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Continua la lotta dei No Snam contro la linea Adriatica

Scritto da redazione

Un vero successo la manifestazione di sabato scorso-

Sulmona,10 febbraio-Attivisti e cittadini No Snam sono tornati a manifestare la loro opposizione alla centrale e al metanodotto della multinazionale del gas. Circa 300 persone si sono radunate a Case Pente di Sulmona, davanti all’ingresso del cantiere dove sono in corso i lavori per la costruzione dell’impianto di compressione che dovrebbe spingere il metano lungo i 425 chilometri della Linea Adriatica fino a Minerbio, in provincia di Bologna.

Per esprimere con determinazione la volontà di continuare una lotta che dura da 17 anni contro la più grande infrastruttura fossile in corso di realizzazione in Italia, insieme al gruppo storico di Sulmona c’erano ambientalisti provenienti dall’Aquila, da Pescara, dalla provincia di Teramo, da Roma, dalle Marche e dall’Umbria.

Tra i numerosi interventi che si sono susseguiti durante il sit-in, davanti ad una nutrita presenza di forze di Polizia, quelli di Mario Pizzola dei comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona, di Renato Di Nicola della ‘campagna Per il clima fuori dal fossile’, di Fernando Galletti degli Usi Civici di Paganica, di Giovanni Damiani di Italia Nostra, di Francesco Marrelli segretario Cgil della provincia dell’Aquila, di Emanuele Amadio del comitato No Snam L’Aquila, di Aldo Cucchiarini del comitato No Tubo Marche,  di Aldo Tosi dei No Snam dell’Umbria e di Mario Viola di Mountain Wilderness.

Tutti hanno rimarcato l’assurdità di un’opera destinata ad incrementare gli impianti fossili in un’epoca in cui invece si dovrebbe cominciare a dismettere tali impianti, stante il crollo dei consumi di gas in Italia e in Europa e la necessità improrogabile di combattere la crisi climatica i cui effetti disastrosi sono sempre più evidenti.

“Spendere 2 miliardi e 500 milioni per un’opera inutile, che sarà pagata con 375 milioni del Pnrr e per il resto graverà per almeno 50 anni sulle bollette dei cittadini- è stato ribadito nel corso dei vari interventi-  è un vero e proprio crimine economico; si tratta di una somma ingente che potrebbe, invece, essere  utilizzata per lo sviluppo delle fonti energetiche pulite e rinnovabili, per le comunità energetiche, per la riconversione ecologica dell’economia e per mettere in sicurezza il territorio italiano. 

E’ stato evidenziato,inoltre, che Linea Adriatica non è solo un’opera anacronistica ma anche pericolosa e dannosa. Basti dire che il mega gasdotto attraverserà le aree più altamente sismiche dell’Appennino e quelle a rischio idrogeologico della Romagna. Il suo interramento comporterà la devastazione di aree di grande qualità ambientale e in cui sono presenti specie a rischio di estinzione come l’orso bruno marsicano; secondo un calcolo prudenziale lungo la dorsale appenninica le ruspe della Snam abbatteranno due milioni di alberi”. 

La centrale di Sulmona sarà costruita su un importante sito archeologico, in cui sono state rinvenute 120 tombe dell’età protostorica e precristiana oltre a edifici e una strada di epoca romana.

Al termine della manifestazione gli ambientalisti hanno tenuto una assemblea molto partecipata per decidere ulteriori iniziative di lotta contro l’ecomostro della Snam.

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