Sulmona,17 marzo-Commettere, più spesso di quanto si concepisca, implica avalli taciturni, di comodo e vigliacchi, che si consumano nella distratta quotidianità di una società dedita ad altro, di servizi sociali colmi fino all’orlo, di una scuola sempre più povera, della propria nazione che arranca, e del proprio continente, infine, che va navigando a vista. Nessuno escluso, pertanto! Nessuno si chiami fuori, dunque!
Quando tutto è accaduto, finito, consumato, scivolato negli strapiombi più bui, come per magia, tutti tornano a rispondere “presenti” a quell’appello che si compone di un’ipocrisia stucchevole atta, solo, a condannare e ad additare, è proprio in quell’istante che si identifica la figura di una inaspettata “genitrice”, si scopre che il sangue ha trovato la via in cui scorrere, perché si era impegnati e distratti dal niente modaiolo e globalizzato. Eppure, l’ulteriore beffa riesce a trovare, ancora, vitto e alloggio nella presenza sentenziante di chi è stato latitante, appunto, e finisce per decidere della sorte di minorenni, commettendo, sovente, reato legale.
Cuore Nero, forse non è cosciente che, Silvia Avallone lo abbia eletto libro verità, libro querela, libro del possibile e della mutazione.
Insieme ad Emilia, dietro quelle sbarre, attraverso uno scritto che è uno spillo costante, che non lascia respiro, ci finisce anche il lettore. Impregnandosi di fumo e di eccitazione, di disobbedienza e dedizione allo studio, pur non essendo messo in condizione, fino alle ultime battute, di appurare la causa d’origine di tanta vita sprecata e dilaniata. Pare si stai leggendo un giallo, in realtà si sta navigando un mare privo di porti sicuri, lontano dalla terra ferma, che nonostante tutto può, in rare occasioni, contemplare un faro. In fondo il dolore, non lo si può solo impastare e rimpastare passivamente, va in qualche modo utilizzato e fatto fruttare.
Silvia Avallone al lettore concede, altresì, il privilegio di salire in quota, di riassettare luoghi e cuori murati dal tempo e dai lutti, di osservare come il legame con i genitori non si impregna di nessuna pioggia e non si lascia disidratare da nessun sole cocente. Resiste e si moltiplica riempiendo i giorni e cassando gli errori.
Dissacrante e leggero il ricorrere al sesso come qualcosa che tampona, che distoglie…
…Lei lo avrebbe fatto con chiunque le avesse abitato di fronte. E io con qualunque ragazza fosse venuta a dormire dove mi ero sepolto…
Bruno ed Emilia, sono un insieme che diviene tale, perché i vuoti scavati e incisi dalle intemperie della vita li vogliono, testardamente, riempire. E lo sapranno fare, non senza ulteriori scarnificazioni, consumando passioni, fogli, legna, nocino e paure. Sciogliendosi, proprio come la neve, di Sassaia, impregneranno il suolo di lacrime, annienteranno demoni lavorando a nuovi inizi. Restaureranno, orchestrati e diretti dalla saggezza del Basilio, affreschi di vita veri, seppur per mezzo di una narrazione ammaliatrice, pare si dedichino, solo al recupero di affreschi in cappelle della zona. Perché l’arte è pur sempre la torcia che rende meno buie le profondità. Nel mentre non si morirà, seppur, Emilia, come quando era in carcere tornerà a tagliarsi…
…Non c’è modo di fuggire dalle fotografie, dai titoli di quei giornali. Quindi quello che faccio, lo faccio per gli altri. E per me stessa mi taglio…
In più occasioni i protagonisti principali di Cuore Nero, li si scopre impegnati a consegnarsi, reciprocamente, il proprio male, per poi scoprire che, mettendolo a dimora comune, vegliandolo e custodendolo lo porteranno, attraverso gli anni ad una fioritura nuova, inaspettata e robusta.
Non mancano in un tempo narrativo fatto di prima, di ora, e di ipotesi incerte di futuro, occasioni di “autosabotaggio”, mica semplice ripulirsi e tramutarsi, su due piedi, da un giorno all’altro! Basta una barba incolta e fitta di paure a creare barriere. Eppure, regola universale sancisce che chi sopravvive è intoccabile, che vivere e morire da due rette parallele possono mutare in due linee che si intersecano.
Ma quando la scuola, varca le sbarre e Silvia Avallone, gliele fa varcare, il possibile è più prossimo, si può filosofeggiare, fare di conto, azzardare, come fa Marta, altra eroina di questo romanzo, a scrivere al Presidente della Repubblica, per scuoterlo un tantino con la cruda verità per cui il primo a commettere reati contro la dignità dei propri figli è, lo Stato stesso!
Ogni capitolo è una magistrale e armonizzata convivenza fra presente e passato, dove la narrazione ad opera di Bruno, che è insegnate a scuola e alunno nella vita, svelerà la coesistenza di più persone in ogni entità umana. Con candore, il susseguirsi degli accadimenti, condurranno a svelare che…
…nessuno vuole il male vicino perché ha paura di contaminarsi…
Leggere Cuore Nero, implica riflessioni complesse, dibattute e lontane da una concreta e largamente condivisa risposta da parte della società civile, religiosa e giuridica…
…Si può pagare un reato con la propria giovinezza?…
Più facile approdare alla consapevolezza che l’amore serve a creare una soluzione, che la possibilità di frequentare parole di bellezza e gentilezza scongiura la ricaduta, la pena priva di dignità, sterile e infame, è nemica della cultura e quindi della concreta e reale riabilitazione privata e collettiva, perché sfugge che si abbisogna innanzitutto di una riabilitazione per sé stessi e con sé stessi.
Cuore Nero è un percorso di vita, a cui ci si affeziona, si finisce per carezzarlo attraverso il tatto, per mezzo dello sguardo e lo si scalda con un sospiro compiaciuto perché la via battuta attraverso la penna di Silvia Avallone è cristallina ed è foriera di punti di vista differenti, allo stesso tempo resta nel cuore un battito dubbioso, insistente e massiccio.
Chi può, chi deve, chi è competente, si porrà domande, creerà azioni e gesti di restauro dell’animo e della mente, alla sola insegna del rispetto della dignità di chi erra pur non volendo, di chi si ritrova a commettere, di chi non vuol più conoscere e far conoscere il dolore?
Cesira Donatelli
CUORE NERO di Silvia Avallone
Edito Rizzoli