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 Sulmona: pista ciclopedonabile in Via Cappuccini  ancora  piena di criticità

Scritto da redazione

L’Associazione biciontriamoci sollecita correzioni adeguate e utili

Sulmona, 24 gennaio- Torniamo ancora una volta sul progetto della pista ciclopedonale di via Cappuccini che continua a presentare non poche criticità, nonostante la variante fatta al progetto iniziale.

Il DM 557/1999, che dispone come debbano essere realizzate le infrastrutture ciclabili, all’art.  4 specifica che ” I percorsi ciclopedonali sono realizzati, di norma, all’interno di parchi o di zone a traffico prevalentemente pedonale, nel caso in cui l’ampiezza della carreggiata o la ridotta entità del traffico ciclistico non richiedano la realizzazione di specifiche piste ciclabili. Tali percorsi possono anche essere realizzati, su parti della strada esterne alla carreggiata, rialzate o altrimenti delimitate e protette, usualmente destinate ai pedoni, qualora non sia possibile realizzare una pista ciclabile con un percorso pedonale affiancato e gli stessi percorsi si rendano necessari per dare continuità alla rete di itinerari ciclabili programmati. In tali casi, si ritiene opportuno che la parte della strada che si intende utilizzare quale percorso ciclopedonale abbia:

a) larghezza adeguatamente incrementata rispetto ai minimi fissati per le piste ciclabili (cioè m 1,50 per le piste monodirezionali e 2,50 per le bidirezionali) 

b) traffico pedonale ridotto ed assenza di attività attrattrici di traffico pedonale quali itinerari commerciali, insediamenti ad alta densità abitativa, ecc.”

La ciclopedonale prevista in via dei Cappuccini sembra non rispettare nessuna delle caratteristiche previste dalla norma citata in quanto, essendo monodirezionale (cioè utilizzabile in una sola direzione) ha un’ampiezza pari o addirittura inferiore a m 1,50, misura che è il minimo per la sola parte ciclabile, e attraversa una strada a grande traffico pedonale, rischiando di creare conflittualità tra ciclisti e pedoni. Non si comprende, inoltre, la scelta di realizzare la pista a “senso unico” su un solo lato della strada, lasciando l’altro senso di marcia privo di infrastruttura dedicata. 

Come associazione che ha a cuore la tutela dei ciclisti sottolineiamo inoltre che, a differenza delle ciclabili vere proprie, le ciclopedonali non devono essere obbligatoriamente utilizzate dai ciclisti e, pertanto, si sta realizzando una inutile infrastruttura che verrà, al più, utilizzata dai pedoni. Per questo chiediamo che venga cambiato il progetto e che vengano realizzati due marciapiedi, uno per ogni senso di marcia, introducendo misure passive di moderazione del traffico (zona 30, attraversamenti pedonali rialzati; specifica segnaletica di attenzione al traffico ciclistico, ecc.) in modo che siano tutelati tutti i fruitori della strada, facendo convivere biciclette e mezzi motorizzati sulle carreggiate stradali e dedicando marciapiedi sicuri e protetti ai pedoni.

 Le piste ciclabili sono utili solo se ben pianificate e progettate, nel rispetto delle disposizioni normative e all’interno di una pianificazione della mobilità ciclistica ampia e coordinata con gli strumenti generali e particolari di pianificazione urbanistica e della mobilità. Singole opere avulse dal contesto come questa, ancor di più se realizzate senza il rigoroso rispetto delle norme nazionali, rischiano solo di veder sprecate risorse pubbliche e di non essere utilizzate, vanificando le motivazioni per le quali sono state progettate.

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