Sulmona, 17 maggio– “Non si contano i detenuti soggetti a terapia psichiatrica mentre aumentano sempre più quelli con disabilità più o meno accentuata. Questo è il quadro attuale di un carcere, qual è quello di Sulmona, sempre più alle prese con problematiche, spesso gravi, correlate a tematiche di carattere sanitario. Dal punto di vista gestionale in questi ultimi mesi molto si è fatto e tanto si sta facendo a Sulmona, spesso rasentando il miracolo. Il tutto pur di mantenere quell’ equilibrio che però, giorno dopo giorno, si va facendo sempre più “nitroglicerinico”. Lo rileva in una lunga nota Mauro Nardella Segretario generale territoriale UIL PA Polizia Penitenziaria
Mancano ad oggi strutture idonee per gestire adeguatamente e senza rischi detenuti costretti a presidii sanitari. Quei posti, cioè, dotati di idonei ascensori, ovvero della possibilità di poter salire e scendere dagli stessi piani fatta salva la concessione di utilizzare ( non si sa se legittimanti a farlo) montacarichi in uso al trasporto di carrelli pro vettovagliamento. Le camere di pernotto, aggiunge, l’altro, non sarebbero provvisti di idonei supporti volti a eliminare del tutto le dissacranti barriere architettoniche. Ne sono un esempio vani docce e/o servizi igienici incapaci di ospitarli in condizioni di sicurezza che pur sarebbero da prevedere in questi casi.
L’Area Sicurezza, quella trattamentale stanno cercando, con innato acume e senso di responsabilità, di metterci delle pezze. Tuttavia i fondi stanziati per pagare l’assistenza alla persona sono pochissimi e sicuramente non bastano a soddisfare la condizione che si è venuta dipanando. Come tante altre volte fatto non si può non evidenziare il facile ricorso al carcere di Sulmona nell’assegnazione di soggetti psichiatrici anche se, e non ci stancheremo mai di dirlo, al pari di molti istituti di pena italiani, anche il reclusorio ovidiano paga lo scotto di una scelta scellerata fatta nel 2014 qual è stata quella di chiudere gli ospedali psichiatrici giudiziari senza prevedere un adeguato numero di posti nelle Residence per le misure di Sicurezza (REMS).
Lo Stato non può non prendere cognizione del fatto che il carcere di Sulmona andrebbe e presto rivisto. Si è più volte parlato di restauri dei vecchi padiglioni adeguandoli ai voleri di un regolamento esecutivo dell’ordinamento penitenziario che di per sé risulta già eccessivamente obsoleto visto che è stato varato quasi 25 anni fa. Ci si chiede cosa aspetta lo Stato a farlo?“