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I programmi per Sulmona, strategici ma non astratti,inclusivi ma determinati

Scritto da redazione

La figura del sindaco garante delle liste, con autorevolezza ed autonomia.

di Sergio Venditti *

Sulmona,piazza Garibaldi durante la Giostra Cavalleresca

Sulmona, 15 febbraio– La globalizzazione ha connesso tutto il mondo, anche la politica, potendo ora fare il confronto tra sistemi e città tanto diverse,  che nei regimi democratici assegnano un grande ruolo di guida, coordinamento ed autonomia alla figura del sindaco. Quindi non solo un “testimonial” dei programmi e delle liste collegate,buono per vincere, ma non sempre capace di governare e tenere unita la sua maggioranza. Il Primo Cittadino, con la legge di elezione diretta, non  più eletto dentro il Consiglio Comunale, è il garante assoluto del programma condiviso, anche con i partiti, che non possono cosi’ essere “magna pars”, per realizzare progetti strategici, oltre che garantire l’ordinaria ed efficiente gestione dei servizi ai cittadini.

Questo nella “Città di Ovidio“, dove per troppe volte si è arrivato allo scioglimento anticipato del consiglio comunale, con l’instabilità da episodica diventata strutturale, acuendo la sua crisi socio-economica, da decenni.

 Ora al di la’ della consistenza ed omogeneità dei due o tre poli, il tema centrale resta la loro capacità di rappresentare la società sulmonese in crisi, come una cartina di tornasole, individuandone le ricette per la rinascita, con uomini e donne adeguati a raccogliere questa sfida impegnativa. 

Pertanto al colto pubblico del teatro “Maria Caniglia”, non si può offrire sempre lo stesso spettacolo,con un consunto copione, intriso di troppi personalismi e trasformismi. Questi sono stati tollerati in una fase in cui comunque si assicurava un minimo di benessere e di crescita, non nell’attuale difficile congiuntura, che l’intera Valle Peligna vive. 

Dentro questo scenario di sfiducia generale,dove metà del corpo elettorale si astiene, perché l’offerta del sistema politico è inadeguata, non si può rispondere con il cinismo di circostanza, per competere solo sulla restante parte attiva dell’elettorato, più sensibile alle logiche del potere di scambio corporativo o peggio personale. 

Allora la proposta politica delle liste dovrà essere valutata sul mix tra analisi, misure e figure chiamate ad applicarle, con rigore, trasparenza e competenza, dentro una macchina amministrativa più’ orientata all’efficienza ed all’innovazione, in sinergia con gli altri enti locali, regionali e nazionali.

 Infatti non è credibile per la “Città di Ovidio” un mero programma chiuso e di sola ordinaria amministrazione, senza dei forti collegamenti con il governo regionale e nazionale, che riconoscano la priorità d’intervento nell’intera  Valle Peligna, con misure e risorse consistenti, ma aggiuntive, a partire dal PNRR.

In tal senso vanno superate le logiche dispersive e pressoché “simboliche” di provvedimenti di sola “vetrina“, che lasciano il tempo che trovano, dalla scarsa incidenza sociale e economica. Nell’ultima presentazione del libro dell’On. Marco Rizzo, intervistato da Fabio Dragoni: “Riprendiamoci le chiavi di casa” – Manifesto per un sovranismo popolare oltre la destra e la sinistra”, si è riproposta la riflessione sul superamento ormai delle vecchie ideologie, ereditate dall’ 800 e dai primi decenni del “Secolo Breve”. 

Una tendenza generale, più incidente sui territori locali,dove i poteri sono stati ancor più schiacciati nel rapporto tra centro e periferie, sui “poteri forti”, anche nel confronto tra Unione Europea e Stati nazionali, con lo svuotamento dei comuni, che devono spesso erogarei servizi ai cittadini, in carenza di risorse, senza una sostanziale autonomia dei bilanci, ingessati dal “Patto di Stabilità”. 

Ed allora nelle deboli e spopolate “Aree Interne”, come la Valle Peligna, dove trovare gli investimenti per l’innovazione e lo sviluppo,attirando nuovi capitali per riavviare la crescita e l’occupazione, specie giovanile e femminile? 

La risposta deve essere coraggiosa, pur complessa e graduale, favorendo una vera e propria ” Rivoluzione Copernicana”, con programmi di grande ambizione, capaci di mobilitare le migliori energie umane, economiche e sociali della Città, senza rincorrere il solo consenso personale, aprendo cosi una nuova pagina, con lo sguardo orientato verso il futuro, non più al glorioso passato, favorendo il mondo associativo, imprenditoriale e sociale, senza sognare il ritorno degli “Uomini della Provvidenza“, che sono stati legati a fasi politiche superate, ora con il rientro dentro gli schemi vincenti delle coalizioni dei partiti, pur come aghi della bilancia, alla ricerca sempre di un “centro di gravità permanente”.

*giornalista

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1 Commento

Salvatore Del Vecchio 15 Febbraio 2025 - 17:11

Riflessione giustissima che condivido sopratutto perché affronta diversi aspetti su cui si è discusso molto negli ultimi anni come quello delle aree interne, spopolamento,disoccupazione. Un solo limite a questa analisi: a Sulmona la politica( quella vera) non esiste più’ da qualche anno. Tutti si adattano alle opportunità del momento ma la Politica ( quella con la P maiuscola) in questa città non esiste più’. Peccato!!!

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