A 15 anni dal sisma del 2009, il racconto di una città altera e fiera, tra rievocazioni e miti, narrazioni e leggende.
L’Aquila,11 aprile- “Città indomita d’arte e vessilli, di eroiche gesta e cavalieri in armi. Con passo sacrale L’Aquila svela, nei secoli, un’immaginifica storia costellata di miti e leggende….”. Il nuovo libro della giornalista e scrittrice abruzzese, Monica Pelliccione, “L’Aquila segreta” (pp. 176, euro 15, Arkhé Edizioni) è un tuffo nelle pieghe recondite del passato dove compaiono, in rapida successione, segni ancestrali custoditi nelle basiliche, cantori e stemmi, il risuonar d’armi in cruente battaglie, all’ombra delle porte di accesso all’immemore urbe. Un racconto per testi e immagini, a 15 anni dal sisma del 2009, che svela una città la cui storia va oltre le tracce visibili, tra memorie antiche e recondite, archetipi e riverberi di autentica cultura. Il libro verrà presentato il 15 aprile prossimo, alle 18, al palazzetto dei Nobili all’Aquila. All’evento, oltre all’autrice, parteciperanno Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, Pierfranco Bruni, presidente Commissione nazionale Città del libro del ministero della Cultura, Simone Gambacorta, curatore della prefazione e vice presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo e Paolo Leone, editore. Modera Giustino Parisse, giornalista del quotidiano Il Centro.
“Una perfetta sintesi di memoria e contemporaneità”, dichiara Pelliccione, “tra cavalieri templari e santi, dominatori del Regno Spagnolo, lane e tratturi, a tessere tele di ricordi, narrati di padre in figlio”. Un viaggio a ritroso dove lo sguardo del lettore si posa sui palazzi edificati con il commercio della lana. Stratificata annessione monetaria alla fiorente Firenze. L’assonanza del 99 risuona nello sgorgare limpido dell’acqua della Rivera, nei castelli fondatori su decreto federiciano. L’Aquila, nuova Gerusalemme, nell’intuizione imperiale di Federico II di Svevia. La pianta della città ricalca le linee della partenopea Napoli, come da disegno di Pico Fonticulano. Giochi di luce e coincidenze ancestrali, miracoli e misteri. “Tra rievocazioni e miti, narrazioni ed epistolari si adagia il cammino secolare dell’Aquila”, spiega Pelliccione, “opposizioni cruente e spontanee ribellioni, battaglie e scontri, distruzioni e riedificazioni hanno contribuito ad imprimere alla città un’immagine struggente. Le cicliche rinascite ne hanno accentuato il fascino”.
Un libro ricco di suggestioni e misticismo, simboli e leggende che conducono il lettore per mano alla scoperta di “un’Aquila nascosta ai più”, di un patrimonio di narrazioni antiche e passi storici, tutto da svelare. Un omaggio alla città dell’Aquila, nell’anno della proclamazione a Capitale italiana della cultura 2026, con un saggio che fluisce nella memoria come lo scorrere lento del passo dei secoli dove s’annidano albe di rinascenza. “I capitoli attraverso i quali Monica Pelliccione conduce noi tutti in questo suo appassionante e colto viaggio nella storia aquilana – viaggio che è un tributo di memoria a quindici anni dalla tragedia del terremoto del 6 aprile 2009”, scrive Gambacorta nella prefazione, “brillano per concisione e concentrazione. Se ne ha un dialogo che dal presente guarda al passato attraverso le movenze di una scrittura che trova nella storia una sterminata possibilità di racconto”. Pelliccione è autrice di nove pubblicazioni e, per la sua fiorente attività letteraria, ha ottenuto più di 45 riconoscimenti nazionali e internazionali. Recentemente è stata insignita del titolo di Ambasciatrice presso gli Stati della Repubblica Italiana della Universum Accademy Switzerland.