Sulmona, 11 gennaio– Nuovo colpo di scena nella vicenda della querela tra gli ex Consiglieri comunali di Sulmona Bruno Di Masci e Roberta Salvati .
Come si ricorderà Di Masci che aveva dato della “zoccola” alla Collega Consigliera offesa suscitando enorme scalpore negli ambienti politici della citta (e non solo) era stato assolto con sentenza del Giudice di pace il 12 ottobre 2023 perché ”il fatto non sussiste”.
Ora il Procuratore della Repubblica di Sulmona dott. Edoardo Mariotti ha chiesto alla Cassazione di intervenire perché quella sentenza appare meritevole di integrale annullamento spiegando, tra l’altro, una serie di ragioni che anche nella lotta o confronto politico il confine della correttezza va sempre rispettato senza confondere mai il diritto di critica con le offese personali
“Sono grata alla Procura di Sulmona e al Procuratore della Repubblica dott. Edoardo Mariotti – ha commentato Roberta Salvati- per aver proposto ricorso alla Suprema Corte di Cassazione per richiedere l’annullamento della sentenza emessa dal Giudice di Pace di Sulmona Dott.ssa Cipriani.
Nelle motivazioni che hanno indotto la Procura a promuovere l’impugnativa, vi è la sconvenienza plateale e la volgarità dell’offesa rivoltami, atta a denigrare gratuitamente la mia persona e realizzata dinanzi a terzi, infine incontrollatamente circolata su whatsapp.
Ho vissuto la sentenza del Giudice di Pace di Sulmona del 12/10/2023 come un’intollerabile ingiustizia. Non è civile e democratico rivolgersi neppure al peggior avversario politico con offese che hanno più il sapore di un attacco personale.
Il genere di esternazioni per cui all’epoca ho promosso querela contro Di Masci dovrebbero infatti rimanere estranee alla dialettica politica.
Un politico che si rispetti- aggiunge- dovrebbe saper utilizzare l’arte oratoria per argomentare le proprie opinioni e non per offendere ledendo la reputazione altrui. E’ per questo che ancora di più sono grata alla Procura per l’accortezza, la professionalità e la cura con cui hanno valutato il caso, per aver fatto valere un diritto non solo mio ma di tante altre donne e uomini che si dissociano e inorridiscono di fronte a parole così umilianti; parole di cui è davvero impossibile ignorare il significato e che Di Masci ha scelto di utilizzare volutamente per colpirmi alle spalle, forse pensando di divertirsi con i suoi amici”