Sulmona, 27 novembre.– Il vento della protesta in mezzo alla gente è tornato a soffiare forte a Sulmona. Se ne sono accorti un po’ tutti in città venerdì scorso in occasione dell’assemblea pubblica indetta per difendere il Tribunale divenuto ormai una delle cinque emergenze del territorio sulle quali la politica è incapace di abbozzare una forma di proposta. Le altre quattro sono la questione Snam, la sanità con l’avvenuto declassamento dell’ospedale, l’emergenza sismica, il ruolo del Centro Abruzzo nella politica di programmazione regionale nelle sue diverse articolazioni.
Un discorso a parte merita la gestione Ovidio 2017 un’occasione irripetibile che finora è apparsa come la sagra delle ipocrisie e delle presunzioni di quanti a cominciare da chi troppo facilmente crede che il contributo dei 100 mila euro ( ma saranno erogabili?) della Regione della settimana scorsa sia un riconoscimento importante tanto da spingere qualcuno a rpetere per alcuni gionri in tutte le salse “ la Regione c’è” . La verità è che su questi problemi la Regione non c’è affatto per Sulmona e la somma assegnata sembra piu’ un contentino che un investimento straordinario per un evento eccezionale. Sarebbe bastato informarsi meglio e studiarsi attentamente ( si studiare !!) i precedenti per eventi analoghi che si poteva sperare molto di piu’ D’altra parte cosa c’è da meravigliarsi ? Sulmona sul piano politico oggi conta assai poco, molto meno di qualche borgo del circondario.
Quando la città, per alcuni giochetti subiti sulla propria pelle, ha investito nel civismo e rifiutato di scegliere la strada della buona politica e del buon governo per comodità di alcuni vecchi ,e nuovi, tromboni è finita, come nelle partite di calcio, in zona retrocessione ed oggi ne sta pagando le conseguenze perchè, inutile nasconderlo, la politica non si esprime con il qualunquismo ma con valori forti, precisi, coerenti e sopratutto di servizi resi alla comunità amministrata Certo oggi il ” caso Sulmona” è arcinoto in Abruzzo così come clamoroso il suicidio del Pd che decise di tradire e mandare a casa l’Amministrazione Ranalli, non presentare una propria lista di riferimento per chiudersi in un mutismo irritante di militanti e dirigenti .
Oggi a Palazzo San Francesco c’è un’Assemblea che non amministra e non fa nemmeno politica . Se si esclude il ruolo di Elisabetta Bianchi (Forza Italia) divenuta la sola forza di opposizione tanto che meriterebbe il riconoscimento popolare di “ difensore civico ad honorem” e se si esclude Roberta Salvati (Dem) che, pur in maggioranza, non ha mai rinnegato il suo orgoglio di appartenenza al Pd come testimonia il suo impegno nella campagna referendaria per il SI in Consiglio comunale non ci sono altri partiti ufficiali di riferimento. E’ anche vero che dal 5 dicembre molte cose potrebbero cambiare e forse si potrebbe aprire anche una nuova fase a Palazzo San Francesco dove sia chiaro la buona volontà e la passione del povero sindaco non sono in discussione ma che necessita di un apporto politico ampio e solidale. Ma anche qui necessariamente molte cose vanno ridisegnate a cominciare dal documento programmatico che dev’essere piu’ realista e meno fumoso e soprattutto piu’ adeguato ai bisogni e alle emergenze della città. Però va costruita anche una politica nuova che non significa la formula dello “ spostati tu che mi ci metto io” magari con inciuci e prestanomi di comodo, né con alcuni affari di cui si parla tanto in città. Queste cose non ci interessano,né ci scandalizzano. Lo scandalo vero sarebbe se qualcuno continuasse a pensare di essere “ furbetto della politica” e di considerare gli altri fessacchiotti. Questo proprio no.Ne riparleremo presto. Buona domenica a tutti (h. 10,00)
Asterix