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L’Aquila. 19 febbraio- Gli ultimi dati CRESME e Openpolis sono semplicemente allarmanti. Nel centro storico aquilano la ricostruzione privata, non quella pubblica, è molto avanzata ed oltre il 70% delle abitazioni sono disponibili ed abitabili. Allo stato avanzato della ricostruzione, tuttavia, non corrisponde una rinascita della Città né in senso sociale di comunità né in senso economico di attività:
– il 40% delle abitazioni del centro sono inutilizzate, contro una media nazionale del 5%;
– L’Aquila ha il primato italiano di disponibilità di abitazioni vuote in centro, pari al 35%;
– sempre in centro, la città ha perso il 63% dei residenti giovani rispetto al pre-sisma;
– il 43% delle imprese, istituzioni, enti vari operanti prima in centro ha preferito dislocare altrove la propria attività;
– i residenti in centro sono circa 5.000, meno della metà dell’ante sisma ed appena il 5% del totale dei residenti del nostro Comune.
Questi dati scioccanti dimostrano l’insufficienza delle politiche di “rigenerazione urbana” dell’Amministrazione ed il fallimento di tanti progetti pure pomposamente annunciati come, per fare un esempio, il “Collegio di merito”, un accordo epocale, fu detto, tra Università, Gssi e Comune per uno studentato diffuso nel territorio.
La verità è che non bastano convegni ed eventi per far rinascere la Città. Il centro storico dell’Aquila ante sisma era un hub di servizi, oltre che una conurbazione stratificata di eccellenze artistiche-culturali. A 16 anni dal sisma l’area centrale dell’Aquila è tuttora priva di una vera funzione, e preoccupa il vuoto di politiche sul recupero di un ruolo economico-sociale del centro.
I dati esposti suscitano enorme preoccupazione: L’Aquila è una città tanto bella quanto vuota. Noi vorremmo un centro cuore pulsante della città, pieno di uffici e commercio, scuole e studenti, cittadini e terziario. Noi vorremmo semplicemente una città normale, con i mercati in piazza e nei rioni, popolati, colorati e festosi. E’ grave la contraddizione tra quello che l’Amministrazione comunica e quello che invece fa, allorché ha approvato un Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (Pums) dove, tra le altre cose, sono previsti parcheggi che non sono stati mai realizzati e soltanto promessi. Il governo cittadino dovrebbe avere il coraggio di dire che ha fatto altre scelte, che ha altre priorità, che il suo modello di centro storico non prevede né residenti né servizi né parcheggi né scuole.
E’ venuto il momento di andare “oltre” la mera ricostruzione, recuperando spazi ed edifici che vanno restituiti alla comunità con nuove funzioni produttive, sociali, educative, culturali, per ridare nuova vita ai nostri quarti. Ad esempio, per fare dell’Aquila una vera “Città universitaria”, si potrebbe con risorse già oggi disponibili erogare un “bonus affitto” da elargire agli studenti meritevoli che potrebbero utilizzare questo bonus per pagare gli affitti in centro.
Soluzioni di rigenerazione urbana di questo tipo, come pure un nuovo bando “Fare Centro” sia per le attività economiche che per le giovani coppie, andrebbero veramente a vivificare l’area centrale sviluppando una economia “diffusa” ed a vantaggio di tutti.
I numeri sopra esposti mostrano invece l’esito di politiche sbagliate: L’Aquila è una città bella ma deserta, animata solo la sera da tanti locali, ma evidentemente questo non basta né per fare una città di servizi né per fare sviluppo né per ricostruire una vera ed identitaria comunità. Vengono al pettine nodi incancreniti, dopo anni di non scelte e meri annunci da parte di un’Amministrazione che continua a predicare bene e razzolare male, priva di una visione chiara sul domani, distratta nell’attuazione dei suoi stessi programmi e carente anche nella gestione dell’ordinario come la pulizia o la sicurezza urbana.
Consiglieri Comunali dell’Aquila
Gianni Padovani- Enrico Verini