Sulmona,6 maggio– Caro direttore, chiedo ospitalità nel suo giornale per portare un piccolo contributo, per le cose di mia conoscenza, al dibattito che si è avviato in questi giorni in città sulle Aree interne.Per ragioni professionali vivo da diversi anni a Sulmona e quindi,per tanti aspetti mi sento coinvolto, per contribuire a costruire una città migliore,piu’ solidale,meno chiacchierona e soprattutto piu’ operativa. Devo ammettere che finora sono rimasto deluso un po’ per la mediocrità della classe politica locale e la sua incapacità a muoversi diversamente abbassando i toni delle polemiche e ad avanzare proposte concrete. Finora non ci sono riuscito. Su questa vicenda delle Aree interne ( ma anche per altro) spesso si usa scaricare le responsabilità sempre sugli altri e mai guardare in faccia alla realtà. Da quello che so la Strategia Nazionale sulle Aree interne non è nata oggi ma risale ad oltre dieci anni or sono almeno intorno agli inizi del 2012-2013 quando in Regione e al Governo non c’era D’Alfonso ed il centro sinistra ma il centrodestra. Quelle indicazioni costruite, condivise dalle Regioni e poi recepite non sono arrivate all’improvviso. Basta approfondire un po’ per rendersi conto del lavoro dei Ministeri competenti e della Conferenza Stato-Regioni. A tutte le Regioni erano state riconosciute quattro Aree eccezion fatta per la Sicilia ( ne aveva avuto 5). La quinta Area per l’Abruzzo Alto Aterno-Gran Sasso- Laga è stata definita dal decreto-legge n.189 del 2016 perché interessata dal sisma che aveva colpito anche questo territorio abruzzese.Nessuno ha fiatato in Abruzzo perchè di fronte al dramma e alle preoccupazioni del sisma bisogna solo tacere.Le polemiche non servono. Ora caro direttore vorrei chiedere a Lei che stimo molto cosa c’entrano D’Alfonso e l’ex Assessore Gerosolimo ( che a me non stanno simpatici) in questa vicenda? Ma secondo Lei se non fosse stato per quella condizione del sisma potevano fare cosa diverse in Regione magari proponendo l’Area della Valle del Sagittario come qualche bontempone ha suggerito in questi giorni? E il Governo o il Ministero competente avrebbero condiviso? Lo stesso discorso vale per la vicenda dell’Ospedale ed il declassamento di quello di Sulmona.Tutti scaricano colpe e responsabilità sulla Giunta di centro sinistra del tempo (D’Alfonso,Paolucci,Gerosolimo ecc.) ma pochi si chiedono se si poteva fare per Sulmona e l’Abruzzo cosa diversa. Le chiacchiere e le soluzioni di comodo non servono. Basta ricordare che la Sanità non è materia di esclusiva competenza delle Regioni ma è il Governo che fissa le linee guida.Così mi pare. All’epoca Ministro della Sanità era la signora Lorenzin che recepì le indicazioni del Governo ( non le impose personalmente) disponendo il Commissariamento per la Sanità per le Regioni che avevano un debito superiore a certi livelli. Non scopro l’America ricordando che almeno una quindicina di Regioni, compreso l’Abruzzo, furono Commissariate quasi tutte con i Presidenti pro -tempre delle Regioni (Chiodi-D’Alfonso). E quella strategia impose una serie di sacrifici, spese inutili, tagli superflui per l’Abruzzo per le Regioni interessate. Era la strada giusta? Francamente non lo perché gli abruzzesi in quel periodo subirono disagi e sacrifici.E tutti coloro che parlavano di strategie diverse, scelte migliori, servizi da potenziare non hanno mai avanzato una considerazione su come muoversi in Ente pubblico dove i costi andavano contenuti ed i debiti da risanare.Una cosa è certa. Prima che D’Alfonso lasciasse la Regione, grazie al lavoro dell’Assessore Paolucci competente e preparato come i fatti hanno poi dimostrato, l’Abruzzo agli inizi del 2017 ( mi pare di ricordare) è uscito dal Commissariamento per la Sanità unitamente ad altre sole quattro Regioni e da quel momento potevano ripartire le assunzioni,investimenti ecc. E’ vero o no? Cosa è stato fatto in proposito? E’ su queste cose che bisognerebbe aprire il confronto politico non su polemiche sciocche o di basso profilo. Da quattro anni in Regione c’è un nuovo Presidente e un nuovo Assessore alla Sanità. Quattro anni sono tanti, quasi una legislatura, per realizzare politiche nuove e diverse.Non spetta a me esprimere giudizi politici ma chi fa politica si sarà certamente accorto che la rete ospedaliera che era stata annunciata lo scorso anno alla vigilia della campagna elettorale di Sulmona e che di ricollocare l’Ospedale di Sulmona al primo livello aveva sollevato entusiasmi stonati da parte della destra ma anche della sinistra insieme non sapendo nemmeno i tempi e le procedure che un disegno di quelle proporzioni richiede. Ecco perché sono preoccupato per il futuro di questa città dove la classe politica è divenuta piagnucolona e miope sulle vicende accadute e che potranno ripetersi se non si cambia passo.Grazie per l’ospitalità
Massimiliano Santucci
1 Commento
Il signor Santucci deve esse encomiato per il suo apprezzabile sforzo. Non è chi se ne trovi tanta di gente in grado di esprimere “opinioni” su un argomento programmatico. Però è necessario fare attenzione alla dinamica storica degli argomenti. La Istituzione delle Macro Aree, sono state argomento legislativo del Governo D’Alfonso, che decise per quattro, escludendo la possibilità di formare la V^: “Valle Peligna – Valle del Sagittario”, chiesta a suo tempo da 16 Sindaci e sostenuta dai rappresentanti di FI (Febbo e Sospiri) all’epoca all’opposizione, ma oggi in “taciturna” maggioranza. Ma la questione centrale è che nella nostra regione proseguiamo in una discussione “vecchia” falsata dalla dotazione di strumentazione programmatica inadeguata. La vera analisi consisterebbe sul ruolo che la Zes può esercitare per aprire una stagione di importanti opportunità per l’Abruzzo, in particolare per quello che concerne la materia fiscale, con i crediti di imposta e le agevolazioni rivolte agli investimenti, e in materia amministrativa, con l’adozione di procedure di semplificazione in grado di accorciare i tempi e ridurre gli oneri burocratici per le imprese. Si realizza così un contesto estremamente favorevole alla realizzazione di nuovi investimenti, alla creazione di nuovi posti di lavoro e allo sviluppo economico dell’Abruzzo. Dotarsi della base di analisi progettuale per una regione che può rilanciare il suo protagonismo nella gestione di fondi del Recovery Plan. La verità è che oggi siamo prigionieri di una “regione” che produce una Banca Dati Progetti o “marchettificio” senza indicare una line di sviluppo. Poi sulla sanità abruzzese è ora di dire che è stata la vittima dei tagli finanziari del Governo Berlusconi, ma anche il territorio di applicazione “rigoroso” del Governo Renzi sul taglio dei posti letto e del personale, la cui portata è stata criticata con “asprezza scientifica” anche dalla Corte di Conti. I nostri politici regionali, non sono considerabili “colpevoli” per operatività, ma solo per la accettazione supina delle decisioni “sciagurate” del Ministero. Siamo figli “illegittimi” di quella parte silenziosa di una Italia vittima dello scippo di risorse messa in piedi con l’Autonomia Differenziata