Castelvecchio Subequo, 15 aprile- Continua la mobilitazione in Valle Subequana a difesa della scuola. Dopo le iniziative messe in campo contro la formazione della pluriclasse che da settembre prossimo accorperebbe prima e terza media del plesso del centro subequano, i genitori hanno costituito ufficialmente il Comitato spontaneo “Siamo parte del mondo” .
L’obiettivo è predisporre al meglio tutte le iniziative da attuare per rivendicare il diritto degli alunni delle aree interne ad avere un’istruzione adeguata, così come sancito dalla Costituzione, senza distinzione del territorio di appartenenza e dei numeri.
Inoltre, mira a chiedere alla politica regionale e nazionale una revisione immediata della normativa vigente, per una politica congiunta sulle aree interne che metta in primo piano la scuola, strumento fondamentale contro lo spopolamento e la fragilità culturale e sociale dei territori montani.
“Non siamo un mondo a parte, ma parte del mondo” è la slogan della mobilitazione che, prendendo spunto dal film di Riccardo Milani, fotografa la situazione che sta vivendo la piccola comunità subequana e altre piccole comunità dell’Appennino abruzzese e non, condannate dai numeri a chiudere scuole e sopprimere classi.
Al fine di diffondere al meglio la propria voce e le proprie iniziative, il Comitato ha aperto anche una pagina Facebook (Comitato spontaneo genitori “Siamo parte del mondo”) e a breve lancerà una petizione on line per salvare le scuole nelle aree interne e modificare la legislazione vigente con deroghe specifiche per la montagna.
“Adesso la politica faccia la sua parte – dichiarano dal Comitato- stando dalla nostra parte. Già abbiamo avuto un primo proficuo contatto con il neo assessore all’Istruzione e agli Enti locali, Roberto Santangelo, che ha assicurato pieno impegno sulle nostre richieste. Ci sia l’attenzione di tutti i rappresentanti in Consiglio regionale, soprattutto eletti nel nostro territorio, perché salvaguardare il futuro di questa parte d’Abruzzo significa rispondere alle sfide del futuro dell’intero territorio regionale”
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L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il maltrattamento infantile come “tutte le forme di cattiva cura fisica e affettiva, di abusi sessuali, TRASCURATEZZA, sfruttamento commerciale o altre che comportano un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, IL SUO SVILUPPO e la sua dignità nel contesto di una relazione di responsabilità, di fiducia o di potere.
Mantenere i miseri bambini ; figli delle basse classi sociali che vivono emarginazione di questi paesini limitanei; ad instupidire nella cattività di racchiuse classi scolastiche di soltanto 6 o 10 difficoltosi piccoli poverelli come i mutilatini di Don Gnocchi, configura il reato politico di ulteriore abbandono al loro destino che dovrebbe essere oggetto di interesse penale da parte della Magistratura. Perché questi studenti hanno il diritto secondo le leggi italiane ed internazionali a ricevere una completa educazione con ampia possibilità di confronto sociale in classi numerosi di coetanei dove sviluppare al meglio la giusta personalità, come per esempio può avvenire in L’Aquila. Questi ragazzi nei paesini stanno subendo solo e soltanto il male da parte delle Istituzioni