I comitati scrivono al ministro Pichetto – Fratin e chiedono la cancellazione del progetto “Linea Adriatica”
Sulmona, 26 gennaio– Secondo i Comitati cittadini per l’ambiente “Il Governo e la Snam hanno creato in Italia un clima di paura. La maggior parte dei mass media ha orchestrato una grande campagna di disinformazione e di terrorismo psicologico per far credere agli italiani che sarebbero rimasti senza gas. Tutto falso. All’Italia il gas non è mai mancato. Gli stoccaggi sono pieni e il nostro Paese- si legge in una nota- rivende all’estero più metano di prima. Intanto le bollette erano arrivate alle stelle mentre ENI e SNAM hanno fatto profitti da capogiro. La Linea Adriatica (metanodotto e centrale di Sulmona) era stata giustificata con la necessità di abbandonare il gas russo. Ma era solo un pretesto. Le importazioni dalla Russia sono quasi azzerate e il consumo di gas in due anni è crollato, passando dai 76 miliardi di metri cubi del 2021 ai 63 del 2023.
Lo stesso ministro Pichetto Fratin ha riconosciuto, di fatto, che la Linea Adriatica è inutile, dichiarando: “Il nostro Paese- spiegano ancora gli ambientalisti- si è lasciato alle spalle la dipendenza energetica da Mosca”. Perché, allora, Governo e Snam continuano a raccontare falsità? Perché insistono nel voler costruire un’opera inutile? Spendere 2 miliardi e 500 milioni di euro per un’opera che non serve assolutamente a nulla è un vero e proprio crimine economico, in un Paese come l’Italia che ha un estremo bisogno di mettere in sicurezza il proprio territorio, sempre più colpito da eventi meteo estremi provocati dal cambiamento climatico, la cui causa principale è l’utilizzo dei combustibili fossili”.
I Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona hanno inviato al ministro Pichetto Fratin una lettera con cui, per queste ragioni, chiedono la cancellazione del progetto Linea Adriatica Ecco la lettera.
Signor Ministro,
Le scriviamo a proposito del progetto Linea Adriatica della Snam, che prevede un mega gasdotto di 430 chilometri da Sulmona a Minerbio e una centrale di compressione a Sulmona.
Approfittando della guerra in Ucraina il Governo e la Snam hanno creato in Italia un clima di paura tra i cittadini sostenendo che ci sarebbe stato un elevato rischio di crisi energetica. Nell’aprile del 2022, in relazione al possibile stop del gas russo, Draghi ha affermato: “Preferiamo la pace o il condizionatore acceso?”, e insieme al ministro Cingolani ha imposto al Paese nuovi impianti metaniferi, tra cui spicca il progetto Linea Adriatica. La maggior parte degli organi di stampa ha fatto da cassa di risonanza lanciando una grande campagna di disinformazione e di terrorismo psicologico per far credere agli italiani che, venendo a mancare il gas dalla Russia, avrebbero rischiato di restare senza riscaldamento e senza elettricità.
Messaggi totalmente falsi, perché l’Italia non ha mai corso il rischio di rimanere senza gas. Il nostro Paese, con quattro gasdotti di ingresso (oltre quello dalla Russia) e tre rigassificatori, è quello che in Europa ha la migliore diversificazioni delle fonti di importazione di metano; e la Snam, con oltre 38.000 chilometri di metanodotti, è il numero uno in Europa per il trasporto di gas e per gli stoccaggi.
Infatti, grazie a questa sovrabbondanza di infrastrutture metanifere, l’Italia nel 2022 non solo non ha avuto alcun problema ma ha potuto disporre di tanto gas da esportarne ben 4 miliardi e 600 milioni di metri cubi, cosa mai avvenuta in passato. Mentre, le società che operano nel settore, speculando sui prezzi del metano, hanno potuto realizzare enormi extraprofitti.
Il Governo Meloni ha proseguito sulla stessa linea di Draghi continuando ad alimentare una falsa rappresentazione della realtà, il cui prodotto è stato il varo dell’anacronistico “piano Mattei”. Una vera e propria follia che prevede non solo la Linea Adriatica e i nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna, ma anche altri due rigassificatori a Gioia Tauro e a Porto Empedocle, oltre al raddoppio del Tap e il nuovo gasdotto EastMed-Poseidon da Israele.
Pur di imporre a tutti i costi la Linea Adriatica il Governo ha continuato a raccontare falsità. Il 20 gennaio del 2023 lei, intervenendo a L’ Aquila, ha spaventato gli italiani dichiarando: “Noi la Linea Adriatica la dobbiamo fare perché ha la funzione di portare in sicurezza il Paese e renderlo sicuro significa avere la garanzia che imprese e famiglie hanno l’energia. Dobbiamo dotarci della Linea Adriatica per garantire l’Italia”. Ma appena tre mesi dopo, il 16 aprile in una intervista al Corriere della Sera, lei ha platealmente smentito se stesso affermando: “Il nostro Paese si è lasciato alle spalle la dipendenza energetica da Mosca, grazie al gas africano”. Quindi ha ammesso che la Linea Adriatica, giustificata proprio per fronteggiare la chiusura delle importazioni da Mosca, non serve. Allora perché insiste?
