Sulmona,27 marzo- In principio era una baracca che poi, magicamente, si trasformò in palazzo. La baracca era abusiva ma sembra che poi l’abuso sia stato sanato. Il palazzo sta venendo su grazie ai finanziamenti pubblici del superbonus 110 per cento. La magia si è concretizzata in un’area che il Piano Regolatore di Sulmona classifica come “parco urbano e territoriale”. Il luogo? In via Tratturo, a ridosso del fiume Gizio, vicino alla chiesa di Santa Maria di Roncisvalle che, insieme all’antica fontana, è un bene storico tutelato dallo Stato.Lo rivelano in una nota i Comitati Cittadini per l’ambiente che tornano ad occuparsi della vicenda.
A consentire la realizzazione della magia, sostengono, è stato il Comune di Sulmona che ha rilasciato il permesso di costruire, avallando la tesi che quella baracca è un edificio e quindi autorizzandone la demolizione e ricostruzione con ampliamento e cambio di destinazione d’uso.
E’ così nel pieno delle festività pasquali esplode in città un nuovo caso,tra distrazioni generali e curiosità, relativa a lla vicenda della baracca in località ‘Tratturo’ come denunciano ancora una volta i Comitati che invocano chiarezza e informazioni precise da parte del Comune
Dopo aver fatto riferimento alle Norme Tecniche di Attuazione del PRG di Sulmona che stabiliscono che nelle aree destinate a parco urbano e territoriale “gli interventi, di esclusivo carattere pubblico, hanno come fine la assoluta salvaguardia e la valorizzazione ambientale, naturalistica del patrimonio esistente”; e la giurisprudenza sancisce che l’inserimento dei suoli nelle attrezzature pubbliche “è inquadrabile in linea di principio nella zonizzazione del territorio e dunque determina il carattere non edificabile dei suoli stessi, dovendosi escludere il criterio della edificabilità di fatto” (Cass. Sez. 1, n. 17958/2015; Cass.Sez.6-1, ord. N. 6873/2011) la nota dei Comitati aggiunge:”
Il Comune ha consentito l’accesso agli atti ma, caso strano, si rifiuta di dare informazioni sulla baracca e sulla sanatoria dell’abuso edilizio. Ciò impedisce di capire se la baracca avesse o no i requisiti di legge per essere trasformata in palazzo.
“Proprio alla luce di tali riscontri – spiegano -abbiamo chiesto ancora una volta al Comune di accedere alle informazioni, finora negate, sulla baracca. Questa volta il Comune di Sulmona si degnerà di fornire le informazioni da noi richieste? “