Sulmona,27 agosto Non si arresta il crollo demografico nella Provincia dell’Aquila. La denuncia arriva dal Segretario generale della Cgil della Provincia dell’Aquila Francesco Marrelli “Dai dati Istat al 31 dicembre 2023, spiega il dirigente sindacale, risulta che, rispetto al 2022, il nostro territorio ha perso circa 568 cittadini e cittadine residenti. L’effetto negativo di tali dati è mitigato unicamente dal saldo migratorio con l’estero (e cioè dal numero delle iscrizioni per trasferimento dall’estero presso la nostra Provincia) di 1.737 residenti, che risulta, quindi, positivo per l’intero anno 2023.
Al contrario, il saldo naturale (e cioè la differenza tra il numero di iscritti/e per nascita e il numero di cancellati/e per decesso dai registri anagrafici), sempre riferito all’anno 2023, risulta negativo per 1.955 cittadine e cittadini, come il saldo migratorio interno (corrispondente al numero dei trasferimenti di residenza presso altri comuni) per 350 residenti. Per la Provincia dell’Aquila, i primi cinque mesi del 2024 confermano tale tendenza, con un saldo naturale negativo per 710 residenti, un saldo migratorio interno ancora in perdita per 94 residenti, e un saldo migratorio estero positivo per 659 residenti. In tali condizioni, che consentono di ridurre il deficit dovuto alla dinamica naturale con una dinamica migratoria favorevole, la popolazione residente può rallentare la crisi demografica, rimanendo in sostanziale equilibrio”.
Dopo aver messo a confronto la popolazione straniera negli ultimi anni Marrelli rileva che “Nel 2022, infatti, la popolazione straniera rappresentava l’8% dell’intera popolazione residente nella Provincia dell’Aquila, mentre nel 2023 è aumentata sino all’8,55%, in progressiva crescita. Sempre nel 2023, nel raffronto con la popolazione residente nel territorio regionale, la Provincia dell’Aquila ha accolto il maggior numero di stranieri, con una incidenza, quindi, più consistente sulla popolazione residente totale.
Si consideri, infatti, che l’incidenza della popolazione straniera a Luco dei Marsi ha raggiunto la quota del 16,41%, a San Benedetto dei Marsi l’11,20%, a Lecce dei Marsi del 10,71%, a Trasacco del 9,88%, a Pescina l’8,91%, e all’Aquila del 9,15%.Segue, a livello regionale, Teramo, con una percentuale di incidenza sulla popolazione complessiva del 7,88%, Chieti, con il 5,69%, e la Provincia di Pescara, con 5,68%. Infine, per i cittadini stranieri residenti nella nostra Provincia che decidono di vivere stabilmente presso altre province italiane, il saldo migratorio interno per l’anno 2023 è negativo per 259 residenti”
La fotografia sui dati demografici rende, quindi, evidente la necessità di una profonda riflessione sull’importanza della presenza delle migranti e dei migranti nella nostra Provincia. Sono migliaia le donne e gli uomini stranieri per nascita che decidono di vivere nei nostri territori. Occorre, quindi, incentivare una vera e propria cultura dell’incontro, progettando insieme modelli di accoglienza, integrazione ed inclusione, per valorizzare la presenza delle straniere e degli stranieri come una risorsa, e non più come un problema, favorendone il radicamento territoriale.
Bisogna superare definitivamente la narrazione dell’emergenza e costruire una fattiva collaborazione tra istituzioni locali, ministeri di competenza, associazioni, parti sociali, comunità delle migranti e dei migranti, e tutti i soggetti attivi del Terzo Settore, affinché nessuno si senta escluso, ma, al contrario, tutte e tutti possano essere parte attiva della crescita sociale ed economica della Provincia dell’Aquila.
Invero, il fenomeno migratorio, guardando alle nostre aree interne, ha prodotto e tuttora produce mutui benefici per le migranti e per i migranti e per le comunità locali. Ciò deve incentivare il dialogo utile a soddisfare tutti i bisogni di chi abita i nostri territori, siano essi cittadini e cittadine stranieri o italiani, con l’obiettivo di costruire insieme nuovi orizzonti di sviluppo comune, incentrati sulla condivisione di strategie per il presente ed il futuro. Bisogna, quindi, ricostituire una comunità di intenti ed investire di più in termini di coesione sociale ed economica, di crescita delle competenze, con il definitivo abbandono della tossica narrazione securitaria.
La migrazione contribuisce, infatti, a mitigare gli effetti sociali ed economici dello spopolamento e a contrastare il degrado ambientale generato dall’abbandono dei territori.
Ancor più importanti diventano, quindi, i temi dell’accesso al mercato del lavoro, al diritto all’abitare, al soddisfacimento dei bisogni sanitari, formativi, dell’istruzione e di mobilità per tutti e tutte.Apparteniamo, infatti, tutte e tutti, a questo territorio e siamo chiamati ad abitarlo responsabilmente, senza confini e barriere.