Se lo chiedono con una lettera aperta al Presidente della Regione e al sindaco della città i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm- Uglm territoriali e Rsu del sito peligno allarmati per le prospettive dello stabilimento che occupa 4576 lavoratori e lavoratrici
Sulmona,9 luglio- “Era il 24 aprile scorso quando come FIM-FIOM-UILM-UGLM territoriali e RSU del sito Marelli di Sulmona abbiamo inviato una richiesta di incontro al Presidente della Regione Abruzzo e al Sindaco di Sulmona rispetto alla condizione critica e alle prospettive incerte dello stabilimento Marelli che occupa 476 lavoratrici e lavoratori e che quindi rappresenta un polmone occupazionale e una determinante fonte di reddito per l’intero territorio.
A distanza di molte settimane, scrivono in un documento Fim-Fiom-Uilm- Uglm territoriali e Rsu locali da quella richiesta purtroppo dobbiamo registrare il mancato riscontro al nostro appello. Forse qualcuno era stato indotto a pensare che l’incontro sindacale nazionale con Marelli programmato per il 20 giugno scorso a Roma avrebbe aperto a prospettive per lo stabilimento peligno.
Invece, al di là di una generica rassicurazione di “sopravvivenza” dello stabilimento attraverso una dichiarata “simbiosi” tra la Marelli di Sulmona e la Sevel di Atessa (oggi Atessa Plant di Stellantis Europe), non è emersa nessuna garanzia di mantenimento dei livelli occupazionali e di manutenzione/ammodernamento degli impianti e dello stabilimento, anzi, semmai è stato confermato un cospicuo numero di esuberi che sfiora il 20% dell’attuale forza lavoro.
Il ricorso alla Cassa Integrazione da parte di Sevel a partire da inizio luglio, che “per simbiosi” ha fatto automaticamente scattare gli ammortizzatori sociali anche a Sulmona, non è certo foriero di buoni presagi per lo stabilimento Marelli, basti pensare che proprio nell’incontro del 20 giugno l’azienda Marelli ha già prospettato per il prossimo futuro per Sulmona un ulteriore e lungo periodo di ammortizzatori sociali, in qualche modo evidenziando che nella “simbiosi” con Sevel, Sulmona è comunque parte debole e con esuberi.
La dichiarata simbiosi sembrerebbe inoltre far venire meno ogni speranza di poter superare la condizione di monocommittenza, piuttosto la rafforza. Oltre alla penuria di commesse, da tempo denunciamo lo stato di abbandono in cui versa lo stabilimento per mancanza di manutenzione straordinaria e di investimenti, i quali continueranno a mancare visto che, come è emerso nell’incontro nazionale del 20 giugno, lo stabilimento di Sulmona è di gran lunga quello su cui sono previsti meno investimenti.
A tal proposito non va dimenticato che molti degli impianti in uso presso la Marelli di Sulmona sono di proprietà Sevel, per cui è lecito chiedersi quali possano essere i piani di lungo termine…
Prendendo per acquisita la “sopravvivenza” dello stabilimento peligno di cui l’azienda ha dato garanzie al tavolo nazionale, poiché non vorremmo che per effetto di questa presunta rassicurazione venissero sottovalutati i potenziali impatti occupazionali e sociali di un assai probabile ridimensionamento dello stabilimento di Sulmona su un territorio già oggetto di un grave processo di desertificazione industriale, come OO.SS. e RSU rivolgiamo questa lettera aperta alla politica locale e regionale auspicando finalmente una convinta presa di posizione e, come avvenuto in altre regioni del Paese, l’avvio di un tavolo di confronto sullo stabilimento sulmonese, il quale rappresenta uno dei tanti tasselli del complicato mosaico del mondo automotive della regione Abruzzo”.
(ph.mprosperini)