Corfinio, 22 giugno- A Corfinio, presso la sala conferenze del Museo Civico Archeologico “Antonio De Nino”, si è svolto, in occasione delle Giornate europee dell’archeologia (GEA) 2024, l’incontro di studio dal titolo Ricerche Archeologiche a Corfinio.
Organizzato dal Comune di Corfinio, dall’Università del Salento e dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo, per iniziativa rispettivamente di Francesco Di Nisio, Gianluca Tagliamonte e Francesca Spadolini, l’incontro ha inteso focalizzare alcuni dei risultati più significativi delle ricerche archeologiche che più di recente hanno interessato l’importante centro peligno. Ad esso hanno preso parte qualificati studiosi afferenti ad università o a strutture centrali e periferiche del Ministero della Cultura (MiC). A rendere ancora più rilevante l’evento è stata la presenza dei Magnifici Rettori dell’Università del Salento, Fabio Pollice, e dell’Università degli Studi dell’Aquila, Edoardo Alesse. A questi ultimi si è affiancato, nei saluti istituzionali coordinati dal vicesindaco di Corfinio, Francesco Di Nisio, il sindaco Romeo Contestabile.
A presiedere i lavori del convegno è stato Simone Sisani, docente di storia antica dell’ateneo aquilano. Ad aprire gli interventi è stata Elena Cagiano de Azevedo, funzionario della Direzione generale Musei del MiC e coordinatrice nazionale delle Giornate europee dell’archeologia. Come ricordato dalla relatrice, queste ultime, in Italia sono state promosse dal MiC, con cadenza annuale a partire dal 2019, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica verso i temi della conoscenza, salvaguardia e fruizione del patrimonio archeologico e verso l’importanza del lavoro svolto dagli archeologi. Anche in Abruzzo si è registrato negli anni un crescendo di iniziative e di consensi.
Se la relazione di Gianluca Tagliamonte, docente dell’Università del Salento e direttore scientifico del Museo Civico Archeologico “Antonio De Nino” ha richiamato l’attenzione su una inedita iscrizione funeraria in lingua peligna proveniente dall’agro di Bagnaturo e menzionante un esponente della locale famiglia (gens) dei Decrii, quella di Giuseppe Ceraudo, pure docente dell’ateneo salentino, ha evidenziato, sulla base delle indicazioni fornite dalla lettura delle fotografie aeree e delle più recenti applicazioni di rilevamento fotogrammetrico, le grandi potenzialità che ancora ineriscono alla ricerca archeologica sull’antica Corfinio, un aspetto questo messo in luce pure dalle sue allieve e collaboratrici, Giulia Ciccone e Claudia Mendicino.
La comunicazione di Maria Carla Somma, Sonia Antonelli e Vasco La Salvia, docenti dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, da anni impegnati nelle indagini archeologiche su Corfinio, si è concentrata sullo sviluppo insediativo del centro nel periodo compreso tra la costituzione del municipio romano e l’erezione del complesso Valvense. È stata inoltre dedicata attenzione alla poco nota figura di San Pelino, il cui culto nella Penisola risulta sostanzialmente limitato a Brindisi e Corfinio.
Della città romana ha parlato anche Massimiliano Valenti, docente dell’Università degli Studi della Tuscia, soffermandosi in particolare sul teatro e mettendolo in rapporto con analoghi edifici dell’antico Abruzzo (Amiternum, Iuvanum, Peltuinum, Teate, ecc.).
Infine, Chiara Casolino, docente dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, ha sviluppato il tema della presenza longobarda a Corfinio, mostrando peculiari indicatori di produzione della ceramica decorata a stampo (matrici e punzoni), recuperati nell’ambito degli scavi condotti presso la cattedrale di San Pelino.
L’incontro, del quale saranno redatti gli Atti, ha sollevato numerosi spunti di riflessione sui temi trattati e ha suggerito futuri necessari approfondimenti su vari fronti di ricerca, alla luce delle forti potenzialità archeologiche che la città di Corfinio offre.