Le associazioni venatorie riconosciute Arci Caccia, Libera Caccia, Italcaccia e Enalcaccia ora vogliono chiarezza
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L’Aquila, 15 febbraio-Le associazioni venatorie riconosciute Arci Caccia, Libera Caccia, Italcaccia e Enalcaccia, riunite insieme, chiedono di fare chiarezza in merito al trasferimento degli uffici dell’Ambito Territoriale di Caccia (ATC) dell’Aquila nella sede dell’associazione venatoria Federcaccia.
Come noto, gli ATC sono strutture associative di natura privata che perseguono, nell’interesse pubblico, i fini della programmazione delle attività faunistico-venatorie della legge n. 157/1992. Le associazioni venatorie sono definite dalla già menzionata norma come organizzazioni a livello regionale e provinciale con adeguati organi periferici con lo scopo principale di difesa della caccia e salvaguardia dell’ambiente e della fauna.
I cacciatori residenti nella regione, iscritti od ammessi agli ATC, partecipano alla gestione faunistica e corrispondono, in eguale misura, la quota di partecipazione a copertura delle spese di gestione. A compenso delle prestazioni richieste al cacciatore, il comitato di gestione dell’ATC può prevedere un’adeguata riduzione della quota di partecipazione o altre forme di riconoscimento.
A tal proposito, è, a dir poco, insolito quanto accaduto all’Aquila, dove un ATC si è trasferito, anche se temporaneamente, all’interno della sede dell’associazione venatoria Federcaccia. È altrettanto strano come tale incompatibilità non desti attenzione da parte degli organi di vigilanza regionali e provinciali.
Pertanto, le scriventi associazioni venatorie r chiedono l’intervento immediato degli organi competenti alla vigilanza al fine di ripristinare, nell’interesse pubblico e di tutti i cacciatori, il corretto svolgimento delle attività dell’ATC dell’Aquila, che attualmente svolge una funzione definita incompatibile in quanto, la propria sede è situata nei locali dell’associazione venatoria Federcaccia.
Qualora non saranno date soluzioni risolutive in merito a quanto esposto, le associazioni venatorie saranno costrette ad adire per vie legali.