( di Giovanni Ruscitti*)
Martedì prossimo ( ore 17) sarà presentato a Sulmona, con la partecipazione del Presidente della Regione D’Alfonso, l’ultimo libro di Ezio Mattiocco che ricostruisce il profilo e l’impegno sul piano sociale,culturale e politico di un uomo che ha saputo sempre onorare la sua città e l’Abruzzo.A lui si deve la legge che la costruzione dell’ala nuova dell’Ospedale di Sulmona-
Sulmona,16 novembre – Il 18 Novembre 1984, moriva prematuramente in Sulmona, sua città natale, Giuseppe Bolino, intellettuale cattolico, studioso poliedrico, politico energico ed illuminato. A 30 anni di distanza la sua figura è ancora nitida , la sua lezione continua a restare un riferimento sicuro per quelli della mia generazione e stimola ancora profonde riflessioni.
In questi anni, attraverso tantissime attività, con il Centro Studi regionali, intitolato alla sua memoria, ci siamo sforzati di non far disperdere quel patrimonio d’insegnamento e ci siamo spesso occupati della sua attività di studioso che spaziava dalla ricerca sociologica all’attenzione ai problemi del Mezzogiorno e specificamente della situazione abruzzese ma anche del suo amore per alcuni scrittori, come i saggi su D’Annunzio, i suoi saggi e la sua amicizia con Mario Pomilio , il suo impegno all’interno della Deputazione di Storia Patria. Ma a lui si deve soprattutto quel recupero di attenzione attorno alla figura del filosofo giurista Giuseppe Capograssi, altro sulmonese illustre. Ma Bolino è stato anche l’amministratore pubblico rigoroso e attento e soprattutto l’uomo delle Istituzioni.
Scrive Edorardo Tiboni nella presentazione del volume ‘ Cultura e politica in Giuseppe Bolino’ ( anno 1994) ‘’.. nella mia lunga esperienza di osservatore della vita politica abruzzese la figura di Giuseppe Bolino non trova riscontri’’.
E’ vero che la malinconica stagione della vita politica che stiamo attraversando vieta qualsiasi paragone però non è possibile sottacere lo straordinario impegno svolto all’interno dell’Assemblea regionale nei diversi ruoli ai quali è stato chiamato: da Consigliere regionale attento, propositivo,critico, coerente a quello di Assessore alla Sanità prima e successivamente a quello delle politiche attive del Lavoro e della sicurezza sociale ( in quegli anni l’Abruzzo si distinse per essere la rima regione a recepire gli indirizzi della legge 285 sull’occupazione giovanile tanto che l’allora ministro del Lavoro,Tina Anselmi, volle tenere proprio a Sulmona un convegno nazionale su questi problemi) fino ad arrivare, primo sulmonese nella storia del regionalismo abruzzese, al prestigioso seggio diPresidente dell’Assemblea regionale imponendo sempre la qualità della proposta ( politica e legislativa), la puntualità, la partecipazione, l’interesse generale della comunità amministrata.
A lui si deve il progetto di legge, qualche mese prima della sua scomparsa, per la realizzazione della nuova ala dell’Ospedale Civile di Sulmona che ha rappresentato nel tempo la piu’ massiccia forma di intervento decisa dall’Assemblea regionale in favore di questo territorio ( dieci miliardi di lire).
Nel 1973 lui che era alla guida dell’ Assessore alla Sanità si trovò a fronteggiare i casi di colera in Abruzzo e le Regioni che, appena dodici mesi prima si erano vista assegnate le deleghe in materia e di sanità e tutela della salute pubblica, erano ancora impreparate. Lui elaborò ed illustrò in Aula il documento ‘L’ipotesi sanitaria’ che divenne poi testo guida per tante altre regioni italiane. E che dire dei suoi scritti sulla crisi ospedaliera e le possibilità per risolverla; della ‘Sanità al bivio’, sulle ‘Incognite del piano sanitario’ della ‘ salute come diritto’, dell’icocervo sanitario oppure su come programmare la Sanità’
In Consiglio regionale Bolino si distinse anche per i alcuni altri interventi, in occasioni di sedute solenni dell’Assemblea, come la commemorazione di Aldo Moro; Giuseppe Spataro e i cattolici italiani, i valori della Resistenza, il ricordo diPietro Nenni e Piersanti Mattarella. E poi i sui interventi sulla necessità di ‘Rifondare la Regione’ , il suo impegno sulla formazione del primo statuto regionale ( un suo volume pubblicato nella collana di studi regionali) ma anche sulla necessità di introdurre alcuni correttivi per migliorarlo anche se per eliminare talune anomalie l’Assemblea regionale ha poi impiegato quasi trent’anni.
E ancora Capograssi attorno al quale oltre agli scrittiti su‘Lettere a Giulia’, l’amore in Capograssi ed il trasalimento in Capograssi Bolino elaborò uno studio sul ‘ regionalismo di Capograssi’ che ha accompagnato il cammino di studiosi e cultori per tanti anni.
Ma lui in Consiglio regionale impose soprattutto con uno stile diverso il prestigio e l’autorevolezza della Istituzione come luogo piu’ alto della democrazia partecipata. Peppino se n’è andato troppo presto quando la sua città e la Regione avevano ancora bisogno della sua guida. Molta gente non lo amava perché lui era brutalmente sincero, non sapeva ingannare. Ma quel suo carattere rigoroso nascondeva in fondo una innata timidezza, una signorilità che lo rendeva con gli amici brillante e umanamente simpatico. A gennaio pensiamo di organizzare un evento culturale per riflettere attorno a quella politica che non c’è piu’ e che con il passare degli anni ci manca e si avverte come un vuoto pauroso
* Presidente Centro Studi Regionali ” G. Bolino”