Sulmona, 12 giugno-In tutta la penisola i dati forniscono bizzarri risultati. Firenze va al ballottaggio, la sinistra arranca. La Lega perde Pontida. Le teste elette al nord vanno più a destra, le teste elette a sud vanno più a sinistra, tranne nelle isole. Insomma una serie controversa di informazioni su cui si potrebbe discorrere per lungo tempo.
Assieme alla disomogeneità un altro è il punto fisso, trasversale e (stavolta) omogeneo: l’astensionismo. “La gente non vota”, e perché mai? Lungi dall’essere un interrogativo semplice può inquadrarsi sotto svariate prospettive.
Una di queste è quella sociologica:
“La gente non vota perché non crede più nella politica per cambiare le cose”, fatto salvo il tono disilluso e malinconico che accompagna spesso questa teoria, la domanda che porrei è: “per cambiare cosa?”.
La criminalità è ai minimi storici, l’istruzione ai massimi, livello di benessere diffuso. La percezione di quanto ci vada bene ci sfugge se omettiamo di comparare le nostre tutele, la nostra sicurezza, la nostra tranquillità con il resto del mondo.
Si può fare meglio? Sempre. Ma non significa che, tutto sommato, essendo onesti con noi stessi non potremmo ammettere che in fin dei conti siamo nel “parco giochi del mondo”. Non voglio ammorbare la vostra lettura elencando tutti i paesi civili dove oggi, vuoi per il rischio terrorismo, per le tensioni geopolitiche, per i governi autoritari o altro è sostanzialmente impossibile vivere con il nostro agio e la nostra serenità. Stiamo bene in fondo, e questo noi lo sappiamo ma non vogliamo ammetterlo. E allora? E allora a che serve andare a votare? Nessuno attenta a questo benessere, nessuno è realmente capace di crearne uno migliore. Siamo su di un tranquillo sentiero, dove ogni scostamento a destra o a sinistra verso i suoi bordi non cambia sostanzialmente la direzione della percorrenza. A destra o a sinistra il pasto caldo è sempre a tavola.
Luigi Marrese
2 Commentii
Io non vado a votare da almeno 40 anni perché la istituzione pubblica italiana è assolutamente completamente schifosamente e ciecamente corrotta e non si può partecipare a questi eventi per coonestare così bieca criminalità. Altri forse hanno altri motivi ma la ragione reale per me è questa che ho detto.
Il pasto caldo sarà pure a tavola, fosse solo quella della Caritas, ma l’attesa al CUP per una visita specialistica è sempre più lunga e nell’attesa dell’intervento chirurgico si può anche morire. Siamo fuori pista. Un conto è partecipare al successo della propria squadra incitandola dal vivo allo stadio, un conto è farlo sul divano di casa, ma non per scelta ma perché le squadre hanno deciso di puntare tutto sulla pay TV.