Sulmona, 13 luglio– “Chi toglie la libertà al Parlamento prima o poi la toglie anche al Paese. Come fece Mussolini”. Lo spiega Paolo Cirino Pomicino in un’intervista al Corriere della Sera rispondendo alla domanda se gli piace la premier Giorgia Meloni. “Una volta si diceva ‘gratta il cosacco e troverai il russo’. Qua gratti i Fratelli d’Italia e trovi i post-fascisti”, prosegue Pomicino secondo cui Meloni non comanda, “ma che deve comandare? Comanda la finanza”. E aggiunge, “dirò una cosa che darà un dispiacere ai suoi tanti detrattori. Andreotti aveva un grande senso dello Stato ed è stato un grandissimo statista. Ma di politica non ci capiva nulla”. Inoltre per quanto riguarda la storia del presunto bacio con Totò Riina, “bacio e Andreotti non possono stare nella stessa frase: se solo gli stringevi la mano, la ritraeva schifato. Figuriamoci un bacio”. Di Pomicino si dice che sia stato uno degli artefici del debito pubblico italiano. “Sciocchezze. Certo, non si ha idea di quanti soldi abbia portato io a Napoli negli anni 80… ma per cose concrete: la metropolitana, il centro direzionale. È dimostrato, ad esempio dall’economista della Bocconi Tommaso Nannicini – conclude -, che è stato senatore del Pd e non è di certo un mio amico, che l’esplosione del debito pubblico non fu dovuta all’aumento della spesa pubblica ma alla bassa pressione fiscale”