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Di Marco su turismo: “L’Abruzzo puo’ e deve fare di piu’”

Scritto da redazione

Dal Festival deI Borghi più belli d’Italia importanti spunti di riflessione che devono spingere la Regione Abruzzo  ad un’inversione di tendenza che porti a nuove e concrete strategie sul turismo

Sulmona, 13 settembre- “All’Abruzzo serve una rinnovata e concreta strategia sul turismo, altrimenti resterà sempre un “mondo a parte”.  Nonostante  sia fra le prime regioni d’Italia nel sistema dei borghi per numero di adesioni da parte di realtà del territorio”, riferisce il consigliere regionale PD Antonio Di Marco( nella foto), reduce dal Festival de I Borghi più belli d’Italia svoltosi in Calabria la settimana scorsa.

“L’evento ci ha dato la possibilità di approfondire temi importanti sulla qualità della vita nei piccoli borghi, tra cui la transizione digitale, il ruolo delle banche nella promo-commercializzazione dei prodotti tipici nei mercati internazionali e soprattutto è stato illustrato lo studio della società di consulenza Deloitte su “L’impatto economico e occupazionale del turismo e la digitalizzazione nei Borghi più belli d’Italia, che ha rivelato alcuni aspetti che meritano una riflessione più approfondita – sottolinea il consigliere che è anche presidente dell’associazione dei Borghi più belli d’Italia in Abruzzo e Molise – .

Dall’analisi è emersa una posizione non di rilievo della nostra Regione in termini di occupazione, offerta turistica, servizi e incidenza del PIL. I numeri, riferiti a tutto il 2022 parlano chiaro: l’Abruzzo si colloca fra le ultime 10 regioni visitate, penultima per turisti internazionali. Non basta, malgrado una contemporanea rilevazione di Openpolis abbia registrato un gran salto avanti nella digitalizzazione di famiglie e imprese abruzzesi, rispettivamente il 77 e il 98 per cento ha la banda larga, la scarsa capacità dei Comuni di proporre servizi digitali relega l’Abruzzo al terzultimo posto della classifica dei Comuni con servizi interattivi.

Antonio Di Marco (Pd)

E nonostante si stimi che il turismo indotto dai Borghi abbia generato nel 2022 circa 13,8 miliardi di euro di spesa complessiva e contribuito con circa 5 miliardi di euro al PIL italiano, supportando più di 91.400 occupati e generando più di 2,3 miliardi di euro di entrate, da noi il PIL del turismo non va oltre lo 0.18 per cento e ci vede fra le 8 peggiori performance nazionali, 11 punti sotto la media nazionale. Tutto questo deve portare l’intero sistema Regione Abruzzo a pianificare e promuovere una strategia veramente vincente per il territorio affinché si possa sfruttare a pieno il suo potenziale e che ad oggi non abbiamo ancora visto andare in onda. 

L’incoming non si fa solo con gli annunci com’è accaduto in questi ultimi anni: servono piani, infrastrutture, risorse, una rete territoriale capace di raccontare l’offerta regionale in tante lingue, non in dialetto o per luoghi comuni chiari solo agli autoctoni e di un aeroporto che non perda voli e passeggeri come il nostro, che dal milione di utenti promessi dal presidente Marsilio è passato ai meno 21.000, spariti dai radar da giugno in poi. In pratica abbiamo tantissimi borghi, tre dei più importanti parchi nazionali d’Italia, montagne bellissime e coste raggiungibili in giornata, ma non siamo capaci di metterli a sistema e a produrre risorse ed economia.

Il mondo del turismo non può fare tutto da solo, serve una regia che all’Abruzzo manca e serve soprattutto che la biodiversità, il verde, il paesaggio comincino a essere considerati valore, investimento, una leva per produrre lavoro e, magari anche sventare lo spopolamento delle aree interne con progetti concreti di salvaguardia, come sanno fare meglio di noi altre regioni ad esempio il Trentino, il Veneto, la Puglia, ai primi posti della ricerca. Come presidente dell’Associazione I Borghi più Belli d’Italia in Abruzzo e Molise posso testimoniare che i nostri borghi dimostrano ogni giorno il potenziale che hanno, una realtà sotto gli occhi di tutti e che per tante comunità è una salvezza oltre che una via di sviluppo, occupazione, rinascita. Su questo la Regione deve ancora attivarsi, guardando al sistema turismo come una risorsa dell’economia e non come un valore aggiunto”.

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