Home Prima Pagina L’Abruzzo migrante non va dimenticato, al di là della  “retorica degli affetti”

L’Abruzzo migrante non va dimenticato, al di là della  “retorica degli affetti”

Scritto da redazione

Il ritorno degli “expat”,con le comuni origini abruzzesi-molisane?

di Sergio Venditti *

SULMONA- La “malattia del secolo “, specie di questo nuovo millennio è l’oblio del passato, che tende a diradare i ricordi,anche privati,arrivando a dimenticare le storie lontane e dolorose dell’emigrazione abruzzese nel mondo. Questa ha segnato la nostra antica terra, divisa dalle sue conche e valli ed unita nella sua sorte con il piccolo Molise. La grande Regione era stata ricostituita nel 1948(C.C Art.131)fino a quando con Legge Costituzionale ( N.3 del 27 dicembre 1963),si sancì la loro separazione definitiva. Questo retaggio amministrativo- burocratico è comunque nella stessa storia familiare di tanti emigranti, partiti con la valigia di cartone, diventati poi anche genitori di personaggi celebri in tutti i continenti e nei vari campi, specie provenienti dalla Valle Peligna e  dell’Alto Sangro, fino alla Majella“La Montagna Sacra”

Essi si ritrovarono insieme nei tanti quartieri delle “Little Italy” del continente americano, iniziando con i mestieri più umili e pesanti, che accomunavano i padri di tanti talenti come John Fante o Pietro Di Donato, lo scrittore di “Cristo tra i Muratori”.Oppure del grande musicista Henry Mancini, autore di indimenticabili colonne sonore, il cui papà, Quintiliano “Quinto” era nato a Scanno(AQ) e la madre Anna Pece, a Forlì del Sannio(IS). Cosi il giornalista-editore Vincent Massari, divenuto poi parlamentare dello Stato del Colorado,sempre negli Usa, era nato a Luco Dei Marsi (AQ), da Domenico, minatore e da Angela Pecorelli, originaria di Carpinone(IS).

E ancora la stella del Congresso Americano,rieletta in California, Nancy Pelosi, è nata come Nunziatina D’Alessandro, dal nonno di Montenerodomo(CH ), sposata a Paul Pelosi, la cui famiglia era partita dal paese di Fornelli, sempre in provincia di Isernia. 

Per questo non ci ha sorpreso il quesito posto dal Comitato per il passaggio di questo territorio molisano con L’Abruzzo, ora  soggetto al referendum,che potrebbe avere un effetto per la sopravvivenza stessa del Molise, comunque da affrontare , senza pregiudizi campanilistici e di difesa degli apparati amministrativi, per ricostruire un’Entità più forte e coesa, con tanta storia comune. 

Nicola Mastronardi, giornalista, scrittore e autore televisivo Rai, ne rappresenta uno dei suoi esponenti più noti, dopo la saga del romanzo storico” Viteliù. Il nome della Libertà”,che ha riproposto l’epopea dei popoli italici, nella “Guerra Sociale”, contro la nascente potenza romana,come emblema di valori condivisi dei territori dell’Appennino Centrale, con i sabini, i sanniti,inseme ai peligni e proprio ai marsi (guidati dal generale Q.P.Silone)stabilendo la capitale a Corfinio(AQ)

.Qui si conio’ la 1^moneta col nome “Italia”, in una battaglia sui diritti di cittadinanza, che possiamo dire, è arrivata anche ai nostri giorni, con il tema dello “Ius Soli”. Dal dopoguerra,con il varo della Costituzione si sono prodotti tanti autorevoli studi e ricerche, fin da quello sulle “macro-regioni”della Fondazione Agnelli o del Censis, guidato dal socio logo,il Prof Giuseppe De Rita, la cui famiglia è originaria di Venafro (IS),poi trasferitasi a Roma. 

D’Altra parte lo storico Costantino Felice,scrive che il fenomeno migratorio fù epocale,costituendo un grande “volano di mutamento e di modernizzazione per l’Abruzzo“, a cavallo tra ‘800 e ‘900,fino ai primi decenni del “Secolo Breve“, portando una grande massa di emigranti in ogni angolo del mondo, richiamati dal mito della “Merica“, raccontato dai pionieri, ai propri cari,che alimentarono il flusso dei grandi bastimenti, in partenza da Napoli verso New York, a “Ellis Island“. 

Qui approdarono i tanti abruzzesi-molisani, con i loro sogni di riscatto,come anche a Buenos Aires, in Argentina,dove è stato allestito il polo museale: “Hotel de Inmigrantes” per custodirne la memoria collettiva. Anche qui i nostri corregionali si sono affermati, fin dalla fine dell’800, inserendosi ai vertici dell’economia,nella sua società multietnica nonchè nelle Istituzioni di governo, come Daniel Scioli,già Vice Presidente ed attuale Ambasciatore in Brasile,la cui famiglia era partita dal Molise, a primi del ‘900, dal borgo di Monteneroduni,uno dei 52 comuni della Provincia di Isernia.

 Sul sito “La Voce Info“, è uscito un articolo dal titolo:”Campanilismo all’italiana: Il caso dell’Abruzzo e del Molise“, dove si sottolinea che: “Alcuni osservatori, come Russell Golman ed altri(2016) hanno evidenziato il carattere identitario e culturale dei movimenti separatisti. Si pensi alla riscoperta dei dialetti, perfino nella segnaletica stradale di molti comuni italiani”. Del resto esiste una strategia europea delle macro regioni (anche di quella “Adriatico-Ionica),con studi sui propri punti di forza e di debolezza, per meglio governare le complesse dinamiche socio-economiche,sempre più globali, con l’attualità della cd “Autonomia Differenziata”, che divide il Paese e la sua politica. 

In un recente studio,pubblicato dall’Associazione dei Geografi Italiani, i Prof.ri G.Cusimano e L.Mercatanti, dell’Università di Palermo, affermano: “L’idea Forza delle strategie macro-regionali è di includere nel processo decisionale non solo le Regioni, ma anche altri enti locali e la cittadinanza attiva,con un organizzazione nuova,flessibile e allo stesso tempo coesa per essere competitiva in un contesto globale”

“Le strategie macroregionali sono anche da intendersi come modelli per raggiungere la coesione territoriale,l’ integrazione delle politiche settoriali e il coordinamento degli attori,a diversi livelli di governance” In conclusione, si dovrebbe rimarcare l’obiettivo di ridurre le diverse velocità di sviluppo e di prestazione dei servizi pubblici, tra le “Aree Interne” spopolate e svantaggiate”  e quelle più forti ed avanzate della fascia costiera. Questo è il dramma di tutte le aree montane, però mai diventate una “Questione Nazionale“.

* giornalista

Leggi anche

Lascia un commento