Home Prima Pagina La musica di qualità al centro di “A love supreme – Capestrano incontri jazz”

La musica di qualità al centro di “A love supreme – Capestrano incontri jazz”

Scritto da redazione

Con Daniele Di Bonaventura e Carlo Maver in concerto sabato 29 giugno (ore 18,30)- 

Daniele Di Bonaventura

Capestrano, 23 giugno-– Per la seconda edizione del festival jazz “A love supreme – Capestrano incontri jazz” si è alzata l’asticella delle aspettative e, infatti, gli organizzatori, Nicola Capriati e Maria Letizia Perticarini dell’associazione MusicArti, insieme al direttore artistico Dimitri Grechi Espinoza hanno arricchito il programma 2024 con la presenza di artisti di fama internazionale, come Daniele Di Bonaventura e Carlo Maver

La loro performance è prevista, dunque, per sabato 29 giugno alle ore 18,30 ed è intitolata “Bandoneon soli, in duo finale”, concerto di bandoneon soli con duo finale degli artisti, ospitato come tutte le altre date dell’evento all’interno dell’Abbazia di San Pietro ad Oratorium a Capestrano (L’Aquila), ad ingresso gratuito.

“Il bandoneon è entrato nel festival grazie al fatto che conosco e stimo il lavoro che Carlo Maver e Daniele Di Bonaventura portano avanti da vari anni, perfettamente in linea con la filosofia del festival. Siamo fiduciosi che ne verrà fuori una serie di concerti veramente speciali”, afferma Dimitri Grechi Espinoza.

Daniele Di Bonaventura è considerato uno dei più originali e creativi bandoneonisti al mondo. La sua musica è una mescolanza meravigliosamente seria e al contempo straordinariamente giocosa di musica classica (composizione e struttura) e di jazz (improvvisazione e libertà), e fa riferimento in particolar modo alle tradizioni melodiche mediterranee e al genere musicale sudamericano.

Anche nelle sue esibizioni da solista esegue e improvvisa pezzi che nascono dalla sua “patria musicale”, la cui ispirazione spazia dai compositori del barocco ai classici della canzone popolare, per approdare al suo ultimo repertorio, e creano un suo specifico mondo musicale incredibilmente variegato e nel contempo inconfondibile, dove il bandoneon sa trasformarsi, come per gioco, in un’armonica a bocca o nell’organo di una Chiesa. Nasce una corrente dinamica di melodie superbe, capaci di incantare l’ascoltatore.

Mentre il rapporto di Carlo Maver con il bandoneon è iniziato proprio grazie a Daniele Di Bonaventura, che dello strumento è un virtuoso, indirizzandolo sui sentieri giusti per apprendere al meglio lo strumento. Poi Maver è stato uno dei pochi allievi del grande bandoneonista argentino Dino Saluzzi con lunghi soggiorni in Argentina, per un rapporto che ha significato molto sia per la tecnica strumentale che per la ricerca di un proprio stile e linguaggio.  Con il flauto prima, ed il bandoneon poi, si è inserito presto nel jazz, bolognese e non, attraverso la collaborazione con il maestro Teo Ciavarella, che l’ha portato a condividere collaborazioni e palcoscenici con musicisti di primo piano, da Eddie Gomez a Hengel Gualdi, da Javer Girotto a Cheryl Porter, da Simone Zanchini allo stesso Di Bonventura. 

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