Rilasciando l’autorizzazione per la realizzazione della Linea Adriatica nel tratto Sulmona – Foligno, lei ha fatto propria in maniera del tutto acritica l’insostenibile tesi della Snam secondo cui il gasdotto Transmed (che trasporta il metano lungo la penisola) sarebbe vicino alla “saturazione” perché avrebbe una capacitò totale di trasporto da sud di 125 milioni di metri cubi/giorno, di cui 110 già utilizzata. Chiunque può comprendere che questi dati sono falsi perché, con la capacità residua di 15 milioni di mc/g sarebbe possibile importare al massimo 5,475 miliardi di metri cubi/anno (15×365), mentre l’accordo sottoscritto dall’Italia con l’Algeria prevede una importazione aggiuntiva di 9 miliardi di mc.
La prova decisiva della inutilità della Linea Adriatica la danno proprio il Governo e la Snam. Dai documenti ufficiali, reperibili sui rispettivi siti, si ricava che l’Italia, con le attuali infrastrutture, ha una capacità di importazione e di trasporto gas da sud (Algeria, Libia, Arzebaigian) di almeno 60 miliardi di metri cubi l’anno.
I consumi del centro-sud (anno 2022) sono stati di 23,896 miliardi di m.c. Pertanto resta per il nord una disponibilità potenziale di oltre 36 miliardi di metri cubi. Escludendo la Russia, a tali quantitativi vanno aggiunti quelli relativi alle capacità dei tre rigassificatori esistenti a nord (Livorno, Panigaglia e Rovigo), pari a 18 miliardi di m.c., e quelli dalla Norvegia di 10 miliardi di m.c. più circa 1 miliardo e 500 milioni di m.c. di produzione nazionale. Questo senza considerare né Piombino né Ravenna, che valgono altri 10 miliardi di m.c.
Abbiamo così un totale di capacità disponibile per il nord Italia di oltre 65 miliardi di metri cubi di gas, a fronte di un consumo di 43,257 miliardi di m.c. (anno 2022). Ciò significa che in Italia c’è un surplus di capacità delle infrastrutture di trasporto e di distribuzione del metano di quasi 22 miliardi di metri cubi. Pertanto non sono necessari non solo la Linea Adriatica ma neanche i due nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna.
Se il confronto viene fatto, anziché con il 2022, con il 2023 (per il quale si stima, rispetto ai 68,5 miliardi di m.c. utilizzati nel 2022, una ulteriore riduzione di almeno 6 miliardi di m.c.) si allarga ancora di più la divaricazione tra capacità delle infrastrutture metanifere e fabbisogno di gas nel nostro Paese. E per il futuro le previsioni stimano un ulteriore calo dei consumi di metano, sia in Italia che in Europa.
Nonostante l’evidenza, da parte del Governo e della Snam si continua a sostenere che nel centro Italia (Sulmona) vi sarebbe una sorta di “imbuto” della rete metanifera che impedirebbe al gas di fluire verso il nord. Si tratta, in realtà, di una tesi frutto solo di fantasia. Se ci fosse davvero questo “imbuto”, nel 2023 – con le importazioni dalla Russia quasi azzerate e visto che non esiste ancora la Linea Adriatica – come avrebbero fatto i quantitativi di gas provenienti da sud a giungere al nord?
In definitiva, quella che si sta consumando da parte del Governo e della Snam è una colossale truffa a carico dei cittadini italiani perché saremo noi e le future generazioni a pagare, attraverso la bolletta energetica, i costi dell’inutile Linea Adriatica e della altrettanto inutile centrale di compressione di Sulmona. Senza contare i danni per l’ambiente e per il clima.
A trarne vantaggio sarà solo la multinazionale del gas perché, comunque vadano le cose, anche se nel tubo non passerà un solo metro cubo di gas, il guadagno per la Snam è assicurato dal mega appalto di 2 miliardi e 500 milioni di euro. Si tratta di una enorme quantità di denaro che invece potrebbe essere investita per mettere in sicurezza il territorio, sempre più colpito da eventi estremi causati dal cambiamento climatico.
Pertanto, signor Ministro, riconosca che questo progetto non ha alcun fondamento e lo cancelli. Se non lo farà questa sarà la riprova che il suo Governo non è al servizio del Paese ma è totalmente subalterno agli interessi delle grandi compagnie dei combustibili fossili.
Ci teniamo a farle sapere che noi non siamo sudditi, come ci vorrebbe il suo Governo e la Snam, ma cittadini consapevoli dei propri diritti e dei diritti del territorio in cui viviamo. Perciò continueremo a batterci fino in fondo per impedire che quest’opera sciagurata, dannosa e non necessaria venga portata a compimento.
Distinti saluti.
p. Comitati cittadini per l’ambiente Mario Pizzola Pietro Di Paolo
4 Commentii
Bella iniziativa che fa onore alla città di Sulmona e a tutti i territori attraversato dal metanodotto
Perché questi ambientalisti non portano a Sulmona il Presidente della Regione per farsi raccontare cosa ha fatto Marsilio in questi cinque anni per dire NO al progetto della Snam ?
Il presidente Marsilio ha spalancato le porte alla Snam prostrandosi vergognosamente al Governo e tradendo l’Abruzzo.
Il presidente Marsilio ha spalancato le porte alla Snam tradendo l’Abruzzo.