministeriale n° 127 del 30 giugno 2023, che prevedono in sostanza per l’anno scolastico 2024/2025, a causa della crescente denatalità, l’attivazione di una sede scolastica ogni 961 alunni, per quanto riguarda l’Abruzzo era stata prospettata la riduzione di 11 dirigenze, contingente successivamente sceso a 7 a seguito dell’intervento del decreto mille-proroghe.
Il giovane e combattivo consigliere regionale Antonio Biasoli ( Pd) di Pescara in questa legislatura si è distinto per passione, impegno e soprattutto per la difesa di tanti obiettivi riguardanti l’Abruzzo e soprattutto il territorio che lo ha eletto, Pescara e la sua Provincia, e mandato a Palazzo dell’Emiciclo.
Oggi Biasoli ha voluto affrontare il problema di grande attualità sul dimensionamento scolastico nel corso di un’apposita conferenza stampa per sottolineare come “la scure della Regione si abbatte su Pescara: disposte due soppressioni con un procedimento ambiguo, non condiviso con i tavoli provinciali e a rischio di impugnazione”.
Dopo aver ricordato che la Regione con la delibera 1/2024 “afferma di aver «cercato di redistribuire – in modo razionale e con un criterio di equilibrio e proporzionalità alla luce della situazione concreta di ciascuna autonomia – l’inevitabile soppressione» di queste 7 dirigenze. In realtà la logica seguita non sembra corrispondere a quanto affermato, poiché la richiamata “solidarietà” – che non è un criterio specifico ma un indirizzo -, avrebbe dovuto scongiurare decisioni eccessivamente penalizzanti in alcune province, mentre la scelta dei 7 istituti sacrificati si è rivelata nettamente sbilanciata a favore della Provincia di Teramo e a sfavore di quella di Pescara.
Infatti, sulla base del piano di razionalizzazione formulato dall’ufficio scolastico regionale – che ricordiamo, contemplava 11 soppressioni – la Regione ha deciso di confermare le tre soppressioni previste all’Aquila, ridurre da 4 a 2 quelle attese a Chieti – evidentemente per preservare la specificità di alcune aree interne -, di annullare le due soppressioni inizialmente previste per Teramo – malgrado una di queste, l’accorpamento del liceo artistico per il design “Grue” di Castelli al liceo scientifico “Einstein” di Teramo fosse stata avallata dalla stessa provincia teramana anche in considerazione dei soli 46 alunni iscritti – e confermare infine le due prospettate per Pescara.
Poi altre considerazioni, riguardanti soprattutto la città e provincia di Pescara, su taluni aspetti e i ruoli che in questa vicenda che Biasoli ha criticato soprattutto perché non è ancora chiaro quello che potrebbe accadere nel prossimo anno scolastico quando ulteriori decisioni potrebbero penalizzare la città adriatica e l’intero territorio regionale.