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Marcia della Pace ad Avezzano, domenica 26 gennaio

Scritto da redazione

“Imagine all the people living in peace” <<Immaginate tutta la gente che vive in pace>> cantava John Lennon in una delle canzoni più belle del suo repertorio e del secolo scorso. <<Proviamo a pensarci in un cammino di fraternità>> propone Papa Francesco nel suo messaggio d’inizio anno. 

 Avezzano,20 gennaio– La Marcia organizzata dalla “TAVOLA DELLA PACE” sulle strade di Avezzano è un appello a tutte/tutti ad aderire e partecipare, immaginando la pace, pensando la fraternità. 

I “signori delle guerre” – quelli che lucrano sugli armamenti, scatenano la violenza, accendono l’odio portando morte e distruzione – fanno leva sull’indifferenza di molti, sulle nostre inadeguatezze individuali, sulle nostre divisioni… Non ci vogliono insieme, ci attaccano e ci dividono: additano i cercatori della pace come illusi sognatori; emarginano alcuni di essi chiamandoli vili e qualificano altri come traditori; disprezzano cittadini ed enti della società civile che “si intromettono” nei loro affari perversi, manipolando o censurando l’informazione; tentano di zittirci, di disperderci, di annullarci! 

Sì, ai “signori delle guerre” (che fanno scoppiare ora qui ora là, mandando gli altri a scannare e a scannarsi) che stanno dentro e fuori i Governi e le Istituzioni, dentro e fuori gli apparati militari e commerciali generatori di rovine e disperazioni, non piacciono i segnali di cittadini e associazioni che si organizzano “dal basso”, che tentano di incontrarsi pur avendo tra di loro diversità di convinzioni e di pensiero non immediatamente conciliabili, ma orientati tutti a ricercare quel bene prioritario chiamato “PACE”. 

A coloro che vogliono misurare la pace preparando la guerra non piace la democrazia, la libertà di espressione, la dignità, la cittadinanzattiva degli individui. 

Ebbene: la Marcia della pace tra le strade, le case, gli ambienti di vita della gente comune, è un segnale di democrazia e un’attestazione di fraternità. Modi, stili, emozioni, sentimenti, esperienze, progetti anche molteplici e differenti si raccolgono dentro quell’unica parola che si scrive e si pronuncia “PACE”.

La MARCIA della pace può allora essere un momento unitario e unificante per sviluppare la forza della nonviolenza e la capacità di prendersi cura dell’umano; per elevare contromisure alla violenza quotidiana e alzare difese contro i venti di guerra che da anni sfiorano le nostre case; per contrastare l’impunità dei criminali e l’ipocrisia dei propagandisti della guerra; per frenare la corsa al riarmo e alle ricchezze accumulate sul sangue delle vittime: strutture di ingiustizia e di peccato. 

Per questo – e tanto di più che ognuna, ognuno sa di avere nella mente e nel cuore – è cosa buona e utile partecipare alla Marcia della Pace di domenica 26 gennaio 2025, che avrà il seguente programma: 

• Ore 16.30 – appuntamento in Piazza Nardelli, attorno alla mitica campana; 

• Ore 17.00 – accensione delle fiaccole (a ricordare ogni vita di uomo, donna, bambino o anziano spenta dalla follia bellica) e inizio del percorso fino a Piazza della Repubblica, davanti al Palazzo Comunale. 

Durante l’itinerario vi saranno richiami al messaggio della pace di Papa Francesco, che dà il titolo alla marcia stessa: “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”. 

Con ogni cittadino, le famiglie e i gruppi che vorranno, cammineranno associazioni e movimenti di matrice religiosa e laica. 

Il Centro Servizi Volontariato parteciperà e invita le Organizzazioni culturali e di promozione sociale di Avezzano e della Marsica a unirsi dietro al cartellone e a formare un gruppo compatto di cittadini. 

A conclusione dell’evento, alle ore 18.30, al Castello Orsini potremo assistere allo spettacolo teatrale intitolato “io mi ricordo di Hanna, Liliana, Hetty…” rappresentato dalla compagnia Fantacadabra e dal TSA, con Laura Tiberi, Antonella Palombizio e Santo Cicco, per la regia di Mario Fracassi.

Un’anteprima della rappresentazione proposta alle Scuole per il giorno dopo, “Giornata della Memoria” di storie dolorose e indimenticabili di un passato che diciamo sempre non debba più accadere… e che, invece, si presenta tragicamente attuale, con altri volti e altri popoli, talvolta a parti incredibilmente invertite tra vittime e carnefici, in una violenza disumana sulla quale mai dovrà venire meno la speranza di giustizia, di perdono, di pace. 

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