Sulmona, 24 marzo- Sono già passate due settimane dal voto per il rinnovo del Consiglio regionale. Sembra già un anno. Un appuntamento straordinario che ha portato l’Abruzzo per diversi giorni al centro della politica nazionale e all’attenzione anche dei grandi media.
Buon segnale per l’attenzione e la curiosità che si è determinata, per le polemiche suscitate, le ironie sollevate (troppe) ma anche per per le nuove speranze che sono state alimentate.
Il resto è regola elementare di democrazia: chi vince governa, chi perde controlla il lavoro della maggioranza. Ognuno deve fare lealmente la propria parte. Sarà possibile? Da abruzzesi, ce lo auguriamo Come? Ci sono mille modi per testimoniarlo l’importante che ognuno ponga alla base delle proprie riflessioni la lealtà. Ci proveremo anche perché questa politica dei nostri giorni in questa regione e in questi nostri territori non può essere più tollerata e, speriamo, praticata.
A noi, con grande sincerità, questa campagna elettorale non è piaciuta affatto. Ci ha suggerito poco, non ha aiutato la Regione che fra qualche settimana darà il via alla nuova legislatura a lavorare in modo diverso per le vecchie e nuove sfide che sono dietro l’angolo.
Ma soprattutto non ha unito la politica nel suo complesso che invece dalle nostre parti invoca una nuova stagione di collaborazione, diversa da quella predicata nelle settimane scorse, perché ci saranno momenti delicati che necessitano di coesione e di solidarietà che vanno costruiti dal basso e presto.
Molti partiti, molti candidati che hanno dato vita dall’una e dall’altra parte a strane ammucchiate, trasformismi disinvolti senza pudore voltando le spalle alla propria formazione si sono distinti per le molte chiacchiere inutili, scarse idee, scarsi progetti, scarsa conoscenza della complessa macchina del pianeta Regione. Brutto segnale.
Anche in passato c’erano state indicazioni in questa direzione ma mai, davvero, di così basso profilo. Poi la qualità e la cultura di tanti protagonisti della politica abruzzese di ieri ha sempre fatto la differenza e se la nostra Regione a Roma e a Bruxelles contava e veniva rispettata nei rispettivi Governi è perché i politici di quel tempo, coerenti e credibili, non andavano ad elemosinare ma a rivendicare con orgoglio spazi e risorse per politiche utili alla crescita di un territorio che negli anni settanta era agli ultimi posti fra le regioni del sud e venti anni dopo al primo posto fra quelle del centro sud tanto da non poter avvalersi più dei benefici dell’obiettivo 1 della Ue.
Erano gli anni in cui in Abruzzo si costruivano autostrade, ospedali, Università. Si creavano posti di lavoro. La Fiat a Sulmona, ad esempio, fu inaugurata nel 1970 e cambiò il volto di un territorio intero. In questa campagna elettorale oltre alla mancanza di idee non hanno convinto le varie processioni (che strano) di tanti ministri (14) e tantissimi Sottosegretari (ben 18) a trascorrere più tempo in Abruzzo a fare campagna elettorale che a Palazzo Chigi a sostenere le attese degli italiani.
Per carità tutto lecito (non sempre) ma per noi che abbiamo grande rispetto per le Istituzioni non è normale ed è addirittura stonato. Eppure le emergenze che attendono risposte sono tante. Dalla Sanità che ha indebolito il sistema Abruzzo e che in molti ritengono agli ultimi posti nella graduatoria nazionale ai problemi dei trasporti, dal problema dello spopolamento a quelli dell’occupazione, dal riequilibrio territoriale alla promozione turistica che è cosa seria certamente non la scelta fatta anni addietro dalla Giunta Marsilio di investire molto, tante risorse pubbliche, per portare in vacanza il Napoli calcio nell’Alto Sangro per diversi anni. Poteva succedere nelle altre Regioni? Non ci pare.
E ancora? Non abbiamo sentito in questa campagna elettorale mezza parola su cosa farà l’Abruzzo, e cosa faranno i parlamentari dei diversi gruppi sul disegno di legge d’iniziativa governativa, già approvato dal Senato, collegato alla manovra, sull’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. Per la nostra regione come per tutte quelle del sud sarà un momento divisivo e di lacerazione. Non capire questo e ubbidire ciecamente agli ordini che arrivano dalle segreterie romane significa non voler bene all’Abruzzo.
Altra cosa stonata che ci ha colpito nelle ultime ore è la proposta di cui si parla già tanto che in diversi puntano a modificare lo Statuto regionale per aumentare il numero degli Assessori e per quadrare i posti alla maggioranza.
Insomma c’è chi sogna di utilizzare (e calpestare) lo Statuto che resta pur sempre la piccola Costituzione dell’Abruzzo per giochi di bottega. Anche questa ipotesi, se praticata, sarà fortemente divisiva e lacerante.
Ora che le elezioni sono passate e i festeggiamenti finiti gli abruzzesi hanno diritto di pretendere molto di più dalla politica ma occorre comunque riorganizzarsi al meglio come in una partita di calcio quando si subisce una rete. Si riparte con la palla al centro e si cerca di recuperare. Forse a Sulmona e in Abruzzo occorre ripartire proprio da qui. Forse. Buona domenica a tutti
Asterix
7 Commentii
E’ proprio vero che la poltica di questi giorni non è piu’ come quella di ieri, ma non in tutte le città. A L’Aquila, ad esempio, ha aiutato e aiuta molto, a Sulmona è un oggetto fantasma
A Sulmona tanti portatori di voti poi i consiglieri regionali si eleggono ad Avezzano e a l’Aquila
Il problema vero che in questa città si chiacchera troppo e a vuoto.Poi in tempo di elezioni tutti ubbidienti e di corsa a votare per marsicani e aquilani Poi il giorno dopo ricominciano tutti a piangersi addosso e ritornano i problemi di sempre
Perchè il Presidente Marsilio in campagna elettorale non ha relazionato mai su cosa ha fatto in ciqnue anni per questa città? Perché nessun partito ha fiatato? Ma i candidati ( tutti) lo hanno capito che in politica in queste occasioni si fa in questo modo ? Povera la nostra città.
Pero’ diciamocela tutta. Marsilio ha fatto poco o nulla per questo territorio ed ha raccolto molto. Ma il Consiglio comunale di Sulmona cosa ha fatto per incalzarlo? Nulla. Sempre a litigare tra loro, a passare da un partito all’altro ma idee vere non sono mai venute venute. Almeno noi non le abbiamo percepite
Ma la storia dei tre-quattro mari che bagnano l’Abruzzo ha fatto ridere tutta Italia. Bellissimo lo speciale di ‘Propaganda live” su LA7
https://giannidilena.altervista.org/passata-la-festa-gabbato-lo-santo-valeriano-ad-ambrogio/