Sulmona, 13 aprile– “Portare lavoro e garantire la realizzazione di infrastrutture anche nelle aree più svantaggiate sono i due elementi fondamentali per contrastare lo spopolamento in atto in regioni come l’Abruzzo.” Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, intervenendo ieri mattina a Roma nel corso della conferenza “Per un’Europa giovane: transizione demografica, ambiente, futuro”, promossa dal Ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità e organizzata dalla Global Thinking Foundation.
Marsilio ha proseguito avvertendo che: “Se non rivediamo le attuali politiche demografiche, l’Abruzzo potrebbe subire una riduzione della popolazione tra il 25% e il 33% nei prossimi cinquant’anni.” In conclusione del suo intervento, Marsilio ha toccato il tema della chiusura di ospedali e del ridimensionamento delle scuole, legato al dibattito sull’autonomia regionale: “Abbiamo affrontato limitazioni dovute al centralismo, che ci ha imposto la chiusura di ospedali e scuole per mancanza di abbastanza cittadini o studenti. Maggiore autonomia ci avrebbe permesso di assumerci alcuni costi sociali per evitare politiche top-down dannose”.
Le riflessioni del Presidente della Regione, arrivano ancora nel pieno dei festeggiamenti per la nascita della nuova Giunta regionale, apriranno ora sicuramente una serie di riflessioni da parte della politica abruzzese( e non solo) perché per la nostra regione il fenomeno dello spopolamento è estremamente delicato e l’attenzione della politica e delle Istituzioni arriva con grande ritardo rispetto alle cose dette e scritte da diversi anni a questa parte sulla gravità e sulla dimensione del fenomeno che investe l’intero territorio abruzzese( con piccole eccezioni) e soprattutto i piccoli comuni e le aree interne. L’allarme già noto da qualche anno è divenuto preoccupante.
Secondo previsioni Istat nei prossimi venti anni ( 31/12/2022-31/12/41) gli abitanti persi in Abruzzo saranno pari a quelli di una città come Pescara e riporteranno l’Abruzzo indietro di un secolo
L’unico capoluogo che registrerà una crescita è L’Aquila +1.150. Nello stesso periodo (2022/2041) tra i comuni con più di 15.000 abitanti cresceranno soltanto Martinsicuro (+626) e Silvi (+7).Per il resto si prevedono flessioni più o meno pesanti. Sulmona, ad esempio, che si pone all’ultimo posto della graduatoria sia per valori assoluti che per quelli percentuali e che al 31.12.41 perdendo 1⁄4 della popolazione si attesterà sui 16.744 abitanti. Tale valore riporterà Sulmona indietro di un secolo e mezzo (intorno al 1875).
Ma che fare ora, rassegnarsi o mobilitarsi ? Il prof. Aldo Ronci studioso attento che da anni si batte per combattere il fenomeno ha sempre sostenuto che appare necessario una mobilitazione sentita, partecipata, efficace ed unitaria per porre con forza al centro dell’attenzione della regione provvedimenti che tentino di bloccare e superare lo spopolamento.
Le cause principali dello spopolamento dice da anni Ronci, sono: mancanza di occupazione; peggioramento della qualità e della quantità dei servizi a disposizione dei cittadini. Ragion per cui le 2 priorità che bisogna perseguire sono: l’incremento dell’occupazione attraverso l’innovazione del sistema produttivo e lo sviluppo e il riequilibrio dei territori regionali.
Chissà se la ricetta delle sette Aree funzionali può tornare ancora utile per la sua attualità e necessità ma lo studio del prof. Mascarucci dell’Università di Chieti-Pescara anni addietro suscitò entusiasmo e nuove speranze , soprattutto dopo il Convegno di Sulmona ( febbraio 2019).
Sono passati diversi anni ma la Regione per combattere questo fenomeno non ha di certo brillato perché sul problema delle nuove politiche per le Aree Interne e le iniziative per combattere il fenomeno dello spopolamento non abbiamo visto ancora una strategia programmatoria ben delineata che resta il punto fermo di partenza
Non basta attribuire una delega a qualche componente l’Esecutivo, non basta muoversi sul terreno dell’assistenzialismo con qualche contributo a pioggia occorre coinvolgere il Consiglio regionale, definire scelte precise, legiferare, predisporre risorse adeguate, combattere i campanilismi sciocchi. Finora non abbiamo percepito questo cambio di passo e questa volontà determinata di aiutare l’Abruzzo e i tanti piccoli borghi. Ecco perché la riflessione del Presidente Marsilio fatta ieri a Roma anche alla presenza di qualche Ministro dell’attuale Governo a noi è piaciuta perché è arrivata all’inizio della nuova legislatura anche se con molto ritardo.
L’importante è che non pensi di risolvere questo tipo di problematica aggrappandosi all’idea di qualche “capiscione” del governo nazionale che crede nei miracoli dell’Autonomia differenziata. Ma di questo riparleremo presto. Buona donnesca a tutti
Asterix
10 Commentii
Finalmente la politica comincia ad occuparsi delle cose serie di questo nostro Abruzzo e il problema dello spopolamento è cosa seria. Finalmente
Bravo Presidente Marsilio però cerchi di agire subito siamo in forte ritardo
Se la gente scappa dai nostri paesi e dal nostro Abruzzo qualcosa deve pur significare? O no?
Ma una Regione che ha investito tante risorse sul Napoli calcio ed ha raccolto poco ( o niente) in termini reali di promozione dell’immagine puo’ stare attenta ai problemi dello spopolamento, della sanità, dei trasporti,dell’occupazione ?
Perché la Regione non ha promosso un apposito disegno di legge sulla costituzione delle sette Aree funzionali in Abruzzo e da lì partire per una prima forma di riorganizzazione del territorio?
Il commento più sensato è il suo.
Senza l’intervento “vero” della Politica, non ci sarà mai riequilibrio, e dove non c’è volontà e ci si ostacola non si costruisce mai nulla.
Le occasioni d’oro sul nostro territorio si sono lasciate passare via senza agire e basta ricordare i sfumati 500 posti di lavoro e il relativo indotto di un insediamento automobilistico e dove vuole, la politica può agire; L’ha fatto in tanti altri posti e tante volte ma mai qui da noi.. se non nei primi anni 70 dopo di che qualcosa è andato storto e siamo diventi la peste.
Ho visto che in alcuni paesi, piccoli e grandi, le Amministrazioni comunali hanno messo in vendita case sfitte al prezzo simbolico di 1 euro. Ma davvero possiamo credere che lo spopolamento si combatte in questo modo?
Ma se un giovane scappa dal proprio paese, dove conserva gli affetti piu’ cari ma dove non ci sono possibilità di raggiugere con il sistema dei trasporti l’Università e dove magari non ci sono speranze per costruire un futuro attraverso una piccola occupazione che deve fare sopratutto se la politica come è capitato spesso negli ultimi anni non si accorge di nulla? Fuggire!!!
https://pilloledistoriaefilosofia.com/2021/09/07/il-numero-nella-filosofia-di-pitagora/
https://youtu.be/tErNY5WNAno?feature=shared