Sulmona, 23 maggio– Dopo 15 mesi di inerzia delle autorità preposte saranno i cittadini a far rispettare la legalità. Le denunce e le manifestazioni pubbliche, gli esposti alla Magistratura, al Ministero dell’Ambiente e al Comune finora non hanno sortito nessun effetto. Nessuno è intervenuto per chiudere il cantiere abusivo che la Snam ha aperto a Sulmona. Lo rilevano oggi in una nota gli ambientalisti di Sulmona che da anni si battono contro la costruzione della centrale ed e il metanodotto Linea Adriatica.
Domenica 26 maggio alle ore 11, in località Case Pente, “i cittadini si sostituiranno a chi di dovere e provvederanno a mettere i sigilli al cantiere della centrale di compressione della multinazionale del gas. L’azione- si legge nel documento- avverrà al termine di un flash mob teatrale che si svolgerà davanti al cantiere e al quale sono invitati a partecipare tutti i cittadini. Sull’ingresso del cantiere sarà affisso un grande cartello con la scritta: ”CANTIERE ABUSIVO SEQUESTRATO DAI CITTADINI”.
Attraverso il flash mob teatrale saranno rievocate le infrazioni di legge e le tante criticità attinenti al progetto della Snam sulla centrale e il metanodotto Linea Adriatica. Il 1° marzo 2023 la Snam ha installato il suo cantiere per la costruzione della centrale, ma non poteva farlo senza aver adempiuto alle prescrizioni ante operam previste dal Decreto VIA quale condizione fondamentale per il rilascio della compatibilità ambientale.
6 giorni dopo, il 7 marzo 2023, è scaduta l’autorizzazione a costruire rilasciata dal Governo ma la Snam ha continuato indisturbata i suoi lavori finalizzati alla realizzazione dell’impianto di compressione che dovrebbe spingere il gas lungo i 430 chilometri da Sulmona fino a Minerbio (BO): due opere climalteranti e costosissime (2 miliardi e 500 milioni di euro a carico dei bilanci familiari degli italiani) e nello stesso tempo inutili perché i consumi di gas sono crollati sia in Italia che in Europa.
Anche la Valutazione di Impatto Ambientale è di fatto decaduta. Il Consiglio di Stato ha infatti stabilito che per tutti i progetti, compresi quelli presentati prima del 2008 come nel caso Snam, la VIA ha una durata di 5 anni. Dopo di che, se il progetto non è stato realizzato, la VIA va rifatta daccapo. Per il progetto Snam la VIA risale addirittura a 13 anni fa, marzo 2011!
Non vi sono solo questioni di legalità ma anche elevate criticità che rendono incompatibile con il territorio l’assurdo progetto della Snam. La centrale e il metanodotto- spiegano ancora i Comitati cittadini per l’ambiente e il Coordinamento no Hub del Gas- insistono su aree altamente sismiche e a rischio frane quali sono quelle dell’Appennino, dove il principio di precauzione non consente la presenza di impianti a rischio di esplosione. I territori attraversati sono di grande qualità ambientale: la realizzazione del metanodotto comporterà l’abbattimento di due milioni di alberi e l’area della centrale è un corridoio faunistico dell’Orso bruno marsicano.
Case Pente è anche un sito di notevole interesse archeologico, con la presenza di una necropoli e testimonianze storiche risalenti all’epoca precristiana. Le sostanze nocive che saranno emesse dalla centrale inquineranno l’aria dell’intera Valle Peligna peggiorando la salute dei cittadini. Anche le economie locali saranno pesantemente colpite, attraverso la svalutazione dei beni privati e pubblici e le ripercussioni negative sulle attività produttive, in particolare agricoltura e turismo.
Invitiamo tutti i cittadini a partecipare alla manifestazione di domenica 26 maggio alle ore 11 a Case Pente per la difesa della legalità, della dignità e dei diritti inalienabili del nostro territorio”.