Home Prima Pagina Il Rapporto italiani nel mondo 2024. Gli iscritti all’A.I.R.E (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) sono oltre 6 mlioni.

Il Rapporto italiani nel mondo 2024. Gli iscritti all’A.I.R.E (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) sono oltre 6 mlioni.

Scritto da redazione

“ L’altro Abruzzo” fuori dell’Abruzzo. Tra gli esempi di successo nelle istituzioni pubbliche va citato il Prof. Vanni Caruso, d’origine sulmonese, ora docente presso la Facoltà di Farmacia di Hobart, in Australia.

Sulmona,23 novembre– I dati statistici sono indicatori fondamentali di un fenomeno storico come le diaspore dei popoli e dell’emigrazione di singoli e di intere famiglie dalle proprie terre d’origine. E così anche per i due Abruzzi ed il più recente Abruzzo e Molise i numeri di queste dinamiche migrazioni sono evidenti ed anche impietose. 

Infatti oramai “L’estero è il nuovo ascensore sociale” perché l’Italia allontana lerisorse giovani…senza guarire in alcun modo la ferita migratoria,ossia senza valorizzare chi arriva nel nostro Paese in cerca di un’esistenza più dignitosa e chi parte nella speranza”. Così ha ribadito il Presidente della Fondazione Migrantes, Mons. Gian Carlo Perego: “che la politica non ribadisca i cambiamenti che stanno avvenendo nella polis…”Dal 1992 a oggi l’Italia è cambiata”, con “il miraggio del ritorno e la desertificazione…. 

Nel 2023 il 45,5% dei circa 90.mila espatriati ha tra i 18 anni e i 34 anni…. Destinazione Europa per il 71,4% di chi è partito l’anno scorso…Allarme fuga dalle aree interne: Perché in media sui 2 milioni di trasferimenti annui complessivi, circa tre quarti riguardano movimenti tra comuni italiani e dal 2014 gli abitanti delle aree interne sono diminuiti del 5% (700 mila persone)”.

 Da parte del Parlamento è arrivata ora la riflessione in un convegno, promosso dall’on. Fabio Porta, (eletto nella Circoscrizione dell’America del Sud), su “Demografia, Spopolamento e Crisi Demografica”, in collaborazione con il “Comitato 11 Ottobre”. 

Durante il ricco dibattito presso la sala “G.Matteotti” della Camera dei Deputati, si è ribadito l’urgenza d’implementare tutte le politiche a sostegno della natalità e della famiglia, “ma soprattutto di sviluppare strategie coordinate per il ripopolamento delle aree rurali e montane, anche incentivando il rientro dei giovani italiani residenti all’estero e gli italo-discendenti… con una gestione ordinata e sostenibile dell’immigrazione, considerata un elemento chiave per riequilibrare il bilancio demografico del Paese”.

Prof. Vanni Caruso, d’origine sulmonese, ora docente presso la Facoltà di Farmacia di Hobart, in Australia.

 Cosi l’acuta riflessione sottolineata dalla stessa Fondazione Magna Carta, presieduta dal Sen.Prof. Gaetano Quagliariello, fino al suo ultimo evento, che verrà ospitato a Milano il 27 novembre pv.  In quella occasione si presenterà la sua ultima ricerca su: “Nascere: Una questione non solo privata-Stato e Aziende insieme contro la denatalità”, introdotta da Anna Maria Parente, Direttrice dell’Osservatorio FMC sulla Crisi Demografica. Queste proposte fatte con un innovativo approccio, più aperto verso il ruolo fondamentale del mondo produttivo, per favorire i processi di sviluppo e di crescita demografica, anche nelle cruciali aree interne del Paese, lungo tutto la sua dorsale appenninica. Qui senza dimenticare, l’Abruzzo come uno dei suoi laboratori e tutti i soggetti dello sviluppo,”come i Parchi letterari e le cooperative di comunità, in grado di ridare vitalità ai piccoli centri. Attraverso agevolazioni fiscali per i pensionati italiani residenti all’estero e il potenziamento del turismo culturale. Inoltre, l’Italia potrebbe attrarre nuovi residenti e investimenti, con effetti positivi sull’occupazione e sulla qualità della vita in queste aree…. con un approccio integrato e coordinato, capace di combinare politiche demografiche, sociali ed economiche”.

 E per l’Abruzzo CHE FARE? avrebbe domandato lo scrittore Ignazio Silone, celebrando la sua “Fontamara”, ancora oggi attualissima. Al di l’ha degli espatriati politici durante il fascismo, tra le due guerre mondiali, le statistiche tra le regioni italiane mostrano l’Abruzzo al 7°posto per gli “expat” con oltre 1.250 mila, equivalenti agli attuali residenti, con le ricche cronache di uno storico giornalista come Goffredo Palmerini, in ultimo all’Assemblea del CRAM, dello scorso anno

In tale quadro le figure eccellenti d’origine abruzzese emerse in questi anni sono molteplici, da ogni territorio della nostra Regione, in primis dai piccoli borghi, ma sempre più dai grandi centri, che possono essere espressione di un appiattimento delle generali condizioni di opportunità di vita e lavoro, ora ricercate più all’estero, con stage e colloqui in aziende multinazionali avanzate, dislocate in tutto il mondo. 

Tra gli esempi di successo nelle istituzioni pubbliche va citato il Prof. Vanni Caruso, d’origine sulmonese, ora docente presso la Facoltà di Farmacia di Hobart, in Australia. Qui va ricordato anche il compianto Nicola Ranalli, uno dei fondatori dell’Associazione Abruzzese, che era nato a Collelongo (AQ). Caruso dopo l’esperienza da ricercatore in Svezia, pur restato qui legato al mondo della ricerca, attraverso la Fondazione ISAL sul dolore. 

Egli ha riassunto cosi le sue motivazioni di “exspat”, pur apprezzando il mondo della ricerca italiana, ne ha evidenziato i limiti burocratici, mentre nel mondo anglosassone prevale: “una gerarchia piatta e non piramidale, basata sulle proprie responsabilità e capacità”, dove tende a emergere il merito rispetto alla sola anzianità ed alle pressioni interne ed esterne del sistema universitario. 

Sergio Venditti 

Leggi anche

Lascia un commento